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Lo spettro della recessione aleggia sulla Gran Bretagna: pandemia “inflazione”

La Banca d’Inghilterra alza i tassi all’1% per frenare un carovita all 10%. Era dal 2009 che non era così alto. Redditi reali peggiori dal 1964.

di Simone Filippetti

(Reuters)

3' di lettura

Dentro ai locali Pret-A-Manger, catena fast-food di tramezzini e zuppe che è a ogni angolo di Londra, il listino prezzi alle spalle dei cassieri informa che un cappuccino costa 3,15 sterline (4 euro). La settimana prima era a 2,80 sterline (che già era folle per un italiano): è un rincaro del 12,5%.

Dal caffè, cartina di tornasole dei prezzi come il Big Mac per l'America, agli affitti delle case, balzati alle stelle (+30%), l'inflazione sta tramortendo il Regno Unito: a fine anno si stima un balzo al 10%, ma come il cappuccino e gli alloggi mostrano, la media nasconde sempre picchi molto peggiori. A causa della fiammata del carovita, alimentata dal collo di bottiglia del Dopo-Covid, dalle sanzioni alla Russia come effetto della guerra in Ucraina, la Gran Bretagna, che nel 2021 era salita sul podio di miglior economia dei paesi Ocse (+7,5% il Pil), sprofonderà in recessione.

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Prospettive cupe

L'allarme, nell'aria da tempo, è stato ufficializzato dalla Bank of England: la banca centrale inglese ha pubblicato le prospettive più cupe di qualsiasi altra grande banca centrale. Il paese deve prepararsi a un’inflazione a due cifre. E, ancor peggio, a un prolungato periodo di stagnazione o addirittura di recessione.

L'unico modo per spegnere l'incendio dei prezzi è aumentare il rendimento dei risparmi e rendere il denaro più costoso: e infatti la BoE ieri ha anche annunciato un rialzo dei tassi di interesse dello 0,25%. Il governatore Andrew Bailey è al quinto ritocco in 5 mesi: il tasso ufficiale che era a zero lo scorso dicembre è ora all'1%, un livello che non si vedeva dal 2009.

È una rivoluzione copernicana, la decennale (e pericolosa) epoca dei tassi a zero, o addirittura negativi, nel mondo occidentale. Se il denaro nei conti correnti e nei depositi tornerà a rendere qualcosa compenserà l'erosione del potere d'acquisto. Ma non basterà perché i prezzi stanno salendo molto di più.

L’impatto su sterlina e titoli di Stato

Le cupe previsioni della banca centrale britannica hanno portato la sterlina al minimo in quasi due anni e allo stesso hanno innescato una corsa a comprare titoli di stato come copertura: il rendimento dei Gilt è sceso. Bailey ha sottolineato i forti compromessi che devono affrontare i responsabili politici, che stanno tentando di contenere la peggiore ondata di inflazione degli ultimi tre decenni e mantenere la ripresa dalla pandemia: «Riconosco le difficoltà che la situazione causerà alle persone nel Regno Unito, in particolare a quelle con redditi più bassi» ha esordito il governatore spiegando che «il più grande problema è lo shock del reddito reale, finito sotto pressione per i prezzi dell'energia».

A livello teorico, il Regno Unito eviterà una recessione tecnica - due trimestri consecutivi di contrazione - ma la produzione crollerà di quasi l’1% nell’ultimo trimestre di quest’anno.

La spaccatura nella BoE

Dai verbali della riunione della BoE è venuta fuori una spaccatura del comitato di politica monetaria, composto da nove membri. La maggioranza ha convenuto che i tassi dovrebbero aumentare di nuovo per tenere sotto controllo l’inflazione. Ma addirittura tre membri - Michael Saunders, Catherine Mann e Jonathan Haskel - erano così preoccupati per l’aumento della crescita dei prezzi che avrebbero voluto un aumento addirittura maggiore dei tassi.

L’inflazione è spinta da un rialzo medio del 40% del prezzo massimo dell'energia. Saliranno anche i salari: si stima un +5,75% nel 2022, nettamente superiore alle attese, ma comunque inadeguato per compensare il rialzo dei prezzi. Le famiglie inglesi si trovano a dover affrontare un calo dell’1,75% del reddito reale disponibile, il peggiore dal 1964. Questo anche dopo le misure di sostegno del Governo per alleviare la crisi del costo della vita.

E a proposito di Governo, lo scenario apocalittico sull'economia arriva lo stesso giorno in cui il primo ministro Boris Johnson finisce sotto il giudizio degli cittadini: si vota per molte elezioni locali (tra cui alcuni importanti quartieri di Londra e nel cosiddetto Red Wall, che nel 2019 era passato ai Tory). In più l'Irlanda del Nord è chiamata a rinnovare il suo Parlamento autonomo: per la prima vota il partito indipendentista del Sin Fein è dato favorito.

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