Balcanizzazione dei social, boom di Vpn: chi sta cercando di bucare la censura russa

Con lo schieramento anti-Putin dei social occidentali si stringe la cortina digitale intorno ai cittadini russi. Ecco chi sta cercando di bucare la bolla della censura russa

di Luca Tremolada

4' di lettura

L'accesso ai social network occidentali è stato ridotto, i media indipendenti come la radio Ekho Moskvy e Dozhd (TV Rain) sono stati costretti a chiudere, mentre la diffusione di i produttori di quelle che il Cremlino definisce “notizie false” sulla guerra rischiano condanne fino a 15 anni di carcere. Dopo il cambio di strategia Mark Zuckerberg che ha deciso tre giorni fa di consentire agli utenti di postare contenuti contro l’esercito russo Instagram è stato bloccato e anche Facebook è stato limitato. Come anche Twitter, e TikTok che “alla luce della legge russa sulle notizie false” ha sospeso i servizi di live streaming. Il “suggerimento” è quello di passare su piattaforme russe. Ma da alcuni giorni con lo schieramento anti-Putin dei social occidentali si chiude la cortine di ferro digitale intorno ai cittadini russi.

Boom di Vpn in Russia

Come hanno confermato i giornalisti di Afp in Russia le app dei social occidentali non si aggiornano senza una connessione Vpn, cioè uno strumento che maschera il reale indirizzo internet dell’utente consentendo di scavalcare la censura. E di fatti la reazione da parte della popolazione russa è stata appunta quella di acquistare in massa Vpn Secondo dati forniti dalla società di analisi SensorTower a Cnbc, tra il 24 febbraio, giorno dell’invasione dell’Ucraina, e l’8 marzo sono stati infatti ben 6 milioni i download di queste app tra Play Store e App Store, con un aumento del 1.500% rispetto alla finestra di 13 giorni precedente l’attacco. Le Vpn, oltre a mascherare il reale indirizzo Ip dell’utente simulano anche una posizione geografica differente rispetto a quella effettiva. In questo modo chi naviga dalla Russia può accedere a siti e servizi altrimenti bloccati o rallentati.

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Tor, il sito

La versione Tor di Twitter

Twitter ha lanciato una versione Tor del suo sito. Si tratta di un applicativo che si scarica dalla rete, è lo strumento più «popolare» per navigare in forma anonima. Usa la crittografia “a strati” (onion, cipolla in inglese) per nasconderci da cookies, script e tracciamenti vari. In questo modo impedisce a chiunque di sapere su quali siti siamo “atterrati”, quando e per quanto tempo. Grazie a una rete di volontari che agisce da proxy il nostro ip viene di volta in volta cambiato rendendoci intracciabili. Il progetto Tor è nato da una idea della Marina degli Stati Uniti che ha finanziato nel 1996 il progetto per questioni di intelligence. Successivamente è stato sviluppato da Roger Dingledine e Nick Mathewson. L'indirizzo del social di microblogging raggiungibile solo attraverso Tor è https://twitter3e4tixl4xyajtrzo62zg5vztmjuricljdp2c5kshju4avyoid.onion

La versione Tor di Twitter

Gli sms di Squad303

Quella di Twitter non è però l'unica iniziativa per bucare la bolla della propaganda russa. Persone in tutto il mondo, per esempio, stanno utilizzando un nuovo sito Web nviando messaggi individuali sulla guerra in Ucraina a persone casuali in Russia.l sito web è stato sviluppato da un gruppo di programmatori polacchi che hanno ottenuto circa 20 milioni di numeri di cellulare e quasi 140 milioni di indirizzi e-mail di proprietà di privati e aziende russe. Il sito genera in modo casuale numeri e indirizzi da quei database e consente a chiunque in qualsiasi parte del mondo di inviarli, con la possibilità di utilizzare un messaggio pre-redatto in russo che invita le persone a bypassare la censura dei media del presidente Vladimir Putin. Come ha scritto il Wall Street Journal l'effetto è quello di un social bombing con reazioni da parte dei cittadini russi che appoggiano il conflitto anche piuttosto violente a livello verbale. Mentre alcuni hanno iniziato un dialogo anche costruttivo come riporta il giornale statunitense. Iniziative di questo tipo si stanno diffondendo. Scrive il Financial Times che un ristoratore di Kiev ha lanciato un sito incoraggiando gli 11 milioni di ucraini con famiglia in Russia a telefonare a parenti a volte scettici . Alcuni attivisti hanno iniziato a pubblicare informazioni sulla guerra nelle sezioni di commenti e recensioni delle aziende su Google. Parliamo in ogni caso di attività che possono raggiungere la popolazione russa più giovane e digitalizzata.

Chi non usa il web sembra tagliato fuori.

Ciononostante è sui social che si è aperto che la propaganda ha aperto un fronte che non ha precedenti.The Guardian ha definito l'invasione dell'Ucraina da parte del Cremlino “la prima guerra di TikTok”. Ricordiamo i vip russi e i figli degli oligarchi che hanno scelto la piattaforma per prendere posizioni anti Putin o degli ucraini che hanno corso dei pericoli pur di mostrare gli orrori della guerra. La Casa Bianca ha arruolato i suoi influencer.

La guerra su TikTok

Come ha raccontato il Washington Post in un incontro su Zoom, ha raccontato il Washington Post, dallo studio ovale hanno convocato 30 star del social di TikTok per spiegare loro la situazione in Ucraina e come gli Stati Uniti vedono il conflitto. La discesa in campo militante e non più neutra del Big tech della silicon valley ha ancora più stretto le maglie della censura russa rendendo per i cittadini ancora più isolati. La popolare app di messaggistica di Telegram consente ancora l’accesso a contenuti sia pro-governativi che indipendenti, oltre ad alcuni media stranieri come il servizio russo della BBC. Ma ci si domanda quanto durerà. Il social russo più popolare con 400 milioni di utenti registrati è VK tutto in cirillico conosciuto V Kontakte, si tratta di una fotocopia di Facebook lanciato dal fondatore di Telegram e poi passato sotto il controllo di aziende filo governative, dichiara. La balcanizzazione dei social non è una novità nei paesi autoritari. Forse con questa guerra è diventato ancora più evidente.


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