Diario di bordo dell’economia

La brianza traina la ripresa dell’export

di Centro Studi Tagliacarne

2' di lettura

L’export lombardo nel 2020 ha evidenziato rispetto alla media nazionale una maggiore facilità di penetrazione nei mercati dei paesi dell’Unione Europea non aderenti all’euro (essenzialmente i paesi dell’Est Europa) a cui fanno da contraltare difficoltà nei rapporti con il Nord America e con i paesi con i maggiori livelli di pil procapite. I rapporti con i paesi al di fuori dell’area euro (che nel complesso della regione valevano nel 2020 quasi 12 miliardi di euro, vale a dire il 10,5% di tutto l’export regionale) appaiono essere decisamente rilevanti in quasi tutta la fascia padana eccetto Lodi. Le province di Cremona, Mantova e Pavia insieme hanno esportato 2,2 miliardi di euro per una incidenza complessiva sul totale dell’export dei tre territori di oltre il 16%. Di converso, la modestia dei rapporti con il Nord-America (cosiddetto spazio Nafta) è una caratteristica che accomuna un po’ tutte le province che ad esclusione di Milano hanno una propensione ad esportare verso questa area inferiore alla media nazionale. Con una unica eccezione, vale a dire Milano, che, trainata in particolare dal settore farmaceutico presenta una consistente incidenza delle vendite verso il Nord-America. La debolezza dei rapporti verso l’area Nafta si ripercuote anche verso diversi paesi caratterizzati da più elevati livelli di Pil procapite e che oltre agli Stati Uniti comprendono Lussemburgo, Liechtenstein, Svizzera, Macao, Norvegia, Irlanda, Islanda, Qatar, Singapore. La quota di export delle imprese lombarde su questi mercati si attesta al 16,3%, vale a dire un punto in meno rispetto alla media nazionale e anche in questo caso a brillare particolarmente (sempre trainata dalla farmaceutica) è la città metropolitana di Milano con oltre il 23% di vendite che raggiunge questi paesi. Per quanto riguarda l’andamento dei primi sei mesi del 2021 si rileva come l’export lombardo abbia archiviato in maniera definitiva la stagione contraddistinta dal Covid-19 portandosi su livelli (66,1 miliardi di euro) superiori del 3% a quelli dell’analogo periodo del 2019 e fornendo altresì un robusto contributo alla ripartenza dell'export nazionale. È interessante notare che a trainare questa ripresa siano stati territori diversi da Milano che anzi rallenta un poco la sua marcia rispetto a 24 mesi fa. La grande protagonista di questi mesi è stata la Brianza (+9,2% rispetto al primo semestre 2021) con tutte le principali produzioni del territorio in forte sviluppo (con particolare riferimento ai mobili cresciuti di quasi il 12%) con il metallurgico (-5,7%) unico settore in affanno. Di rilievo anche il risultato di Brescia (+8,8% rispetto al 2019) con una fortissima crescita del settore dei metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari (+31,8%) che hanno superato il miliardo di euro di vendite e una leggera frenata (-2,5%) delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori.

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