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La bellezza viene dal vino. E a Cagliari si parla di nanotech

Gli scarti delle vinificazione si trasformano in preziosa risorsa da essere impiegata sia nella cura del corpo sia in quella della salute. E l’Università di Cagliari studia il nano-incapsulamento dei principi attivi nell'ambito di un progetto europeo (Eni Cbcmed Bestmedgrape) con Francia, Libano, Tunisia e Giordania

di Davide Madeddu

2' di lettura

Non solo vino ma anche creme di bellezza, integratori e prodotti per la farmaceutica. Dalla vigna alla cosmesi, passando per la tavola ma anche per la ricerca scientifica. Gli scarti delle vinificazione si trasformano in preziosa risorsa da essere impiegata sia nella cura del corpo sia in quella della salute.

Con una novità rispetto alle esperienze simili che già esistono: “il nano-incapsulamento dei principi attivi”. Quasi una scommessa, nell'ambito di un progetto europeo (Eni Cbcmed Bestmedgrape), che l'Università di Cagliari porta avanti assieme a Francia, Libano, Tunisia e Giordania. Con un budget totale di 3,3 milioni di euro si lavora al programma in cui l'economia circolare si unisce alla cura del corpo e della salute.

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«Grazie all'esperienza dei partner in questo campo - chiarisce Gianluigi Bacchetta -, Bestmedgrape ha l'obiettivo di promuovere il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca sulla vite e sui possibili utilizzi dei sottoprodotti di vinificazione che possono essere trasformati in nanoformulati commerciali innovativi destinati alla cura del corpo e al mantenimento di un buono stato di salute».

Mentre il gruppo di ricerca che opera opera all'interno della Banca del Germoplasma della Sardegna (struttura del Centro Servizi Hortus Botanicus Karalitanus HBK), lavora alla caratterizzazione, studio e conservazione del germoplasma di vite (si è già provveduto alla raccolta, selezione e conservazione dei materiali genetici) al dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente il team coordinato dalla docente Maria Manconi studia lo sviluppo di nanoformulati nutraceutici e cosmeceutici utilizzando gli scarti della vinificazione e processi produttivi ecosostenibili, oltre che la determinazione dei principali composti presenti.

Compito del gruppo di lavoro (guidato dalla docente Micaela Morelli) del dipartimento di scienze biomediche testare l'efficacia biologica delle nanoformulazioni prodotte: «Saranno effettuati degli studi al fine di valutarne gli effetti antiossidanti e neuroprotettivi e selezionare quelle con un migliore potenziale per la commercializzazione». Eppoi le start up, la creazione di nuove imprese e la commercializzazione.

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