La carica delle startup italiane alla conquista del Ces di Las Vegas
Una selezione delle aziende italiane del gadget che hanno scelto il Consumer Electronic Show di Las Vegas per presentare i loro prodotti
di Gianni Rusconi
3' di lettura
La prima volta risale a gennaio 2018, quando la spedizione organizzata dall'incubatore Tilt (The Italian Lab for Technology) in collaborazione con Ice-Italian Trade Agency (l'agenzia per la promozione all'estero delle imprese italiane) sbarcò al Consumer Electronic Show con il proprio bagaglio di eccellenze. Per l'edizione di quest'anno, che vede la partecipazione anche di Cariplo Factory, l'hub di innovazione creato nel 2016 da Fondazione Cariplo, le startup che compongono la delegazione di Tilt sono oltre 50 (nove di queste erano presenti anche nel 2019), attive in settori che vanno dalla smart home ai dispositivi indossabili, dall'health & wellness alle automobili, dall'e-commerce alle soluzioni per l'ambiente, con la novità assoluta di un cluster dedicato all'imprenditoria femminile. HiRide, Smart Robots e Wahu: sono i nomi delle tre startup che al Ces 2020, ritireranno un “Innovation Awards Honoree” (nelle categorie “Vehicle Intelligence & Transportation”, “Robotics” e “Wearable Technologies” nell'ordine) per i rispettivi progetti presentati in concorso. Le tre imprese sono parte integrante del plotone di dieci startup che sono arrivate a Las Vegas al seguito di e-Novia e ospitate nel villaggio di 200 metri quadri allestito presso il Convention Center, nel cuore dell'area dedicata all'intelligenza artificiale e alla Robotica. Esulta, e ne ha ben donde, il Ceo della società milanese, Vincenzo Russi, puntuale nel ricordare come “facendo leva sulle proprie capacità distintive, universitarie e industriali, l'Italia può giocare una partita globale anche nella produzione di alta tecnologia”.
Il fil rouge che contraddistingue la presenza di E-Novia al Ces ruota intorno a due filoni - le macchine “umanizzate” che riaffermano la centralità dell'uomo e l'uomo aumentato per amplificarne le abilità – e si specchiano nei progetti delle altre sette startup atterrate in Nevada. Yape riproporrà il drone a guida autonoma per la consegna di pacchi nell'ultimo miglio urbano e si presenta (dopo l'esperienza sul campo nei gate dell'aeroporto di Francoforte) con nuove sospensioni per affrontare strade sconnesse e una maggiore capacità di carico. Blubrake, già salita alla ribalta per il proprio sistema di controllo elettronico della frenata per le biciclette, porta in vetrina le e-bike del 2020 e rimanendo in ambito trasporti è di Rob.Y la piattaforma modulare e bidirezionale progettata per la “mobility-as-a-service” a guida autonoma ed elettrica. Un'altra e-bike made in Italy è quella di Measy, una versione cargo di bici a pedalata assistita per operare in città, dotata di stabilizzazione dinamica dell'assetto e di cambio automatico città.
WeArt, invece, punta su un dispositivo indossabile in grado di interagire con le persone digitalizzando, registrando e riproducendo sensazioni tattili mentre l'idea di Huxelerate si concretizza con un sistema integrato hardware e software che guarda ai sistemi di calcolo superveloce indispensabili per lo studio del genoma, puntando in primis alla medicina personalizzata e all'agritech.
Tornando a Tilt, invece, tra le startup al femminile, EFG Elettronica propone una “video-cuffia” che funziona come un sistema di videocomunicazione mobile pensata per i professionisti, gli operatori e i volontari del mondo del soccorso; mentre NuvAp ha ideato dispositivi di rilevamento smart per il monitoraggio dell'inquinamento in ambienti chiusi.
Le imprese dedicate alle tecnologie Smart Home si focalizzano sul controllo dei device in maniera semplice e intuitiva: DiCEWorld ha messo a punto un gateway IoT che attraverso l'uso dei colori permette di accedere a diverse informazioni con un singolo sguardo; Cover Sistemi cha sviluppato ARIA Sensing, rilevatore di presenza umana che permette di individuare una persona anche se è assolutamente immobile. In ambito green, Serranova si presenta come “il futuro dell'urban farming”, con pannelli fotoluminescenti che convertono la luce solare o artificiale in un picco preciso che ottimizza l'efficacia del processo di fotosintesi delle piante.
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