La cinquina dello Strega
I finalisti sono Rosella Postorino, Ada D’Adamo, Maria Teresa Di Lascia, Maria Grazia Calandrone, Andrea Canobbio, Romana Petri
di Matteo Bianchi e Stefano Biolchini
3' di lettura
Agli antipodi della Cinquina del settantaduesimo Premio Strega risaltano le due penne favorite sin dall'inizio della contesa: prima Rossella Postorino con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli), presentata da Nicola Lagioia, con 217 voti, e quinta Romana Petri con “Rubare la notte” (Mondadori), presentata da Teresa Ciabatti, con 167 voti. Se Postorino rivisita il dramma degli orfani di Sarajevo con occhi lucidi, ma distanti, Petri giunge con eleganza al capolavoro de Il piccolo principe quasi fosse un destino ineluttabile per il suo autore, Antoine de Saint-Exupéry, familiarmente Tonio, del quale ripercorre l'infanzia e il rapporto intenso con la madre, che riecheggia quello tra Proust e la sua.
Ada D'Adamo
Al secondo posto Ada D'Adamo con “Come d'aria” (Elliot), presentata da Elena Stancanelli, con 199 voti, romanzo che ha già conquistato il Premio Strega Giovani, come più votato da una giuria di studenti tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole superiori in Italia e all'estero. L'autrice è morta lo scorso 1 aprile, subito dopo aver saputo di essere nella dozzina dei finalisti, ma come da regolamento, l'opera è rimasta in gara. Sorte capitata anche a Giuseppe Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo”, nel 1959, e Maria Teresa Di Lascia con “Passaggio in ombra”, nel 1995, entrambi risultati vincitori postumi. Al terzo posto arriva Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), presentata da Franco Buffoni, con 183 voti; già nella dozzina del 2021 con “Splendi come vita” (Ponte alle Grazie), l'autrice ha ringraziato subito i ragazzi che continuano a leggerla e a seguirla nelle piazze. Il quarto scrittore della cinquina quasi tutta al femminile è Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), presentato da Elisabetta Rasy, con 175 voti.
Dai salotti romani al Jova Beach Party
Demonizzare il fare salottiero del premio liquoroso oramai sa di stantio, o peggio, di frottola estiva e frettolosa. Resta indubbiamente innegabile la solita tratta dei titoli da parte del blob editoriale. “Formidabile, eccezionale, bellissimo”: la lancia mediatica che Jovanotti ha spezzato qualche giorno fa, su TikTok, a favore di “Ferrovie del Messico” (Laurana) – per quanto banale e improvvisata – non è servita a trattenere il romanzo sul sofà dello Strega. L'opera-mondo di Gian Marco Griffi, difatti, si è fermata al nono posto, con 135 voti, raccogliendone più dalle biblioteche, dai gruppi di lettura, dagli istituti italiani di cultura all'estero e dalle librerie indipendenti, piuttosto che dagli Amici della Domenica. L'autore fuori dagli schemi avrebbe potuto dare una scossa al fare letterario italiano da un pulpito canonico, emancipandolo dai pianti perpetui e dai traumi familiari mai rimossi che imperversano tra gli scaffali odierni. Se il grande escluso dalla prima cinquina in versi è stato Aldo Nove, forse a causa della sua eccessiva vis cannibale (e polemica), Andrea Tarabbia paga con l'ottava posizione e 136 voti l'onestà intellettuale de “Il continente bianco” (Bollati Boringhieri), che affronta l'odio diffuso con calma e raziocinio dei fenomeni neofascisti. Riprendendo temi e motivi cari al Parise degli ultimi anni Settanta, per Tarabbia la scrittura diventa lo strumento che distilla finzione per veicolare verità altrimenti incomprensibili, ma indispensabili, come i segnali della manipolazione ideologica e falsamente identitaria esercitata dalle lobby sulle masse occidentali.
L'elezione del vincitore si svolgerà̀ giovedì̀ 6 luglio, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, e sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Tre.
loading...