La collezione Henie Onstad apre ala dedicata a Kurt Schwitters
La fondazione norvegese DNB Sparebankstiftelsen investe centinaia di milioni in arte e la galleria privata Henie Onstad esibisce le opere e compensa le chiusure del Museo Nazionale e del Museo Munch
di Giovanni Gasparini
I punti chiave
3' di lettura
La sera del 3 settembre nei pressi di Oslo ha avuto luogo l'inaugurazione di una nuova ala della fondazione per l'arte Henie Onstad, nata negli anni ‘60 dalla lungimiranza dai coniugi imprenditori nei trasporti navali, prima che il paese diventasse grande produttore di petrolio. L'ala denominata Gallery Merz è stata progettata dal noto studio di architettura Snøhetta e ha visto un investimento importante di qualche milione di corone norvegesi.
La collezione non deriva solo da opere in possesso della galleria d'arte, poiché la maggior parte è in deposito dalla fondazione bancaria norvegese DNB Sparebankstiftelsen, la quale a partire dal 2009 ha investito oltre 400 milioni di euro in acquisizioni di arte, soprattutto delle avanguardie europee come l'Espressionismo tedesco, e artisti innovativi come appunto Kurt Schwitters.
Non solo Munch
Secondo Anders Bjørnsen, dirigente della DNB Sparebankstiftelsen, questo impegno di lungo periodo fa parte di un più ampio impegno di ‘sprovincializzazione' dell'offerta d'arte a Oslo, troppo legata agli artisti nazionali storici, Edvard Munch su tutti. In effetti avviene in un momento in cui la Galleria Nazionale è chiusa fino al 1° giugno 2022, rendendo impossibile la visita della sua collezione, mentre il nuovo Museo Munch aprirà solo a fine ottobre 2021 in un imponente palazzo piuttosto sgraziato sul porto di Oslo. L'attuale museo dedicato al famoso artista storico accoglie al momento solo una mostra che rilegge in chiave post-coloniale identitaria una serie di ritratti di Munch raffiguranti un ignoto uomo di colore, secondo uno stile curatoriale che va molto di moda al giorno d'oggi, in cui il valore artistico dell'opera scompare davanti alla forzatura ideologia sovraimposta.
Merz! flux! Pop!
Per fortuna lo spazio dedicato a Kurt Schwitters prende, invece, una strada diversa, forse più tradizionale, certamente più rispettosa delle opere ed efficace: tenta di ricostruire tramite l'esibizione di opere dell'artista e dei suoi coetanei l'ambiente artistico, sociale e culturale della prima metà del ‘900, con uno sguardo anche alla ‘legacy', all'impatto sulle generazioni future. L'esposizione semi-permanente (fino a fine maggio 2022) curata da Caroline Ugelstad e intitolata ‘Merz! Flux! Pop!' offre al pubblico decine di opere dell'artista tedesco e sei grandi nomi delle avanguardie della prima metà del ‘900. La scelta di Schwitters non sorprende se si scorre la sua biografia che vede l'artista di origine tedesca rifugiarsi in Norvegia nel 1937 a seguito della condanna della sua arte da parte dei nazisti. Purtroppo nemmeno la sua forza creativa è riuscita a distogliere la tradizione pittorica norvegese dai dipinti figurativi, tanto che lo stesso artista produsse diversi ritratti su commissione che vanno ad arricchire l'introduzione alla mostra. La parte principale è dedicata ai famosi collage dell'artista, da lui denominati Merz, accompagnati dalle opere allora contemporanee di Paul Klee, cui li unisce l'aspetto musicale, Brancusi, il surrealismo di Magritte, Ernst, Picabja e Man Ray.
La musica
L'inaugurazione ha visto anche la performance del musicista e performer tedesco Florian Kaplick dedicata all'importante rapporto con la musica, basata su testi dello stesso Schwitters. Grazie a questa espansione permanente e al rapporto costruttivo con il fondo bancario la Henie Onstad si trova di diritto fra le principali istituzioni artistiche da visitare ad Oslo, in posizione complementare rispetto al museo privato Astrup Fearnley, dove prevalgono i grandi nomi internazionali dell'arte di questo secolo come Jeff Koons, Damien Hirst, Anselm Kiefer. Un investimento intelligente per entrambe le fondazioni, il cui esempio virtuoso andrebbe seguito anche altrove.
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