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La Bce ritocca ancora i tassi, ma l’inflazione sta calando: Lagarde, è ora di ascoltare il parere degli economisti

Nei giorni scorsi la presidente della Banca Centrale ha annunciato un nuovo aumento dei tassi. Ma l’inflazione sta calando e Lagarde dovrebbe ascoltare i consigli degli economisti (e rivedere le sue strategie)

di Giancarlo Mazzuca

2' di lettura

Tiremm innanz. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha continuato ad andare avanti sulla strada della stretta monetaria e, nei giorni scorsi, ha annunciato un nuovo aumento dei tassi sia pur ridotto: un ritocco che è stato accolto favorevolmente dalle Borse. Nonostante gli ultimi dati congiunturali, l'inquilina dell'ultimo piano dell'Eurotower non ha così voluto modificare, pur attenuandole, le sue precedenti indicazioni. Anzi, dopo avere aumentato i tassi di 50 punti base, Francoforte ha anche annunciato una stretta analoga in marzo e ha ribadito l'intenzione di nuovi giri di vite «in modo significativo» e «a un ritmo costante». In altre parole, Madame ha tenuto poco conto di quanto andavano sostenendo diversi addetti ai lavori, in particolare italiani, che per settimane hanno continuato a chiedere un allentamento della stretta.

Verrebbe proprio da chiedersi che ci stiamo a fare visto che la Banca centrale europea va sempre avanti per la sua strada nonostante i richiami di tanti, a cominciare dal presidente dell'Abi Antonio Patuelli, che erano scesi in campo per chiedere a Francoforte di rivedere le proprie strategie. Un coro quasi unanime (l'unica voce discordante era stata quella del senatore a vita Mario Monti) che ha sortito risultati modesti, a conferma di quanto l'Italia continui a contare poco nell'arengo europeo. Quando l'intervistai all'inizio di gennaio, il “numero uno” di Assobancaria era stato molto chiaro: «L'auspicio è che siano effettuate riflessioni ulteriori della Bce prima di varare altri aumenti dei tassi». Un'indicazione precisa, quella di Patuelli, che, in queste settimane, era stata suffragata da ulteriori conferme: gli ultimi dati di gennaio avevano, in effetti, ribadito come l'inflazione stia ora calando. Non solo: Fondo Monetario e Banca d'Italia hanno confermato come la recessione sia stata superata dalle nostre parti e in molti Paesi del Vecchio Continente, Germania e Francia «in primis». Non solo: le nostre imprese sono in fase di recupero sul piano finanziario e produttivo migliorando così la propria posizione sul fronte internazionale.

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E l'Istat ha confermato che, tutto sommato, i livelli di occupazione delle imprese si sono stabilizzati pur registrando un nuovo stop nel potere d'acquisto dei dipendenti. La prudenza dell'Eurotower viene dettata dalle molte incognite internazionali ancora sul tappeto: è il caso della guerra in Ucraina che potrebbe durare chissà per quanto tempo anche se i contraccolpi economici, per quanto ci riguarda, dovrebbero sensibilmente diminuire con l'ulteriore riduzione delle bollette energetiche varata, in questi giorni, dal ministro dell'Economia Giorgetti, e con «il piano Mattei» della premier Merloni che, con gli accordi appena raggiunti in Algeria e Libia, finisce quasi per annullare la nostra dipendenza dalla Russia. La Bce dovrebbe quindi valutare attentamente i possibili effetti-boomerang delle proprie decisioni e Christine Lagarde non farebbe davvero male ad ascoltare il parere di molti economisti. Come avrebbe fatto anche il suo predecessore Draghi.

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