ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl Manifesto etico

La bellezza per il corpo e lo spirito dei più deboli

Il Manifesto etico

di Sara Deganello

2' di lettura

La lirica, il balletto, la musica sinfonica escono dal tempio del teatro e si irrivolano fino ad arrivare ai margini della comunità urbana, a Parma. Cantanti, registi, scenografi, direttori d’orchestra, coreografi entrano nelle case di riposo, negli istituti carcerari, negli ospedali e nelle case di cura, vanno a incontrare bambini, ciechi e ipovedenti, donne vittime di violenza, migranti, a stretto contatto con le realtà giovanili e di formazione, le associazioni culturali e i gruppi universitari. Sono gli artisti del Teatro Regio di Parma che hanno sottoscritto il Manifesto etico dell’istituzione, impegnandosi a donare il proprio tempo in occasioni di incontro secondo un calendario di appuntamenti distribuiti durante il periodo che li vede presenti in città.

«La cultura, per creare bellezza e generare benessere, capace di curare il corpo e lo spirito, deve nutrirsi di relazioni, distillando in ogni sua opera tutte quelle esperienze, quel vissuto, quelle sfide che sono il valore aggiunto di ogni artista, operatore e promotore culturale, e che si aggiungono a quelle dello spettatore», recita l’incipit del Manifesto.

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L’iniziativa, presentata dal Regio insieme al Comune di Parma e all’associazione “Parma, io ci sto!”, nasce da anni di dialogo e di ascolto con associazioni e artisti, coltivato nella rassegna Verdi Off negli oltre 1.200 tra spettacoli, performance, mostre e iniziative proposte dal 2016, che hanno portato lo spirito del compositore di Busseto nelle strade e nelle piazze.

Rappresenta un progetto di impegno sociale proposto agli artisti del Festival Verdi, di Verdi Off e della stagione lirica «che vede il Teatro Regio primo in Italia e in Europa nel riconoscere e strutturare, in una proposta ampia e articolata, la necessità di andare oltre la propria missione», hanno comunicato i promotori.

«L’auspicio è che diventi un modello virtuoso che anche altri teatri in Italia e in Europa vogliano imitare, per creare una rete sociale sempre più legata alla sfera culturale della città, sinergie con nuove realtà per agevolare nuovi stimoli culturali tra i più giovani ed accrescerne le competenze, per creare nuove e diverse occasioni di inclusione e integrazione, per favorire una maggiore equità nell’accesso alla cultura», hanno sottolineato.

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