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L’ultima social mania sul filo dell’incoscienza

di Gianfranco Ursino

2' di lettura

Le meme stock, titoli quotati che dal nulla balzano in Borsa spinti dalle community online, sono fonte di guai anche da “morti”. L’ultima tendenza - che in realtà è una sorta di estensione del fenomeno meme stock - è l’intenso scambio di questi titoli fuori Borsa, anche quando le società hanno già portato i libri in Tribunale per avviare le procedure fallimentari.

Sospinte dalle teorie altamente speculative diffuse sui forum online, le azioni di First Republic, Signature Bank e Silicon Valley Bank (le banche Usa saltate la scorsa primavera), seppur prive teoricamente di valore, sono state scambiate per milioni di dollari sui cosiddetti mercati over the counter. L’ultimo clamoroso caso, che negli Stati Uniti (e non solo) ha generato ulteriori perdite nei portafogli di molti piccoli investitori, ha interessato le azioni di Bed Bath & Beyond.

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La catena di negozi di articoli per la casa lo scorso aprile ha presentato istanza di bancarotta ai sensi del Chapter 11 della procedura fallimentare americana. Due mesi prima per evitare il fallimento, Bed Bath & Beyond aveva cercato senza successo di raccogliere un miliardo di dollari attraverso l’offerta di azioni privilegiate e warrant. Alla fine si è presentata in Tribunale con 5,2 miliardi di dollari di debiti e un patrimonio di soli 4,4 miliardi di dollari. Numeri che non lasciavano alcuna speranza di recupero per gli azionisti, ultimi della fila a ricevere un rimborso dalla vendita degli attivi, dopo dipendenti, creditori e obbligazionisti.

Eppure fuori Borsa, sulla scia delle voci di un possibile piano di rilancio della società diffuse sulla piattaforma social Reddit, nelle ultime settimane le azioni del retailer per la casa statunitense sono state scambiate intensamente. Secondo i dati diffusi da Bloomberg dalla richiesta di Chapter 11 sui mercati over the counter sono passati di mano 18 milioni di azioni di Bed Bath & Beyond. Scambi a cui hanno partecipato inconscientemente tanti investitori retail.

E pensare che nel giro di un mese, nel gennaio 2021 quando ancora era quotato al Nasdaq, il titolo della catena di articoli per la casa era balzato da 17,76 a 52,89 dollari per azione, con una capitalizzazione che ha sfiorato i 6,5 miliardi di dollari sulla scia delle suggestive narrazioni avviate sui social media. A fine 2021 il titolo era già tornato sui suoi passi e veniva scambiato a 15 dollari, per poi continuare a scendere verso quota zero.

A spingere ancora i piccoli investitori a puntare sui balzi auspicati delle meme stock, non sono solo le piattaforme social americane. Diversi broker online, anche in Italia, continuano spudoratamente a proporre a improvvisati trader maxi guadagni flash con contratti Cfd con esposizione alle meme stock.

A cosa dobbiamo ancora assistere per fermare questa deriva speculativa degli investimenti che coinvolge pericolosamente soprattutto la platea dei giovani?

Riproduzione riservata ©
  • Gianfranco UrsinoResponsabile Plus24

    Luogo: Milano

    Argomenti: Fondi comuni, Etf, Assicurazioni, Conti correnti, Conti deposito, Mutui, Polizze fideiussorie, Anatocismo, Usura, Risparmio postale, Libretti Coop, Banche, Borsa, Consob, Banca d’Italia, Abf, Acf, Oam, Ocf, Consulenza finanziaria, Fondi pensione, Casse di previdenza, Fintech

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