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Gig economy, stretta su Uber e Lyft: ai «riders» stessi diritti dei dipendenti

Il Senato della California ha appena approva una proposta di legge che potrebbe costringere Uber, Lyft e altri giganti della delivery economy a riclassificare i propri lavoratori come dipendenti

di Francesca Barbieri

2' di lettura

Mentre in Italia i diritti dei riders sono tra i punti del programma del nuovo Governo targato Pd-M5S ed è appena entrato in vigore il decreto legge 101/2019 che introduce nuove regole per i collaboratori delle piattaforme, a molti chilometri di distanza, Oltreoceano, il Senato della California approva una proposta di legge che potrebbe costringere Uber, Lyft e altri giganti della delivery economy a riclassificare i propri lavoratori come dipendenti.

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha approvato il disegno di legge ed è prevista la firma a breve.

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Un cambiamento di notevole portata che da un lato assicurerebbe maggior garanzie e protezioni di lavoro per migliaia di persone: dai sussidi di disoccupazione al salario minimo orario.

Ma che dall’altro mette in subbuglio le aziende del settore che hanno costruito le proprie “fortune” considerando questi lavoratori indipendenti, con un inquadramento completamente diverso e con bassi costi di manodopera. Uber e Lyft, che hanno centinaia di migliaia di autisti in California, hanno detto che il lavoro a contratto fornisce alle persone la flessibilità. Hanno avvertito che riconoscere i conducenti come dipendenti potrebbe distruggere i loro affari.

Secondo la nuova legge, Assembly Bill 5, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2020, chi lavora in California sarà considerato “appaltatore” solo se il lavoro che sta svolgendo è al di fuori del normale corso degli affari di un’azienda. Aziende come Uber e Lyft, che si affidano ad “eserciti” di autisti per servire i propri clienti, finirebbero inevitabilmente fuori regola.

I dipendenti hanno diritto a un salario minimo e alla retribuzione degli straordinari, nessuno dei quali è una protezione comune all'interno dell'economia gig.
La legge, secondo quanto riporta il Ny Times, interesserà almeno un milione di lavoratori in California: i conducenti, i corrieri per la consegna del cibo, gli inservienti, ma anche i lavoratori edili potrebbero ora essere tutti riclassificati come dipendenti.
Il disegno di legge, che codifica ed estende una sentenza della Corte Suprema della California del 2018, può influenzare altri Stati. Si sta studiando una legislazione simile a New York, a Washington e nell'Oregon.

Il decreto legge 101/2019

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Le regole per l’Italia

In Italia, come detto in precedenza, è appena stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge 101/2019 (si veda Il Sole 24 Ore del 5 settembre) che prevede l’entrata in vigore in due tempi delle nuove regole per i lavoratori della gig economy e i fattorini che consegnano cibi e beni a domicilio. Scatta subito la parte in cui si stabilisce che è lecito utilizzare il contratto di collaborazione coordinata e continuativa per i lavoroatori delle piattaforme: non si tratta di però di una qualificazione”vincolante”, ma una sorta di “suggerimento” del legislatore. Le tutele dal punto di vista retributivo entrerano invece in vigore dopo 180 giorni dalla conversione in legge del decreto

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