l’INCHIESTA DEL SOLE 24 ORE

La conferma di Padoan: conti degli organi di sicurezza nel gruppo Popolare Vicenza

di Redazione Online

(ANSA)

3' di lettura

Dopo l’inchiesta del Sole 24 Ore che ha svelato l’esistenza di centinaia di operazioni bancarie in capo all'Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi) e alla gemella Aise (in un periodo compreso tra il 17 giugno 2009, all'epoca del quarto governo Berlusconi, e il 25 gennaio 2013, durante il governo Monti), tutte transitate dal gruppo Banca Popolare di Vicenza, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha confermato che negli anni riportati «risultano essere stati operanti conti correnti degli organismi di informazione per la sicurezza della Repubblica». Lo ha fatto rispondendo a una domanda sulla presenza in Banca nuova, controllata da Popolare Vicenza (ora in liquidazione coatta amministrativa) di conti riferibili ai servizi di informazione. «Si segnala comunque - ha precisato Padoan- che si tratta di materia sottoposta per legge al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ha già formulato richiesta a riguardo».

Caso Masi: pronti a costituirci parte civile
L’incarico di consigliere di Susanna Masi per il ministero dell’Economia e delle Finanze è cessato con decreto del 23 novembre 2017, il giorno dopo la diffusione dell’indagine a suo carico, ed il ministro non era stato informato dalla consulente delle indagini che la riguardavano. È quanto ha spiegato in sintesi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan al question time. «È intendimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze costituirsi parte civile in caso di instaurazione nei suoi confronti di un giudizio penale, ferma restando la procedura prevista dalla legge» ha aggiunto Padoan rispondendo al question time, in Aula alla Camera, a un’interrogazione sull’ex consigliere del Tesoro Susanna Masi, accusata di aver venduto notizie sulle norme fiscali in adozione da parte del governo a Ernst & Young, società di consulenza legale e tributaria per cui aveva lavorato in passato. La donna è accusata di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e false attestazioni sulle qualità personali per non aver dichiarato il conflitto di interessi, ossia di fare il doppio lavoro. Nell'inchiesta il Ministero dell'Econonomia è parte offesa.

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«Da Ue nessuna richiesta manovre correttive»
Parlando dei rilievi della Commissione Ue alla manovra (il progetto di bilancio italiano è stato giudicato «a rischio di non rispetto del Patto di Stabilità», ndr) Padoan ha poi escluso di nuovo la necessità di manovre correttive, in quanto «la stima della variazione del saldo strutturale per il 2017 e per il prossimo anno è da considerarsi ancora preliminare e potenzialmente oggetto di successive revisioni nei prossimi mesi e non può al momento giustificare l'adozione di manovre correttive aggiuntive rispetto a quella in corso di adozione». «La Commissione - ha sottolineato Padoan - raccomanda che il Ddl bilancio non sia diluito nel corso dell’iter parlamentare in quanto ha impatto sui saldi di finanza pubblica e sostenibilità del debito con particolare riguardo al sistema pensionistico».

«Su derivati documenti a Commissione banche»
«Gli elementi di cui all’interrogazione sono stati oggetto di richiesta da parte del presidente della Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario con lettera 23 novembre 2017 alla quale si è dato oggi un primo ampio riscontro». Ha risposto così in aula a Montecitorio durante il question time invece il ministro dell'Economia alle richieste di Renato Brunetta che, riferendosi alle operazioni in derivati ha parlato senza mezzi termini di «gestione opaca» e di possibile «falsificazione del bilancio dello Stato». «La Corte dei Conti in sede di
parificazione del rendiconto - ha tuonato Brunetta - ha denunciato l'opacità del
bilancio dello Stato, in quanto non erano disponibili i dati sui cosiddetti derivati. Ha denunciato, inoltre, la possibile sproporzione tra rischi assunti dalla Repubblica rispetto a quello dei singoli operatori. Si parla di 40 miliardi di euro.
In altri termini, lo Stato italiano ha assunto un rischio che incide sull'equilibrio di bilancio e il Parlamento è stato tenuto all'oscuro di tutto questo».

«La documentazione trasmessa alla Commissione - ha spiegato Padoan - ha natura riservata» e contiene «copia della relazioni alla Corte dei Conti per i due semestri di ciascuno degli anni 2011 e 2012 nelle quali sono descritte tutte le operazioni in strumenti derivati, si forniscono altresì nota esplicativa dei modelli di valutazione dei contratti derivati e dei costi di esecuzione delle ristrutturazioni effettuate con Morgan Stanley. Per produrre gli ulteriori elementi richiesti è necessario ulteriore lavoro che sarà completato nel minor tempo possibile».

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