La casa dopo il Covid: in periferia aumenta il grado di soddisfazione
L’Indagine Tecnoborsa 2021 evidenzia che il 68,2% di chi vive nelle principali sei città italiane è contento, ma il 70,4% vorrebbe cambiare gli spazi interni
di Evelina Marchesini
5' di lettura
Messe in discussione e in molti casi rivalutate, ma con carenze da colmare: le case italiane dopo il Covid-19 non sono più le stesse. O perlomeno non lo sono più agli occhi dei loro proprietari, che con la pandemia hanno saputo apprezzare aspetti prima dati per scontati ma anche evidenziato che in molti casi bisognerà, potendo, cambiare casa.
A fare il punto della situazione è l'Indagine Tecnoborsa 2021 su “La casa dopo il Covid-19” che, dopo due anni, è tornata sul tema dell'abitare nelle sei maggiori città italiane, ovvero con oltre 500mila residenti: Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli e Palermo.
Sotto indagine
I tre grandi temi affrontati dall'indagine Tecnoborsa (www.tecnoborsa.it) su un campione di 2.657 famiglie sono stati: le caratteristiche delle dotazioni presenti in casa (visto che mai come ora la tecnologia ha agevolato le nostre attività indoor), il grado di soddisfazione nei confronti della casa in cui si vive e, fattore fondamentale, il mutato sentiment verso abitazione, condominio, zona e Comune di residenza attuali a seguito della pandemia e del nascere di nuove esigenze e desideri di cambiamenti.
La maggior parte degli immobili in cui vivono le famiglie intervistate sono trilocali di proprietà e per lo più collocati in condomini di zone centrali o semi-periferiche, le maggiori carenze di oggi sono la mancanza di spazi verdi o all'aperto, l'assenza di un ambiente domestico da adibire esclusivamente a studio, l'esigenza di più camere da letto e bagni, infine uno spazio pro-fitness indoor.
Home working e tecnologie
Il 62,7% degli intervistati ha lamentato l'inadeguatezza della propria abitazione per lavorare e/o seguire attività didattiche a distanza però, per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche ben l'84,7% ha affermato di avere una connessione Internet e il 72% di costoro si è dichiarato soddisfatto qualitativamente.
Tra i supporti tecnologici in casa lo smartphone la fa naturalmente da padrone per circa l'80% degli intervistati che posseggono uno o più dispositivi; il 62% possiede almeno un Pc; circa il 32% ha un tablet, infine circa il 30% ha una stampante e il 24,5% uno scanner in casa.
Soddisfatti della casa
Gli italiani sono soddisfatti della casa in cui vivono? In generale sì, ma la percentuale non è poi così esorbitante. Il 62,8% degli intervistati si è infatti dichiarato molto o abbastanza contento e, andando ad analizzare i singoli aspetti positivi, è emerso che il 32,6% è molto soddisfatto per gli spazi interni, il 29,1% per gli spazi esterni, il 24,3% per la luminosità della casa, il 24,7% per l'ubicazione, infine il 33,3% per la tranquillità dei vicini.
Invece, esaminando gli aspetti negativi, spiccano la zona per il 45,7% degli scontenti e la carenza di spazi esterni per il 41,9%.
Più contenti in periferia
Poiché l'indagine si è incentrata sul post-Covid, la domanda è se la percezione della propria abitazione sia migliorata o peggiorata. Anche qui dipende, naturalmente, da dove vivono gli intervistati ed emerge che la percezione della casa è migliorata per chi vive in abitazioni indipendenti in periferia e fuori città ma, quanto alle dimensioni, è peggiorato il sentiment di chi vive in case di piccolo taglio, cioè fino a 70 metri quadrati. Restare chiusi in piccoli spazi non piace infatti a nessuno.
