La carenza di chip manda al tappeto il settore auto europeo
La giapponese Toyota ha perso il 4,4% alla Borsa di Tokyo: produzione di settembre prevista in calo del 40%
di Flavia Carletti
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La penuria di microchip e le sue possibili ripercussioni sulla produzione di auto alimenta le vendite sul comparto automotive in tutta Europa. Il sottoindice Stoxx 600 Auto perde oltre due punti percentuali. Dopo la cinese Geely - che pur confermando i target 2021 ha indicato che la crisi dei semiconduttori «potrebbe persistere» - la giapponese Toyota ha perso il 4,4% alla Borsa di Tokyo sulla scia di un articolo del quotidiano economico Nikkei Asia secondo cui la casa automobilistica taglierà la produzione a settembre del 40% rispetto ai piani precedenti. I motivi alla base di questa riduzione sono la diffusione della variante Delta che colpisce anche l'approvvigionamento di ricambi auto, ma anche il fatto che la crisi globale dei chip sta avendo ripercussioni sulle catene di fornitura.
Stellantis in calo, big tedeschi sotto pressione
In questo contesto a Piazza Affari è debole Stellantis, in una seduta di forti vendite per tutta la galassia Agnelli: Exor, Ferrari e Cnh Industriall. Restando al comparto auto italiano, in rosso anche Pirelli & C e, fuori dal segmento principale, Brembo. Alla Borsa di Parigi, sul Cac40, il gruppo della componentistica Valeo e Stellantis hanno flessioni di oltre il 3%, quando Renault e Michelin sono in calo di circa due punti percentuali. Fuori dal paniere principale Faurecia è in calo e Peugeot Invest, la holding della famiglia Peugeot azionista di Stellantis, perde oltre il 2 per cento. Alla Borsa di Francoforte, le vendite non risparmiano Continental, Volkswagen, Bmw e Daimler.
In rosso anche il comparto dei semiconduttori
Anche il comparto dei semiconduttori appare sotto pressione in Europa, con la carenza dei chip che potrebbe avere ricercussioni sui margini dei gruppi attivi nel settore: sia alla Borsa di Milano, sia a quella di Parigi Stmicroelectronics cede oltre il 3%, con Infineon alla Borsa di Francoforte che ha un andamento in linea con il gruppo italo-francese.
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