L’Università di Pisa sbarca in Uzbekistan con una sede e un corso di laurea triennale in Geologia
Primo esempio del genere in Italia, si rivolge a un'area geopolitica di interesse emergente e strategico per il nostro Paese e l'Unione Europea
di Redazione Scuola
3' di lettura
L'Università di Pisa, attraverso il suo Dipartimento di Scienze della Terra, sbarca in Uzbekistan con un progetto di cooperazione internazionale che nel suo genere è il primo in Italia. L'Ateneo pisano ha infatti attivato una sede a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan, e in collaborazione con la University of Geological Sciences del Paese asiatico sta costruendo un corso di laurea triennale in Geologia, con 60 studentesse e studenti iscritti che stanno già frequentando l'anno propedeutico in vista della prossima immatricolazione a Unipi. Ulteriori sviluppi didattici sono in via di definizione, con la progettazione di un curriculum dedicato alla Geologia ambientale e di un corso di laurea magistrale congiunto in Scienze e tecnologie geologiche, che porterà a un titolo di studio valido sia in Italia che in Uzbekistan. Si stanno anche delineando linee di ricerca congiunte.
La nuova sede
La nuova sede è stata presentata nell'Aula Magna Nuova della Sapienza, mercoledì 17 maggio, con gli interventi introduttivi, in presenza o via streaming, del rettore Riccardo Zucchi, del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, del rappresentante del ministero Affari esteri e cooperazione internazionale, Alessandro De Pedys, dell'ambasciatore italiano in Uzbekistan, Agostino Pinna, del viceministro dell'Industria mineraria e Geologia della Repubblica dell'Uzbekistan, Azam Kadirkhodjaev.
Il progetto
Il progetto è stato quindi illustrato dal prorettore alla Cooperazione e alle relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi, dal coordinatore del Comitato di gestione, Francesco Marcelloni, dal manager operativo, Numonbek Dalimov, e da una studentessa e uno studente del Preparatory Year del Branch UniPi a Tashkent. La chiusura è stata affidata al direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi. Dopo i primi incontri del 2019 fra i rappresentanti dell'Ateneo e quelli del governo uzbeko, il progetto si è concretizzato con la stipula di un Agreement nel luglio del 2022 e con il successivo avvio dell'anno propedeutico riservato a 60 studentesse e studenti. I profili culturali e professionali individuati devono soddisfare le richieste del mercato del lavoro uzbeko e di altre nazioni dell'Asia centrale, soprattutto nei campi della ricerca di georisorse energetiche e minerarie, ed essere dotati di competenze specifiche per collaborare efficacemente a progetti di protezione dai rischi geologici e ambientali. La formazione linguistica degli allievi, con lezioni tutte in inglese, è curata dal Centro iinguistico di Ateneo (CLI).
La sede fa parte del campus della University of Geological Sciences, è costituita da un edificio di cinque piani ed è dotata di due aule da 60 posti, alcune aule da 25 posti, laboratori informatici, di microscopia, di fisica e di chimica (in corso di allestimento), così come di uffici amministrativi. Nei prossimi mesi sarà allestita un'aula da 100 posti, mentre sono già presenti un auditorium e una grande sala conferenze.
La collaborazione
«La collaborazione tra Università di Pisa e Università dell'Uzbekistan – ha dichiarato il rettore Riccardo Zucchi - mira a promuovere l'internazionalizzazione verso uno dei principali paesi dell'Asia centrale, prima appartenente all'Unione Sovietica e oggi cuore di un'area geopolitica di interesse emergente e strategico per l'Italia e l'Unione Europea. In questo contesto, la mission dell'Ateneo è quella di promuovere la ricerca scientifica e la formazione degli studenti coniugando attività mineraria con sostenibilità ambientale».«In Uzbekistan – ha concluso il direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi - la Geologia è riconosciuta come scienza fondamentale per lo sviluppo del Paese, in particolare per il reperimento di risorse naturali, tra cui i metalli critici necessari per la transizione ecologica. L'Università di Pisa ha raccolto questo interesse in quanto i progressi nella transizione ecologica non possono prescindere dall'utilizzo dei geomateriali, necessariamente derivanti dall'estrazione mineraria e questa non può più prescindere dalla tutela dell'ambiente naturale. Già negli scorsi mesi, abbiamo avuto modo di apprezzare le potenzialità dell'assetto geologico dell'area dal punto di vista didattico e scientifico, con ampie possibilità di avanzamento delle ricerche».
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