La Corte dei Conti europea bacchetta le politiche Ue per le vigne: non sono green
Le risorse per ridurre l'impatto sull’ambiente avrebbero sortito l’effetto opposto, per esempio passaggio a varietà di viti che necessitano più acqua
di Micaela Cappellini
2' di lettura
Le risorse che Bruxelles ha stanziato per aumentare la sostenibilità ambientale della viticoltura europea non solo non hanno dato i risultati sperati: addirittura, sono state controproducenti. L’accusa arriva direttamente dalla Corte dei Conti Ue, che nella sua ultima relazione esprime preoccupazione circa gli effetti delle misure europee a favore dei viticoltori.
I metodi di coltivazione utilizzati in Europa, scrive la Corte, raramente sono “verdi”. In pratica, le risorse Ue non sarebbero state indirizzate verso progetti volti a ridurre l'impatto della viticoltura sul clima o sull'ambiente. Anzi, tale misura potrebbe aver sortito l’effetto opposto, come il passaggio a varietà di viti che necessitano più acqua. Analogamente, l’aumento dell'1 % della superficie viticola, esteso per ulteriori 15 anni (fino al 2045), non è mai stato valutato sotto il profilo ambientale.
Anche nella nuova Pac le ambizioni ambientali per il settore vitivinicolo restano limitate. In passato, la Corte dei Conti europea ha raccomandato di collegare esplicitamente i pagamenti a favore dei viticoltori al rispetto di requisiti ambientali. Nella nuova Pac, invece, tali requisiti per l’erogazione dei finanziamenti destinati alle ristrutturazioni sono stati aboliti. Inoltre, gli Stati membri della Ue saranno tenuti destinare solo il 5 % delle risorse stanziate per il settore vitivinicolo ad azioni relative ai cambiamenti climatici, all'ambiente e alla sostenibilità.
Impatto sulla competitività non valutato
Anche i cambiamenti non strutturali o i normali rinnovi dei vigneti vengono finanziati da Bruxelles, benché tali azioni non siano ammissibili a ricevere finanziamenti. I beneficiari - accusa la Corte dei Conti - non sono neanche tenuti a comunicare in che modo l’attività di ristrutturazione abbia accresciuto la loro competitività. Inoltre, né la Commissione europea né gli Stati membri valutano in che modo i progetti sostenuti contribuiscano effettivamente a rendere i viticoltori più competitivi, e lo stesso vale per il sistema di autorizzazione degli impianti.
In Europa il settore vitivinicolo è fortemente regolamentato e sostenuto. I viticoltori ricevono dalla Ue circa 500 milioni di euro all'anno per ristrutturare i vigneti e diventare più competitivi. Dal 2016 possono anche richiedere l’autorizzazione a piantare ulteriori viti, al fine di consentire una crescita controllata della produzione potenziale, con un aumento annuo massimo dell’1 %. L’Unione europea è il maggior produttore, consumatore ed esportatore mondiale di vino e conta 2,2 milioni di aziende vinicole.
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