La campana Graded emette minibond da 3 milioni per crescere
Banca Sella arranger e investitore con Banca stabiese e Anthilia
di Vera Viola
3' di lettura
Emettere minibond per crescere. Se ne contano pochi casi al Sud, un esempio è di questi giorni è quello di Graded, l’impresa di Vito Grassi, che costruisce impianti energetici, e che, con l’assistenza di Banca Sella, ha emesso due mini-bond quotati e ne emetterà un terzo a giorni.
La prima emissione è stata quotata sul nuovo segmento per la crescita delle piccole e medie imprese ExtraMot PRO3 gestito da Borsa Italiana ed è subito andata a buon fine: il primo minibond da 1,5 milioni è stato interamente acquistato dalla stessa Banca Sella; il secondo, di pari importo, è stato collocato presso Banca Stabiese (300mila euro) e Fondo Anthilia (1,2 milioni). Banca Sella ha insomma svolto numerosi ruoli: arranger esclusivo, assistente nei rapporti istituzionali con Borsa Italiana in qualità di Listing Sponsor e, infine, investitore. Lo studio legale Chiomenti ha agito in qualità di consulente legale.
Banca Sella al Sud
Il gruppo bancario piemontese un anno fa ha inaugurato a Napoli la sua prima sede al Sud, la cui missione è fare selezione di imprese da accompagnare in un percorso di crescita, fornendo strumenti di finanza innovativa e alternativa al credito bancario tradizionale. «Abbiamo realizzato tre operazioni in Campania – dice Gennaro Crescenzo, regional manager sud di Banca Sella – si tratta di tre casi di imprese che hanno superato una dura selezione e per tutte abbiamo già registrato interessanti risultati. I fondi di investimento dimostrano molto interesse a investire in aziende ad alto potenziale».
Graded: da Elite ai progetti di ricerca
Così Banca Sella giudica Graded, e su di essa decide di scommettere. «La banca – spiega Graziano Novello, responsabile della Divisione corporate & investment banking – investe e si espone in prima persona». Graded ha tre carte da giocare: una struttura manageriale ed efficiente, un bilancio trasparente, una serie di progetti di ricerca avviati e conclusi che le consentono di proporre impianti innovativi. Del resto, la società ha aderito qualche anno fa al programma Elite di Borsa italiana a seguito del quale ha via via modificato la sua organizzazione aziendale.
Una storia di 61 anni
L’azienda campana nasce nel ’58 per iniziativa di Lucio Grassi, padre di Vito: installa impianti di riscaldamento per lo più in abitazioni e, sin dall’inizio, si occupa anche della manutenzione. Un’ attività, quest’ultima che crea una fidelizzazione importante con il cliente e che via via evolve. Diventa produzione e gestione di impianti energetici. Arrivano i clienti industriali e le pubbliche amministrazioni. «Unilever – racconta Vito Grassi oggi anche presidente di Unione industriali di Napoli e di Confindustria Campania – con lo stabilimento Algida di Caivano è stato il nostro primo cliente e con loro abbiamo realizzato impianti in diversi Paesi. Attualmente abbiamo rapporti commerciali con tante altre realtà multinazionali e locali, con cui stiamo relizzando tre nuovi sistemi. A luglio partirà la produzione di energia del primo nuovo impianto negli Usa». Intanto cresce la divisione rinnovabili, e si realizza un Campo in Romania. «Ci stiamo concentrando – aggiunge Grassi – su progetti di ricerca sul controllo degli impianti fotovoltaici. E allo stesso tempo esploriamo le possibilità offerte dalla digitalizzazione». Graded investe in ambiente, in cultura. Assume i giovani diplomati nelle Academy della università Federico II. Punta nel medio periodo a raggiungere un crescente livello di automazione.
I nuovi investimenti
Con la liquidità ottenuta grazie alla emissione di minibond, Graded intende realizzare una serie di progetti già avviati. Come l’acquisto di impianti fotovoltaici che richiedono rewamping e repowering e costruzione di nuovi impianti tra Puglia e Sicilia; investimenti su produzione di energia ad alta efficienza, tipo cogenerazione; nel settore dell’agroindustria per la produzione energia elettrica da biomassa. In parte le risorse disponibili potrebbero anche finanziare lo sbarco in Medio Oriente in vista dell’Expo 2020 di Dubai.
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