La Bank of England alza i tassi al 4,5%: ecco perché altre strette sono possibili
Costo del denaro aumentato di 25 punti base, per combattere l’inflazione che resta oltre il 10%. Possibili nuove mosse restrittive
di Nicol Degli Innocenti
I punti chiave
3' di lettura
«Mantenere la rotta» è l’ordine impartito dal governatore Andrew Bailey. La Banca d’Inghilterra continua la lotta contro l’inflazione a due cifre, e per questo ieri ha aumentato i tassi d’interesse di 25 punti base, portandoli al 4,5%, il livello più alto dal 2008. Si tratta del dodicesimo rialzo consecutivo dal dicembre 2021, quando i tassi d’interesse erano allo 0,1%.
Il nodo dell’inflazione
Il ritocco era ampiamente previsto dopo gli ultimi dati sull’inflazione, che resta ostinatamente elevata al 10,1%. Il tasso è non solo oltre cinque volte il livello programmato dalla Banca, ma è anche il più alto di tutte le economie avanzate. L’inflazione è al 7% nell’Eurozona e al 4,9% negli Stati Uniti. «Dobbiamo mantenere la rotta per far tornare l’inflazione al livello del 2%», ha detto Bailey, ma questo non succederà fino al 2025. La BoE ha rivisto le stime e prevede ora che l’inflazione cali al 5,1% e non al 3,9% entro la fine dell’anno.
Il monito: altri rialzi possibili
Il governatore ha messo in chiaro però che se le pressioni inflazionistiche non si allenteranno quello di ieri potrebbe non essere l’ultimo aumento dei tassi d’interesse. Alcuni economisti si aspettano un ulteriore rialzo in giugno e ritengono che i tassi potrebbero toccare il 5% prima di riprendere una traiettoria discendente. «Un altro ritocco o due è del tutto possibile -, ha detto Paul Dales, chief UK economist, Capital Economics -. Poi ci sarà una fase di stallo che durerà fino alla prima metà del 2024 prima che si torni a tagliare».
Altri invece prevedono che la BoE potrebbe lasciare invariati i tassi al livello attuale. «Riteniamo che questo rialzo sia l’ultimo del ciclo -, ha dichairato Luke Bartholomew, senior economist, abrdn -. Il rischio però è di altri rialzi e quindi nei prossimi mesi i dati sull’inflazione andranno monitorati con attenzione e continueranno a generare volatilità sui mercati anche valutari».
Il nodo degli alimentari
L’inflazione è rimasta a livelli elevati soprattutto a causa dell’impennata dei prezzi dei generi alimentari, saliti del 18,2% in marzo. La Gran Bretagna importa circa il 50% del cibo che consuma e l’andamento dei prezzi nei prossimi mesi è difficile da prevedere.
La BoE era stata la prima banca centrale ad alzare i tassi nel dicembre 2021, ma secondo alcuni critici non si è poi mossa con la necessaria determinazione e per questo l’inflazione aveva raggiunto il picco dell’11,1% nell’ottobre scorso, il livello più alto da quarant’anni.
La decisione di alzare i tassi non è stata presa all’unanimità, con 7 membri del Comitato di politica monetaria a favore e due contrari all’ulteriore stretta per non gravare oltre su un’economia già debole.
La buona notizia: niente recessione in arrivo
La buona notizia di ieri è che il Regno Unito eviterà la recessione. La Banca ha fatto la revisione al rialzo più drastica da quando è diventata indipendente nel 1997, modificando le fosche previsioni fatte in febbraio di una contrazione dello 0,5% e prevede ora una crescita del Pil dello 0,25% nel 2023.
Il quadro è migliorato – i costi dell’energia sono in calo, la gestione delle finanze è tornata stabile, la fiducia delle imprese è in rialzo - ma Bailey ha sottolineato che l’economia britannica resta estremamente debole e continuerà a esserlo per i prossimi tre anni.
«È una buona notizia che la Bank of England non preveda più una recessione, ma l’aumento dei tassi sarà una delusione per le famiglie che hanno un mutuo da pagare -, ha commentato ieri il cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt -. Per evitare che il carovita continui però dobbiamo essere risoluti e proseguire sulla rotta indicata di dimezzare l’inflazione entro la fine dell’anno».
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