«L’ultra lusso continua a tirare ma le infrastrutture sono cruciali per crescere»
Parla il ceo del cantiere nautico The Italian Sea Group
di Silvia Pieraccini
3' di lettura
Dopo una fase brillante spinta dalla pandemia, l’industria nautica italiana mostra i primi segnali di rallentamento legati non tanto ai mega yacht ma alle barche di dimensioni inferiori (sotto i 40 metri) che risentono dell’aumento dei tassi di interesse sui leasing. «La situazione non è preoccupante per noi, che abbiamo un solo modello da 120 piedi, perché l’ultra-lusso sta continuando a tirare», spiega Giovanni Costantino, patron del cantiere nautico The Italian Sea Group (Tisg) di Marina di Carrara (marchi Admiral, Tecnomar, Nca refit), quotato a Milano e leader negli yacht oltre 50 metri, con ricavi consolidati 2022 pari a 295 milioni di euro (+59% sul 2021), margine operativo lordo (ebitda) di 47 milioni (+68%) e utile netto di 24 milioni (+47%). The Italian Sea Group, che è il principale utilizzatore del porto di Marina di Carrara, nel dicembre 2021 ha acquistato all’asta fallimentare il marchio di grandi navi a vela Perini di Viareggio.
Costantino, a che punto è l’integrazione di Perini nel gruppo?
Sono passati 16 mesi dall’acquisizione e la fase di ripartenza è ormai finita: l’integrazione delle attività commerciali e di marketing è completata, nel marzo scorso abbiamo presentato la nuova flotta Genesis e abbiamo diverse trattative in corso per la vendita delle nuove barche, tutte sopra i 60 metri di lunghezza.
Quando ci sarà il primo varo di un Perini targato Tisg?
Il primo sarà Art Explora, il catamarano a vela più grande del mondo (47 metri di lunghezza e 17 di larghezza), che sarà consegnato il prossimo settembre; il secondo sarà un 60 metri Ketch del patron di Oracle, Larry Ellison (la barca è stata rilevata dal fallimento della vecchia Perini), che sarà consegnato nell’agosto 2024; il terzo Perini della nuova era è un Ketch di 56 metri progettato da Malcom McKeon con gli interni Winch Design in consegna a luglio 2025.
Il cantiere Perini rimarrà a Viareggio?
Visto che il nostro segmento è tutto di grandi dimensioni, e che non vogliamo andare nel segmento dei 40 metri e dintorni dove ci sono competitor più bravi di noi, dubito che continueremo a produrre nel capannone ex-Perini di Viareggio, che non è adeguato. In quel capannone faremo attività diverse, legate al marchio Picchiotti, come l’allestimento di yacht più piccoli e le attività di refit. La palazzina degli ex-uffici Perini, che era troppo grande per le nostre esigenze, l’abbiamo ceduta al gruppo nautico Next (che produce maxi yacht con i marchi Maiora e AbYachts, ndr). Peccato essere capitati in mezzo a una guerra tra Comune di Viareggio e Regione Toscana che ha rallentato il passaggio di proprietà del fabbricato.
Nel cantiere di Marina di Carrara, dov’è il quartier generale del gruppo, state continuando a investire?
Abbiamo completato gli investimenti nelle aree produttive, ora stiamo ampliando gli uffici. Il cantiere così ampliato e ristrutturato è un motore di sviluppo per il territorio: siamo la più grande realtà che opera nel porto di Marina di Carrara, nel nostro cantiere lavorano ormai 600 dipendenti più duemila persone dell’indotto.
Quindi guardate con favore al progetto di ampliamento del porto di Marina di Carrara?
Il raddoppio della diga foranea sarà fortemente funzionale alla nostra attività. Nel nuovo Piano regolatore portuale è previsto un allungamento dei nostri spazi, proprio verso la diga foranea, che renderà più facile la movimentazione. Quello del porto è un progetto antico, speriamo che il presidente Sommariva possa portarlo a termine. È un progetto importantissimo per il territorio, anche per il traffico container e per dare impulso alle crociere. Le istituzioni, Autorità portuale e Comune, sono attente allo sviluppo ma gli “incastri” sono sempre difficili.
E infatti le polemiche sul progetto di ampliamento non mancano....
Stare fermi è più rischioso che fare e avere magari qualche piccola disfunzione. I nostri competitor internazionali hanno una velocità doppia rispetto alla nostra: per le imprese il problema è sempre lo stesso, quello dell’incertezza dei tempi delle infrastrutture.
loading...