La competitività passa dagli ecosistemi
di Marco Morchio
4' di lettura
Perché limitarci a parlare di Industria 4.0? Ricerca, investimenti, strategie oggi vincenti, stanno già guardando oltre. Oltre il 4.0, all’x.0. Siamo nel pieno di una completa re-invenzione dell’industria che, sfruttando la rapidità dell’evoluzione tecnologica, propone un nuovo approccio, sfidante per le imprese.
Ogni giorno più di 7 miliardi di oggetti sono connessi tra loro e su internet, nei prossimi 3 anni secondo Gartner si arriverà a 20 miliardi. L’abilità delle imprese deve essere quella di comprendere a pieno le potenzialità del cambiamento in atto e di coglierne l’opportunità.
Industry 4.0 che va verso x.0 offre l’opportunità di evoluzione e cambiamento dei modelli operativi. Questi possono, oggi, essere “pensati” senza confini, siano essi geografici, di settore d’attività o di posizionamento sulla catena del valore. In questa logica, le aziende possono ridisegnare la loro filiera produttiva seguendo formule molto diverse dal passato. La connettività avanzata offre la possibilità di disintermediare i canali di distribuzione e di connettersi direttamente ai clienti finali, consentendo di creare modelli di business con un flusso maggiore di dati in entrata, una maggiore comprensione e quindi fidelizzazione dei clienti. Le imprese si trasformano da aziende di prodotto in società di “prodotto come servizio”. Questa intimità con il cliente rende l’azienda più agile nello sviluppo del prodotto e nella sua innovazione, creando nuovi flussi di potenziali ricavi. Questo il cuore dell’Industry x.0, in grado di sbloccare nuovo valore. Valore non solo nella filiera produttiva in senso stretto, ma nel prodotto connesso ed intelligente e nell’esperienza che “fa vivere” al cliente: prodotti intelligenti per un’esperienza iper-personalizzata.
Questo si ripercuote sull’impresa e gli executive ne sono consapevoli. Secondo una ricerca Accenture, il 99% degli intervistati ha già inserito come alta priorità nella propria agenda il “leading to the new”. La forza della rivoluzione digitale e tecnologica, applicata lungo tutta la catena del valore, permette alle imprese di evolvere nella propria visione strategica, nei piani di marketing e penetrazione nel mercato, nelle attività di R&S, nelle operation, sino al customer care. Ed ecco che reinventare il proprio modello di business, offrire prodotti iper-personalizzati e gestire il potere di dati e informazioni lungo la catena del valore, diventano le leve per emergere; mentre risorse, investimenti e nuove competenze (tecnologia digitale, software, analitycs) sono gli abilitatori.
Oggi le aziende sembrano percepire l’opportunità dietro il cambiamento. Uno studio Accenture sulla digital readiness nel contesto italiano riporta che l’84% delle imprese prese in esame riconosce che il digital ha impatti su tutta la value chain e richiama iniziative digitali già nella propria visione strategica. L’attuale classe dirigente sa di dover sviluppare più rapidamente possibile nuove soluzioni e di dover migliorare la “customer satisfaction” acquisendo competenze non presenti all’interno delle proprie aziende, grazie alla partecipazione a un ecosistema digitale. Obiettivi chiari anche al Governo che ha collocato, in questa fase 2 del piano Impresa 4.0, competenza e lavoro come protagoniste e ha posto traguardi sfidanti legati alle infrastrutture per supportare la trasformazione digitale delle imprese (100% delle aziende italiane connesse ad almeno 30 Mbps e 50% ad almeno 100 Mbps entro il 2020).
Il problema che stiamo osservando è che molte imprese, pur avendo compreso il rischio dell’estinzione nel corso dei prossimi 2-3 anni (il 64% dei C-Level intervistati), non sono mature al punto tale da comprendere come trasformare i propri prodotti in prodotti intelligenti, e guidare il cambiamento facendosi promotori della novità. I dati sono comunque incoraggianti: mostrano la volontà di operare e di adattarsi al nuovo contesto. Le aziende italiane stanno investendo parte dei loro ricavi su Industria 4.0. L’impegno profuso dalle imprese deve, però, essere integrato in un processo di trasformazione del modello operativo e del modello di business che permetta loro di cogliere appieno tutte le opportunità offerte dalle attuali tecnologie e dal panorama competitivo e collaborativo di Industry x.0, in direzione della “open innovation”.
La ridefinizione di modelli operativi e filiere produttive deve seguire nuove logiche, dove la customer experience è il fulcro attorno al quale la flessibilità e la creatività sono in costante evoluzione in ottica di miglioramento continuo. Non esiste una ricetta magica, ma start-up, piccole e grandi imprese possono avere successo, anche col supporto di misure governative, nello sviluppare un modello più forte di imprenditorialità e innovazione e trovare il loro spazio e ruolo all’interno di ecosistemi più ampi. Nessuna azienda stand-alone sarà in grado di vincere in questo contesto competitivo. Il valore futuro sarà nella creazione degli ecosistemi; quindi a prescindere dalla tipologia di impresa, è cruciale rivedere la propria strategia, cambiando la natura della collaborazione all’interno e all’esterno dei confini aziendali. Le aziende che sviluppano con successo questa strategia diventano abili a scegliere la giusta combinazione di tecnologie e piattaforme digitali per progettare e sviluppare nuovi e personalizzati percorsi di esperienze per i propri clienti, rispondendo alla nuova domanda del mercato odierno.
L’autore è Accenture Strategy Lead Italia, Europa centrale, Grecia
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