Dopo la pandemia e i ripetuti lockdown dell'ultimo anno anche il condominio – in cui vive la maggior parte delle famiglie italiane residenti nelle sei grandi città – ha giocato un ruolo importante ai fini della vivibilità del proprio immobile e, anche qui, la percezione ha subìto alcune variazioni, sia in positivo che in negativo: complessivamente, il 32,8% degli intervistati ha cambiato idea e, in particolare, nel 18,6% l'opinione è migliorata ma nel 14,2% è peggiorata.
La zona e il Comune
Analizzando il giudizio nei confronti della zona in cui si vive, ben il 60,4% degli intervistati ha rivisto il proprio parere: nel 38% dei casi la zona è stata rivalutata mentre nel 22,4% è scaduta. Invece, per quanto concerne il Comune di residenza, il 48,2% degli intervistati ha mutato opinione e nel 18,6% dei casi il giudizio è migliorato ma nel 29,5% è peggiorato. Dunque, per quanto riguarda la casa la stragrande maggioranza di soggetti intervistati non ha cambiato opinione nonostante la pandemia; invece, guardando al Comune di residenza si è verificato l'unico caso nel quale la percentuale di opinioni negative ha superato quella dei casi positivi con ben 11 punti percentuali di distacco.
Più ristrutturazioni che nuove case
Tecnoborsa ha sondato da vicino i desideri delle famiglie italiane e i nuovi orientamenti nelle scelte abitative: in generale, il 76,8%, se potesse, effettuerebbe dei cambiamenti importanti e, di questi, ben il 70,4% opterebbe per una ridistribuzione degli spazi interni della casa in cui già vive, mentre solo il 6,4% vorrebbe un vero e proprio cambiamento di abitazione.
Le motivazioni che spingerebbero questo 6,4% a traslocare sono interessanti: per quanto riguarda il malcontento verso la casa il 50,3% desidererebbe avere un giardino privato, il 37,4% un'abitazione più grande, il 30,8% vorrebbe trasferirsi in un appartamento in condominio, il 28,7% in una casa con almeno un giardino condominiale, il 23,4% in un immobile con più balconi o terrazzi, il 16,4% vorrebbe andare a vivere più vicino ai parenti, il 10,3% vorrebbe una soluzione indipendente, il 6,4% andrebbe volentieri ad abitare vicino ad amici e il 3,5% si sposterebbe in una casa più piccola.
Sempre tra chi vorrebbe cambiare casa, per quanto concerne la zona di residenza, il 32,2% vorrebbe andare a vivere in un quartiere più periferico, il 28,1% in una zona con più spazi verdi, il 25,1% in una zona più centrale e il 9,9% in una zona con più servizi. Infine, tra coloro che desiderano cambiare casa c'è un 29,2% che vorrebbe addirittura cambiare Comune, andando a risiedere in uno più piccolo.
A ulteriore verifica sul gruppo del 6,4% di famiglie che auspicano un cambio di casa, Tecnoborsa ha chiesto quanto ciò sia effettivamente probabile in un prossimo futuro: ebbene, ben il 36,8% ha ammesso che in realtà è impossibile, il 36,3% che è poco probabile, il 19,3% che è abbastanza probabile, il 5,8% che è molto probabile e, infine, solo l'1,8% ne è certo.
Cucina e fitness in primo piano
Analizzando il 70,4% di coloro che hanno dichiarato di voler rimodulare gli spazi interni della propria abitazione, questi sono i principali desiderata: il 19,6% vorrebbe ampliare la cucina, il 19,4% creare uno spazio da dedicare all'attività fisica indoor, il 18,3% vorrebbe aumentare il numero delle camere da letto, l'8,3% quello dei bagni, il 7,4% vorrebbe aumentare gli spazi interni a discapito di quelli esterni, il 3,8% vorrebbe creare uno studio vero e proprio e, invece, il 2,2% vorrebbe rimpicciolire la cucina e un residuale 0,5% vorrebbe ridurre il numero delle camere da letto.
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