Ratifica

La Camera dice sì alla Convenzione di Nicosia: armonizzazione dei reati contro i beni archeologici

L'Italia ratifica la Convenzione ed è pronta ad approvare il disegno di legge sull'inasprimento dei reati contro il patrimonio culturale

di Giuditta Giardini

Triade capitolina, 160-180 d.C., Guidonia Montecelio, Museo Civico Archeologico

2' di lettura

L'attesa per la ratifica della Convenzione di Nicosia sui reati relativi ai beni culturali da parte dell'Italia si è conclusa nella mattina del 12 gennaio, alla Camera, con 376 voti favorevoli nessun voto contrario e due astenuti al disegno di legge. Il Ministro della Cultura Dario Franceschini commenta la ratifica: “ribadisce il ruolo centrale della cultura per il Paese” e ancora “negli ultimi anni … il Parlamento si è sempre pronunciato in modo concorde su tutti i grandi temi che riguardano la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale, dimostrando così quanto esso sia parte costitutiva della nostra identità e fattore di unione tra le diverse parti politiche”.

La Convenzione

La Convenzione on Offences relating to Cultural Property del Consiglio d'Europa (CoE) adottata il 19 maggio 2017 a Nicosia, Cipro, ha come obiettivo l'armonizzazione dei reati contro i beni culturali per tutti gli Stati Parte. Ad oggi, la Convenzione conta sei stati contraenti: Cipro, Lettonia, Grecia, Messico (non parte del CoE), Ungheria e Italia. Hanno firmato, ma non ratificato l'accordo: Armenia, Montenegro, San Marino, Portogallo, Russia, Slovenia e Ucrania.
La Convenzione è entrata in vigore il 4 gennaio 2022 dopo la terza ratifica necessaria per l'entrata in vigore del trattato. La Convenzione è figlia dell'omonima Convenzione di Delfi del 1985 - mai entrata in vigore - e dell'hype creato dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (tra le quali ricordiamo la 2199 del 2015 e la 2347 del 2017) che hanno condannato il traffico illecito di beni d'arte specialmente quando collegato al finanziamento del terrorismo.

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La lotta al traffico illecito

Lo scopo della Convenzione di Nicosia è proprio quello di combattere il traffico illecito dei beni culturali e la distruzione di monumenti e siti archeologici. Per facilitare la cooperazione internazionale: l'esecuzione di lettere rogatorie, estradizioni attive e passive, arrest e search warrant e mutual legal assistance treaty (MLAT), il trattato prevede l'armonizzazione dei seguenti reati contro i beni culturali (articoli 3-10): furto e altre forme di appropriazione illecita (articolo 3); scavo illecito (scavo in acqua) o illecita rimozione di beni proventi di uno scavo non autorizzato e l'illecita detenzione di beni proventi di uno scavo autorizzato (articolo 4); importazione illecita di un bene rubato in base alle leggi di uno Stato terzo e quindi anche scavato e rimosso in violazione della patrimony law dello stato d'origine (articolo 5); esportazione illecita (articolo 6); possesso illecito di bene scavato illegalmente o ottenuto in violazione delle disposizioni riguardanti l'importazione e l'esportazione dei beni culturali (articolo 7); immissione sul mercato di beni di comprovata provenienza delittuosa (articolo 8); falsificazioni di documenti di provenance (articolo 9); distruzione e danneggiamento doloso di beni culturali, monumenti, siti archeologici (articolo 10).L'intento dell'Italia era quello di ratificare la Convenzione di Nicosia e concludere l'iter del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio culturale, già al vaglio del Parlamento dal 2016. A riguardo, il Ministro Franceschini “auspica adesso che il disegno di legge … arrivi presto a una giusta conclusione”.


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