«La Bce comincerà presto a discutere l’uscita dal Qe»
di Alessandro Merli
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La Banca centrale europea potrà cominciare «presto» a discutere l’uscita dallo stimolo monetario, secondo il membro tedesco del suo comitato esecutivo, l’ex vicepresidente della Bundesbank, Sabine Lautenschlaeger. Più volte portavoce delle critiche ricorrenti in Germania al programma di acquisti di titoli, il Qe, varato dalla Bce lo scorso anno, Lautenschlaeger ha confermato, in un discorso ad Amburgo, la sua reputazione come uno dei «falchi» del consiglio, osservando che «ci sono tutte le precondizioni per un aumento stabile dell'inflazione. Sono quindi ottimista che presto possiamo pensare alla questione dell’uscita. Ecco perché dobbiamo essere pronti ad agire quando sarà il momento».
Nel mese di dicembre, l’inflazione nell’eurozona è passata da 0,6 a 1,1%, anche se resta lontana dall'obiettivo di avvicinarsi al 2 percento. In Germania è all’1,7% e, secondo la Bundesbank, potrebbe superare il 2% a gennaio. Il banchiere centrale tedesco, che, curiosamente, ha iniziato il suo discorso con una citazione di Nigel Farage, il leader del movimento per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, riconosce peraltro che bisognerà attendere alcuni altri dati prima di orientarsi all’uscita dal Qe e che per ora la risalita dell'inflazione è determinata soprattutto dall'aumento dei prezzi dell’energia.
Lautenschlaeger ha ricordato che la «medicina forte» del Qe ha effetti indesiderati e che «è importante smettere di prenderla il più presto possibile, ma non troppo presto, per evitare ricadute». Come con tutte le medicine, ha osservato, «non bisogna interrompere bruscamente la politica monetaria accomodante, ma ridurre lentamente la dose, questa politica va ridotta gradualmente». Il consiglio della Bce ha deciso nella riunione di dicembre di ridurre, a partire da aprile e fino a dicembre 2017, di ridurre l’importo mensile degli acquisti di titoli da 80 a 60 miliardi di euro. Sui mercati finanziari, l’aspettativa è che la discussione sulla riduzione graduale del Qe nel 2018, il cosiddetto tapering, inizi dopo l’estate.
In conferenza stampa, il presidente Mario Draghi ha sostenuto che, se le condizioni macroeconomiche dovessero peggiorare la Bce potrebbe aumentare di nuovo gli acquisti mensili, ma una riduzione prima di dicembre non è per ora contemplata. Draghi ha fatto capire che la Bce intende mantenere la sua linea fino alla fine dell'anno, consentendo alla banca centrale fra l’altro, di non dover prendere decisioni durante un periodo politicamente delicato come i prossimi mesi, quando si terranno elezioni in Francia, Olanda e Germania, e, forse, in Italia.
La posizione di Lautenschlaeger non è del tutto diversa da quella espressa da altri membri del comitato esecutivo della Bce, e cioè che la discussione sul tapering dovrà iniziare quando si realizzino le condizioni e che la riduzione del Qe dovrà essere progressiva, ma, indicando maggiore urgenza, appare come un altro segnale delle pressioni che si accumuleranno su Draghi nei prossimi mesi dalla Germania per anticipare i tempi.
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