La “correzione” potrebbe scendere a 3 miliardi
di Dino Pesole
2' di lettura
Nel 2016 - certifica l'Istat - è andata un po' meglio del previsto. La variazione di in decimale rispetto al'ultima stima del Governo non è tale di per sé da ingenerare eccessive aspettative e tuttavia, se la velocità della ripresa registrata nell'ultimo trimestre dello scorso anno si trasmettesse con maggior vigore sul 2017, si potrebbe puntare quest’anno a un tasso di crescita più sostenuto dell'1% previsto dai più recenti documenti programmatici.
La Commissione europea non vede il “rimbalzo” tanto che tiene fermo lo 0,9% sia per il 2016 che per il 2017. Ora si tratta di valutare, dati alla mano, se il minor deficit indotto dalla sia pur lieve variazione al rialzo della crescita 2016 possa ridurre il totale della correzione chiesta da Bruxelles (3,4 miliardi ).
Secondo le ultime proiezioni si potrebbe scendere attorno ai 3 miliardi ma evidentemente su questo argomento la trattativa con Bruxelles è in corso e se ne saprà di più nei prossimi giorni. Il 2107 è un anno ad alto rischio per la crescita, tra l”incertezza politica che già si è manifestata con l'aumento dello spread fino a 200 punti base, e le residue chance a disposizione del governo di provare a spingere l'acceleratore sulla domanda interna con azioni mirate di stimolo anche fiscale.
Ma di quanto tempo potrà disporre l”attuale governo prima di passare la palla agli elettori? Al momento è possibile ipotizzare per l'autunno la fine anticipata della legislatura. Mesi preziosi da sfruttare per provare a spingere più in alto l'asticella della crescita. In caso contrario sarà nei fatti un anno perduto e non ce lo possiamo permettere come ci dicono tristemente i dati sulla disoccupazione giovanile.
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