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“L'ultima notte di Amore”, alla Berlinale un noir italiano con Pierfrancesco Favino

Nella sezione Berlinale Special Gala è stato presentato il nuovo film di Andrea Di Stefano. All'interno di Encounters ha invece trovato spazio “Le mura di Bergamo” di Stefano Savona

di Andrea Chimento

L’ultima notte di Amore

2' di lettura

Mentre la 73esima edizione del Festival di Berlino si avvia verso la conclusione, il cinema italiano è ancora protagonista con “L'ultima notte di Amore”, il nuovo film di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino come interprete principale.
Il celebre attore veste i panni di Franco Amore, un uomo che, proprio la sera prima del suo pensionamento, si ritroverà a indagare su un omicidio.

Per tutta la vita Franco ha servito lo Stato con orgoglio e giustizia: non ha mai sparato a un uomo e ha sempre creduto nell'onestà, ma durante quella notte, l'ultima di servizio, metterà tutto in discussione.

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Ambientato nella Milano di oggi, il film rende co-protagonista la città meneghina, a partire dalla bella ripresa aerea con cui si apre la pellicola. Giocando con una struttura narrativa e tanti stilemi tipici del cinema noir – dalla scelta di un lungo flashback alla rappresentazione dei personaggi in scena – Andrea Di Stefano dà vita a un prodotto con una trama decisamente convenzionale e con diversi passaggi di copione non sempre credibili, ma che riescono comunque a rimanere in secondo piano rispetto ai numerosi pregi che questa operazione porta con sé.

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Un appassionante viaggio al termine della notte

Arrivato al suo terzo lungometraggio, dopo “Escobar” del 2014 e “The Informer” del 2019, Andrea Di Stefano firma il film della sua definitiva maturità stilistica: “L'ultima notte di Amore” è infatti un prodotto girato davvero bene, con un montaggio incisivo e un'estetica di grande raffinatezza, come dimostra anche l'ultima, notevole inquadratura.Grazie a questa forza audiovisiva (ottima è anche la colonna sonora) il regista riesce a dare vita a un prodotto appassionante e capace di mantenere alto il ritmo dall'inizio alla fine, toccando il suo apice nella lunga sequenza dello scontro a fuoco.Nonostante i colpi di scena siano ampiamente prevedibili, è un film che si segue con grande piacere, efficace nel regalare un intrattenimento invidiabile.Merito anche del bel lavoro di un cast in cui primeggia l'ottima prova di Favino, perfettamente credibile in un ruolo tutt'altro che semplice.Da segnalare che il film, presentato nella sezione Berlinale Special Gala, uscirà nelle nostre sale giovedì 9 marzo.

Le mura di Bergamo

Sempre in relazione alla presenza italiana a Berlino, va menzionato anche “Le mura di Bergamo”, documentario di Stefano Savona presentato nella sezione Encounters.È un film capace di scuotere, che ci riporta nell'incubo che la città lombarda ha vissuto nel marzo del 2020: la pandemia che ha flagellato il mondo intero si è accanita su Bergamo in modo spietato.Questo documentario ripercorre quelle strade deserte, quel terrore che si è infittito giorno dopo giorno, quelle indimenticabili file di bare fuori dagli ospedali.I medici, gli infermieri, le persone comuni che si sono confrontati con quella tragedia raccontano il loro punto di vista in un prodotto davvero in grado di farci riflettere.I lutti personali diventano presto metafora di lutti collettivi che questo documentario prova a elaborare attraverso le immagini e le vicende raccolte.Stefano Savona continua il suo ottimo percorso cinematografico, dopo l'altrettanto toccante “La strada dei Samouni” (2018), e si conferma un regista importante del cinema italiano contemporaneo.

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