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La concilizione è nel Dna di Fiberwide: il welfare premia donne e uomini

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di Filomena Greco

 Il team con il direttore generale Ilenia De Boltoli (terza da sinistra)

2' di lettura

Sulla carta d’identità della Fiberwide c’è scritto Azienda del settore Telecomunicazioni al femminile.

«Il nostro modello di business al femminile è nato sul campo, siamo partiti all’inizio degli anni Duemila – racconta il direttore generale Ilenia De Bortoli – e già allora le donne erano in maggioranza. Questo ci ha spinto ad adottare un modello attento alle persone e alla conciliazione, senza in realtà guardare al genere». Si fa conciliazione, dunque, senza farne una questione di genere. «Durante gli ultimi colloqui di assunzione che abbiamo fatto – racconta il direttore – le ragazze selezionate erano incredule perché nessuno aveva chiesto loro se avessero famiglia, se volevano averne. Non abbiamo codificato questo modus operandi, lo applichiamo da sempre, e con il tempo la disponibilità ad adottare modelli capaci di conciliare vita familiare e lavoro non è cambiata». Fiberwide è guidata da una donna così come è donna un tecnico su due. Dentro Fiberwide ci sono storie di conciliazione molto significative. «Chi ha avuto figli in Fiberwide è rimasto in smart working dal giorno 1 – racconta De Bortoli – già a partire dal 2013. Abbiamo una collega che ha lavorato in remoto per 5 anni, nel frattempo ha avuto due bambini, è tornata ed è diventata quadro, dunque responsabile di un settore».

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La società opera nel settore B2B e si rivolge alle aziende, affittando l’infrastruttura o realizzando snodi di proprietà per avere il controllo totale di infrastruttura e servizi. Big esclusi, Fiberwide opera come operatore in un mercato che conta una ventina di player specializzati nel campo, con all’attivo 40 addetti. Nel 2013, anno di svolta, la società fatturava 600mila euro, oggi siamo a 7 milioni e a breve termine l’obiettivo è raggiungere la soglia dei 10 milioni per poi scalare ulteriormente. Un trend di crescita e un modello “virtuoso” di business che ha portato Fiberwide ad entrare nel gruppo Elite di Borsa Italiana. Torino, Roma, Milano, una sede operativa a Genova, dove la società ha portato la fibra a 10 Giga all’ospedale Gaslini, e una in apertura a Verona, queste le sedi della società.

Smart working e flessibilità di orario sono strumenti utilizzati in maniera ampia ed allargata in azienda, e con il passaggio, nel 2013, al modello di Spa con investitori nella compagine sociale c’è stata l’esigenza di spostare la sede da Torino a Milano, con l’adozione del lavoro in remoto come modello di organizzazione. «È stata per noi la cosa più naturale da fare» aggiunge il direttore generale. Oggi su 40 addetti, tutti hanno la possibilità di lavorare da casa due giorni a settimana, «ma se ci sono bisogni particolari c’è la massima flessibilità. Crediamo che se un dipendente è tranquillo e contento lavora meglio e i risultati si raggiungono prima».

Un paio di anni fa l’azienda ha introdotto un modello di welfare con rimborsi parziali per le spese scolastiche, ad esempio, contributi per andare in vacanza, rimborsi per gli interessi dei mutui. «Siamo partiti da poco tempo – spiega De Bortoli – ma come piccola azienda sappiamo di essere avanti perché stiamo di fatto adottando politiche legate al welfare generalmente in capo ad aziende molto più strutturate e di maggiori dimensioni.

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