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La corsa di Bitcoin, Ethereum and co. Ora valgono 3.000 miliardi, più di Microsoft

Il nuovo record è stato infranto ad inizio settimana quando il prezzo del Bitcoin si è riportato vicino ai 67mila dollari, il massimo storico. Tante alternative coin sono già ai massimi di tutti i tempi. Occhio al pericolo di bolle speculative

di Vito Lops

Young Finance: conosci le criptovalute?

3' di lettura

Quattro anni fa il mercato delle criptovalute (Bitcoin compreso) capitalizzava 200 miliardi di dollari. Ora siamo a 3mila miliardi di dollari, più di Microsoft per intenderci. Il nuovo record è stato infranto ad inizio settimana quando il prezzo del Bitcoin si è riportato vicino ai 67mila dollari, il massimo storico toccato lo scorso 20 ottobre.

Stanno invece viaggiando in territorio inesplorato Ethereum (la seconda crypto per market cap che ai livelli attuali ha superato i 500 miliardi di Visa) e numerose alternative coin, progetti di vario genere dell’industria crypto che stanno costruendo nuovi ecosistemi e blockchain su cui far girare applicazioni decentralizzate (dapp) attive in progetti finanziari (prestiti e depositi), ludici (gaming) e di tokenizzazione degli asset (attraverso gli nft, non fungible token).

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Il valore dell’industria - che stando al censimento quotidiano fornito dal sito Coinmarketcap.com - conta quasi 14mila progetti - non è mai stato così elevato, il 1.400% in più rispetto a fine 2017. Segnale che gli investimenti in questo comparto stanno crescendo, non solo in ottica speculativa (quindi puntando a plusvalenze di prezzo) ma anche in ottica di lungo termine, da parte di coloro che puntano su un’affermazione futura del mondo crypto in vari ambiti economici grazie alla decentralizzazione.

Va detto che i capitali sono perlopiù concentrati sui primi della classe: oltre a Bitcoin (che da sola capitalizza 1.250 miliardi) e alla già citata Ethereum (566 miliardi) in grande fermento sono le quotazioni di Binance (il più grande exchange crypto al mondo che si è dotato nel frattempo di una blockchain, la Bsc, molto veloce e scalabile) che ha superato i 110 miliardi di dollari e che al momento “vale” più di Coinbase (il più grande exchange statunitense) che al Nasdaq capitalizza 72 miliardi. È un momento di grande euforia anche per i progetti layer 1, quelle blockchain che in un certo qual modo puntano a fare concorrenza ad Ethereum.

I nomi di punta delle ultime settimane sono Solana, Polkadot, Avalanche. Al di là di ciò è difficile ora trovare dei progetti che stiano andando male. Anche perché a detta degli esperti si starebbe confermando la struttura ciclica di questo mondo che parte dall’halving del Bitcoin (il dimezzamento, ogni quattro anni, delle commissioni ai minatori di Bitcoin che sintetizza la struttura programmata di inflazione decrescente della moneta) e poi trova il suo picco al termine dell’anno successivo. Dato che l’ultimo halving c’è stato nel maggio del 2020, questo 2021 stando alla teoria ciclica sarebbe l’anno della “bull run”. Così perlomeno è accaduto nel 2013 e nel 2017, gli anni successivi agli halving del 2012 e del 2016. E così al momento i numeri indicano che stia accadendo anche a questo giro della crypto-storia.

IL BALZO DELLE CRIPTOVALUTE
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Bisogna però fare molta attenzione a non farsi prendere dai facili entusiasmi. Si tratta di mercati non regolamentati e per questo esposti a maggiori manipolazioni di prezzo. Allo stesso tempo va ricordato che la stessa struttura ciclica, qualora dovesse ripetersi, nelle precedenti due edizioni ha esposto gli investitori a violenti ritracciamenti, anche superiori all’80% al termine della “bull run”.

Al netto di queste tecnicalità il recente flusso di notizie pare positivo. Il nuovo sindaco di New York, Eric Adams, ha dichiarato di voler trasformare la Grande Mela in un centro nevralgico dell’industria delle criptovalute annunciando che i suoi primi tre stipendi saranno in Bitcoin. Inoltre, i regolatori australiani hanno approvato un Etf sul prezzo spot di Bitcoin ed Ethereum. Gli investitori attendono una news del genere anche dalle parti di Wall Street. Il mese scorso la Sec ha approvato un Etf sui future. Qualora nelle prossime settimane arrivasse un ok anche sull’ “Etf spot” potrebbe essere la ciliegina di una già ricca torta. Ma come tale esposta ai rischi tipici di una bolla speculativa.

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