La componentistica industriale ritrova i valori pre-pandemia
di Luca Orlando
2' di lettura
«Chiuderemo con ricavi superiori del 20% rispetto al 2019». «Mai avuto così tanto lavoro, sarà il nostro anno record». Marco Valli e Laura Colombi, numeri uno degli omonimi mollifici, rispettivamente nel novarese e nel lecchese, rappresentano una buona sintesi dell’andamento della componentistica industriale. I loro prodotti di minuteria metallica sono richiesti infatti da centinaia di clienti dei settori più diversi, campione approssimato ma di immediata lettura per avere il polso della manifattura tricolore. Andamento positivo dell’area allargata dei prodotti industriali che trova conferme nei dati di Anima, Federazione della Meccanica Varia che ha già identificato il 2021 come l’anno della riscossa. Dopo un crollo per la verità inferiore alle attese più cupe, limitando i danni del Covid ad una discesa dei ricavi inferiore al 10%, meno della metà rispetto alle stime definite nei periodi più duri del lockdown. Se la caduta è stata meno drammatica del previsto, il rimbalzo è ora superiore alle previsioni più rosee, portando il settore a quota 52 miliardi di produzione. Superiore di due miliardi rispetto al precedente massimo del 2019. A spingere verso l’alto i numeri, con progressi del 15% rispetto al 2020, sono sia la domanda interna che l’export, arrivato oltre il 57% del giro d’affari delle aziende. Star dell’universo rappresentato da Anima (oltre mille aziende e 200mila addetti) è il macro-comparto che gravita attorno al mondo dell’edilizia, rilanciata in Italia anche dalla messa a terra dei bonus fiscali. Che avvantaggiano non solo le aziende edili in senso stretto ma più in generale l’area ampia di componentistica legata ad esempio a caldaie, valvolame, rubinetteria e infissi.
Se nelle specializzazioni di Anima il recupero è corale, abbracciando praticamente tutti i comparti rappresentati, il quadro non è così brillante ovunque, con i dati più problematici per la filiera della componentistica auto, frenata dalle difficoltà dei costruttori provocate in particolare dalla carenza di microprocessori. Nell’area dei sistemi di serraggio, che vede in Lombardia un distretto leader a livello globale, si inizia ad esempio a ragionare di ipotesi di Cassa Integrazione. Casi per ora limitati, con numerose aziende che riescono a compensare le frenate dell’auto con la corsa di altri mercati di sbocco, ad esempio quello dei macchinari. Nelle macchine utensili la domanda resta infatti su livelli record, con gli ordini del terzo trimestre a battere ogni risultato precedente mentre per quelli interni è possibile trovare valori migliori solo tornando al 2007.
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