L’ANALIS DEL TESTO DELLA MANOVRA

L’Upb: senza aumenti Iva nel 2020 il deficit balzerà al 3%

Manovra, l’intervento del premier Conte in Senato

1' di lettura

La nuova previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze sulla crescita del Pil per il 2019 (1% contro l’1,5% precedente) è ora «plausibile, pur presentando non trascurabili rischi di revisione al ribasso». Inoltre senza gli aumenti dell’Iva previsti nelle clausole di salvaguardia il deficit nel 2020 e nel 2021 arriverà alla soglia limite del 3% «con evidenti rischi sulla sostenibilità futura della finanza pubblica». A scriverlo è l’Ufficio parlamentare di
bilancio che in un documento sottolinea «una serie di elementi di criticità» del Ddl bilancio dopo le modifiche imposte dall’accordo con la Commissione europea.

Elementi di incertezza
Per i tecnici dell’Upb il «quadro di finanza pubblica per il 2019 presenta caratteri di transitorietà» vista la presenza di «una serie di interventi una tantum» e «di incertezza, in particolare riguardo al disegno effettivo e alla realizzabilità delle misure», come ad esempio, le dismissioni immobiliari. Le modifiche apportate al testo hanno determinato un’«inversione di segno» sul capitolo investimenti: «Da un aumento di circa 1,4 miliardi inizialmente previsto si passa a una riduzione di circa un miliardo».

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L’andamento del debito e le clausole Iva
Discorso simile per il debito pubblico che nel 2018 segna un aumento rispetto all’anno precedente (dal 131,2 al 131,7%) e una graduale riduzione negliu anni successivi (130,7 nel 2019, 129,2 nel 2020 e 128,2 nel 2021). Ma «in assenza della clausola Iva, nel biennio 2020-2021, il rapporto debito/PIL riprenderebbe a salire sia pure leggermente.

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