La 35a edizione della Biennale di Lubiana promuove storie di resistenza
Ibrahim Mahama, direttore artistico, attiva connessioni tra la comunità artistica slovena e artisti provenienti per la massima parte da Paesi al di fuori del vecchio continente
di Maria Adelaide Marchesoni
I punti chiave
5' di lettura
«From the void came gifts of the cosmos» è il titolo della 35a Ljubljana Biennale of Graphic Arts in calendario dal 15 settembre al 14 gennaio 2024 a Ljubljana in Slovenia. Con la direzione artistica dell’artista ghanese Ibrahim Mahama, che non ha potuto essere presente all’apertura in isolamento per Covid e malaria, questa edizione ha celebrato l’arte contemporanea e quella grafica per promuovere alleanze transculturali, esplorando l’ecosistema di amicizie, solidarietà e storie di resistenza portate alla luce tra il Ghana post-indipendenza e l’ex Jugoslavia.
Mahama ha condiviso la curatele con un team composto da altri sei curatori, Exit Frame Collective, Alicia Knock, Selom Koffi Kudjie, Inga Lāce, Beya Othmani e Patrick Nii Okanta e insieme hanno invitato circa 50 tra artisti e collettivi, di cui il 70% proveniente da paesi al di fuori dell’Europa, dall’Africa, dall’Asia e da altre aree, che hanno realizzato, accanto a opere già esistenti, diverse opere site-specific appositamente commissionate con a disposizione un budget che oscillava da 2 a 20 mila euro per le opere di grandi dimensioni.
Il focus curatoriale
Come ben indicato nel titolo il riferimento è al “vuoto” (the void) e, in particolare, quello creato dai fallimenti politici del passato. La domanda che il team curatoriale si è posto è se questo “vuoto” può servire da terreno per coltivare relazioni diverse basate su solidarietà, amicizia e intimità capace di trasformarsi in doni del cosmo. Per Mahama la Biennale “attiva connessioni che sono andate perdute o che probabilmente non sono mai state create all’interno del suo contesto”. Da sempre interessato a (ri-)stabilire tali connessioni, in particolare in questa occasione a mettere in contatto la comunità artistica locale slovena con altri artisti creando relazioni intercontinentali.
La storia della Biennale di Lubiana, fondata nel 1955 in piena Guerra Fredda, rispecchia un simile spirito internazionalista. Fin dall’inizio, ha invitato partecipanti dai Paesi partner non allineati dell’Africa e dell’Asia, oltre ad artisti dell’Unione Sovietica e dell’Occidente, con un’enfasi particolare sui primi. L’archivio della Biennale funge, quindi, da diario e rivela le tracce di altri importanti incontri e workshop di stampa e di altri mezzi come il cinema.
Sedi e budget
Oltre alla sede principale dell’International Centre for Graphic Arts - MGLC sono stati utilizzati gli spazi dell’ex zuccherificio Cukrarna, il più grande progetto culturale della Slovenia i cui lavori sono iniziati nell’ottobre 2018. Cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale la ristrutturazione è stata completata in circa due anni. Il progetto ha beneficiato di un contributo comunitario di 10,8 milioni di euro da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale e di un contributo proprio della Repubblica di Slovenia di 2,7 milioni di euro. Quest’anno la Biennale si è estesa a un’ex cucina popolare e a uno spazio di produzione temporaneo ricavato da un cantiere in disuso (circa 4.000 mq) simile a un cratere, Krater Collective che dal 2020 è un laboratorio urbano di coesistenza con la natura.<La Biennale è stata fondata - spiega Mateja Demšič, MSc, Capo Dipartimento Cultura della città di Lubiana - dall’International Graphic and Art Centre – MGLC e ad organizzarla è il Comune di Lubiana con il cofinanziamento del Ministero della Cultura; il budget per questa 35 edizione è di circa 350.000 euro>. Annualmente le risorse del bilancio Comunale destinate all’arte e alla cultura sono pari a poco più del 12 per cento. <All’interno del nostro Comune, le fondazioni per l’arte e la cultura sono strutturate su due livelli, il Dipartimento per la Cultura le fondazioni ONG, e il restauro del patrimonio culturale con 13 istituzioni culturali pubbliche fondate dal Comune di Lubiana; nel 2023 il budget è stato pari a 39 milioni di euro. Il Dipartimento per lo Sviluppo e gli Investimenti finanzia i progetti delle infrastrutture culturali pubbliche della città, l’ultimo è la Fabbrica Rog - ex fabbrica di biciclette ricostruita nel Centro Creativo Rog> conclude Mateja Demšič. Tra gli altri sostenitori, la Biennale ha ricevuto il sostegno di Pro Helvetia, l’art Council svizzero e a livello locale diverse istituzioni e aziende come la società Energetika Ljubljana.
Gli artisti
Tra le opere commissionate allestite nell’ex zuccherificio vi è quella dell’artista svizzera tunisina Sonia Kacem (1985) «Hotel Hodnik», 2023, un wall paper e alcune litografie, che mette in luce la storia dell’ex hotel - oggi International Centre of Graphic Arts - come crocevia trans-geografico (le litografie prodotte da Thomi Wolfensberger di Zurigo per Edion VFO sono in edizione di 4 a 1.000 euro l’una, mentre i wallpaper sono in edizione unica a 15.000 euro).Tra gli artisti più giovani il duo Beti Frim e Ines Sekač, entrambe slovene classe 2001, che hanno iniziato a collaboratore dal 2021 quando erano studentesse alla Academy of Fine Arts and Design dell’Università di Lubiana. Il loro lavoro, «From the Moss centric Era», 2023, consiste in un’installazione multimediale realizzata in ceramica che funge da habitat per il muschio: la ceramica va oltre il concetto tradizionale per abbracciare la tecnologia attraverso la realtà aumentata con la quale si accede a storie e a personaggi che prendono vita dal muschio (i 29 pezzi sparsi nelle varie sedi della Biennale presentano un price range compreso tra 2.500 e 3.500 euro). L’installazione «Extensions of Struggle» dell’artista algerina Amina Menia riflette sulle formazioni urbane spontanee nella capitale algerina e, in particolare, nei “vuoti” temporanei dei marciapiedi che gli abitanti delimitano rendendoli inaccessibili utilizzando sacchi di juta (le opere dell’artista che comprendono anche video viaggiano tra 5.000 e 20.000 euro).
Interessante il tappeto tessuto a mano dell’artista estone Jaanus Samma, ispirato alle tradizioni dei regali di nozze estoni. L’opera «Wedding Rug» si accompagna a tappeti simili realizzati per i progetti gemelli della Biennale: la Biennale di Kaunas in Lituania (fino al 25 ottobre) e Survival Kit 14 in Lettonia (fino all’8 ottobre). L’artista lavora con la galleria estone Temnikova & Kasela e i suoi tappeti realizzati in lana partono da 13.000 euro, in base alle dimensioni, mentre 900 euro è il prezzo per una serigrafia del tappeto che presenta diverse ambientazioni. Tra le opere grafiche le stampe xilografiche su tela dell’artista Tejswini Narayan Sonawane (India, 1987) della serie «Femininity» (2015) e «A Migrant» (2017), che rivelano storie personali, stati emotivi, dinamiche relazionali e trasformazioni (altri lavori simili sono in vendita su Artsy a partire da 3.000 $). L’artista è la vincitrice del Grand Prize of the 35th Ljubljana Biennale of Graphic Arts che avrà una personale alla prossima edizione della Biennale. Anche l’artista indiana Soghra Khurasani ha ricevuto una menzione speciale per le sue potenti acqueforti che raffigurano paesaggi emotivi.
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