La conferma dal Trentino: con la Dad in calo i livelli di apprendimento
In aumento dell’11,9% gli studenti che si collocano nella fascia bassa: lo dicono i 7.220 questionari somministrati a febbraio 2021
di Redazione Scuola
1' di lettura
Sono 7.220 i questionari somministrati nel febbraio 2021 agli insegnanti e agli studenti trentini, su precisa richiesta del Consiglio provinciale di Trento, per valutare la didattica a distanza introdotta con il Covid. Dall’indagine emerge come i livelli di apprendimento, secondo la percezione dei docenti, abbiano risentito molto della didattica a distanza (Dad). Lo ha detto la sovrintendente scolastica della Provincia autonoma di Trento, Viviana Sbardella, invitata a relazionare sui risultati dello studio in Quinta commissione del Consiglio provinciale di Trento.
Il gap di apprendimenti
Stando a quanto riferito, risultano in crescita, rispetto ai livelli pre Covid, gli studenti che si collocano nella fascia bassa (+11,9%). Segno positivo anche per gli studenti di livello medio-basso (+27%) e in forte aumento i ragazzi di livello medio (+40%). Gli studenti del livello più alto sono aumentati solo del 2,7%. I dati sono stati confermati anche dalle prove Invalsi.
L’impatto sul primo ciclo
Particolarmente colpite da questa situazione sono le scuole elementari e medie, nelle quali il rapporto in presenza con l’insegnante è fondamentale. L’80% dei professori, invece, ha dichiarato di avere strumenti e luoghi idonei per lavorare: il 60% ha insegnato da casa, il 25% a scuola. Le modalità sono state perlopiù tradizionali, e il 50% ha dichiarato di aver fatto lezioni frontali a distanza. «Le modalità sono rimaste quelle solite anche perché - ha detto Sbardella - non c’è stato il tempo di aggiornare gli insegnanti».
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