ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’obbligo nei posti di lavoro

Coronavirus, è corsa ai vaccini: solo 10 giorni per mettersi in regola con il green pass

Chi sceglie il vaccino per ottenere il certificato verde - obbligatorio da metà ottobre nei posti di lavoro - ha tempo fino a fine settembre per far valere il pass che diventa valido solo 15 giorni dopo la prima dose

di Marzio Bartoloni

Smart working non automatico senza green pass

3' di lettura

Gli indecisi del vaccino tornano ad affacciarsi negli hub dove in diverse Regioni ci si può presentare direttamente senza appuntamento . Altri invece si stanno prenotando per i prossimi giorni. Perché dopo il varo dell’obbligo del green pass per tutti i luoghi di lavoro dal prossimo 15 ottobre c’è poco tempo per mettersi in regola.

Almeno per quelli che decideranno di ottenere il pass attraverso il vaccino: il certificato verde è valido infatti 15 giorni dopo la prima dose, questo significa che chi vuole farsi trovare “pronto” con il pass in tasca da metà ottobre ha tempo fino al prossimo 30 settembre.

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Ripartono le vaccinazioni

I primi segnali della ripartenza delle iniezioni si sono avvertite subito dopo il varo del decreto in consiglio dei ministri che ha introdotto in tutti i luoghi di lavoro - pubblici e privati - l’obbligo di green pass.

Il commissario Paolo Figliuolo ha parlato di un aumento del 35% delle vaccinazioni e di una crescita delle prenotazioni dal 20% al 40%. I primi dati che si stanno stabilizzando parlano di oltre 75mila prime dosi - quelle che contano per far crescere la platea degli immunizzati - questo sabato 18 settembre contro le 63mila di sabato scorso 11 settembre.

Regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Piemonte hanno registrato un raddoppio delle prenotazioni in un solo giorno. Certo si tratta solo di una prima fiammata, tanto che lo stesso Figliuiolo ha detto cautamente che ora «occorre monitorare, nei prossimi giorni, l'andamento delle adesioni per valutare se il trend attuale si consoliderà in maniera strutturale».

Tempi stretti per fare la prima dose

Il decreto con l’obbligo di green pass sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale questo lunedì per entrare in vigore il giorno dopo. Il provvedimento fa scattare dal 15 ottobre l’obbligo per tutti i lavoratori pubblici e privati, autonomi compresi, di avere in tasca un green pass per entrare in qualsiasi luogo di lavoro.

Dunque non solo per accedere negli uffici o nelle fabbriche lì dove sta tornando il lavoro in presenza sempre più in modo massiccio ma anche per entrare nelle case private dei cittadini: è il caso a esempio della colf o della badante, ma anche dell’idraulico o dell’elettricista che deve fare una riparazione.

Oggi secondo le stime ufficiali del Governo ci sono 4,1 milioni di lavoratori sprovvisti di green pass. E per chi sceglie di ottenerlo attraverso la vaccinazione deve tenere in conto che il certificato verde diventa valido 15 giorni dopo la prima iniezione. Dunque a conti fatti per chi vuole farsi trovare in regola subito e cioè da metà ottobre ci sono ancora 10 giorni a disposizione per la prima iniezione.

Ecco perché a esempio dall’assessore del Lazio Alessio D’Amato è arrivato l’invito esplicito ai lavoratori «a non ridursi all’ultimo momento» per evitare code e caos.

L’alternativa costosa del tampone

Oltre alla vaccinazione (e alla guarigione dal Covid) per ottenere il green pass c’è una ultima possibilità: quella di ricorrere al tampone. Con una avvertenza e cioè che in questo caso il certificato verde vale solo 48 ore, almeno se si ottiene con il test rapido antigenico che si fa a esempio in farmacia e la cui risposta arriva in 10 minuti.

Quello molecolare - che bisogno di 24 ore per essere processato in laboratorio - sarà valido anche per 72 ore come previsto da un emendamento al decreto green pass bis approvato in Parlamento che entrerà in vigore a breve.

Nonostante il pressing della Lega non sarà possibile per i lavoratori effettuare i tamponi gratuitamente, lo potranno fare solo i pazienti molto fragili per i quali è sconsigliata la vaccinazione. Dunque chi non si vuole vaccinare e punta a risparmiare dovrà scegliere i tamponi rapidi antigenici in farmacia che hanno un prezzo che è stato calmierato dal Governo fino a fine dicembre.

I prezzi sono stati fissati a 15 euro per gli adulti e 8 euro per gli under 18. Ma nell’ipotesi di lavoro sempre in presenza il lavoratore rischia di dover sborsare di tasca propria fino a 60 euro a settimana per tre test, in pratica quasi 250 euro al mese.

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