La Cina nei prossimi cinque anni? Più autosufficienza economica e tecnologica
Il Plenum del Comitato centrale ha deciso per il periodo 2021-2025 di puntare sulla “doppia circolazione” tra mercato interno ed esterno. Più attenzione alla qualità della crescita
di Rita Fatiguso
4' di lettura
Il filo rosso del 14esimo Piano quinquennale cinese sarà un nuovo viaggio per lo sviluppo del Paese basato sulla dual circulation, il modello di doppia circolazione mercato interno/esterno introdotto per il periodo 2021-25 dal Quinto Plenum del Comitato centrale che ieri ha chiuso i lavori.
Il Plenum ha messo a punto anche gli obiettivi di lungo termine al 2035 che dovranno anch’essi essere approvati dall’assemblea Plenaria del Parlamento in calendario a marzo.
I punti chiave
Espansione della domanda interna e riforme dal lato dell’offerta, una strategia di lungo termine che cercherà di trarre vantaggio dall'enorme mercato cinese favorendo il raggiungimento dell'autonomia scientifica e tecnologica, sradicando la povertà e potenziando la difesa dell'ambiente. Non ci sono obiettivi di crescita predefiniti, ma la Cina mira a portare il suo prodotto interno lordo pro capite al livello dei Paesi moderatamente sviluppati entro il 2035, mentre il Pil dovrebbe raggiungere i primi 100 trilioni di yuan (15 trilioni di dollari Usa) nel 2020. Entro il 2022, va ricordato, la Cina deve abbandonare la comfort zone di Paese in via di sviluppo in base alla definizione della Banca Mondiale.
La doppia circolazione
Personalmente supervisionato dal core leader Xi Jinping, il Piano è stato illustrato da funzionari di altissimo livello e ministri che ne hanno evidenziato gli aspetti chiave. Tra questi Han Wenxiu, vicedirettore dell'Ufficio della Commissione centrale del Partito comunista per gli affari finanziari ed economici, che ha illustrato la portata della dual circulation. La doppia circolazione prende il mercato interno come uno dei pilastri primari e consente ai mercati interni ed esterni di rafforzarsi a vicenda. La domanda interna cinese, del resto, ha contribuito per oltre il 90% alla crescita economica quest'anno, quindi «il Paese metterà in gioco la sua enorme opportunità di mercato per guidare la crescita dell'economia», ha detto Han. Aggiungendo che «evidenziare il mercato interno non è affatto una diminuzione dell'apertura verso l'esterno: il modello mira a promuovere un livello più elevato di apertura utilizzando due risorse e due mercati».
No al decoupling con gli Usa
«Il completo disallineamento tra le economie di Cina e Usa – ha precisato Han - non è realistico e non porta alcun vantaggio: i due Paesi sono le prime due economie del pianeta e la loro separazione non va bene per loro e per il mondo intero». Nel terzo trimestre, malgrado le tensioni e l’effetto del Covid-19, l'interscambio commerciale tra Cina e Usa è salito del 16%. I loro reciproci legami economici sono determinati dalla ampia complementarietà delle due strutture economiche e dall'apertura dell'economia globale. Riforma, apertura e innovazione sono quindi le tre priorità di fondamentale importanza.
L’innovazione al centro
Più concreto ancora l'intervento di un ministro che conta nella nomenklatura cinese, Wang Zhigang, competente per scienza e tecnologia.Che pone una premessa: la Cina ha bisogno di costruire la propria tecnologia di base perché non può fare affidamento su mercati esterni, il Partito Comunista ha stabilito piani precisi per una maggiore autosufficienza economica. Inoltre, renderà l’autosufficienza tecnologica un pilastro strategico per lo sviluppo che sarà orientato su base regionale.
«Per ottenere il progresso tecnologico, la Cina ha sempre più bisogno del mondo, e il mondo ha sempre più bisogno della Cina», ha però puntualizzato Wang. «Il Paese ha pianificato di migliorare la capacità di fare innovazione in modo indipendente e di fare bene le nostre cose perché non possiamo chiedere o acquistare le tecnologie di base da altri mercati. Allo stesso tempo, speriamo di imparare dall'esperienza internazionale avanzata e condivideremo più risultati tecnologici cinesi con il mondo intero».L'innovazione che diventa strategia nazionale centrale non chiuderà, dunque, le porte alla cooperazione globale nel campo delle tecnologie.
Una crescita di qualità
«Sulla base dell'orientamento generale e della strategia determinati nella proposta, presenteremo obiettivi numerici corrispondenti e indicatori specifici dopo un'attenta stima, in modo da promuovere la crescita economica ragionevole e il miglioramento costante della sua qualità». Sono le parole di Ning Jizhe, vice presidente della NDRC, la National Development and Reform Commission alla quale spetta il compito di calare nella realtà i principi sviluppati dal Plenum.Il piano politico di alto livello dovrebbe guidare in modo completo lo sviluppo del Paese in quasi tutti i settori per i cinque anni a venire e oltre, una volta approvato dopo un processo formale.
E sarà ancora una volta compito della NDRC provvedere all'attuazione capillare della strategia nazionale.Come caratteristica principale del sistema di governance cinese sin dagli anni 50, il piano quinquennale fissa obiettivi di sviluppo in vari settori e definisce le relative politiche: riflette le visioni a lungo termine e nel quadro generale del Partito comunista per lo sviluppo del Paese.
Nel 1992, durante la sua famosa visita nel Sud della Cina, Deng Xiaoping notò che la Cina avrebbe dovuto puntare sullo sviluppo delle regioni costiere e poi aiutare le regioni centrali e occidentali. Dopo un decennio di sviluppo, il decimo piano quinquennale (2001-2005), ha iniziato a lavorare per ridurre il divario di sviluppo tra le regioni. Fino al dodicesimo piano quinquennale (2011-15) e al tredicesimo piano quinquennale (2016-20), la Cina si è concentrata sull'impegno a costruire una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti.Ora è il turno della costruzione di una società stabile in grado di trovare nel mercato interno le forze per navigare in un'economia mondiale sempre meno stabile.
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