New York

La Corte d’Appello conferma la sentenza 5Pointz

Riconosciuti sotto il VARA i diritti morali dei graffitari e street artist sulle opere realizzate sul complesso di Long Island City

di Giuditta Giardini

3' di lettura

La Corte d’Appello del Secondo Circuito, la più alta corte federale dello Stato di New York, la cui autorità è seconda solo alla Corte Suprema di Washington DC, ha raggiunto un verdetto ieri sfavorevole all'appello presentato da G &M Realty L.P, 22-50 Jackson Owners L.P. e LLC, ACD Citiview Building, e Gerald Wolkoff contro la decisione del giudice Frederic J. Block della Corte Distrettuale del Distretto Est di New York favorevole al gruppo di graffitari e street artist attivi nel complesso industriale di 5pointz (Long Island City, New York). La Corte nel 2017 aveva ritenuto la distruzione del palazzo “istoriato” dagli artisti, avvenuta nel maggio 2013, una violazione del Visual Artists Rights Act del 1990 (VARA), atto che ha introdotto il Paragrafo 106A(a) nel Titolo 17 del Codice U.S - sul diritto d'autore con cui gli Stati Uniti hanno importato i diritti morali, di matrice europea, nel loro sistema. Lo statuto impedisce la modificazione delle opere d'arte che possano danneggiare la reputazione degli artisti e garantisce il diritto di questi ultimi ad avere protette le loro opere aventi “riconosciuta levatura” (“recognized stature”) artistica da qualsiasi tipo di distruzione intenzionale (17 U.S.C. §106A(a)(3)(B)).

Il percorso processuale
La pronuncia della Corte Distrettuale aveva fatto scalpore per la generale scarsa applicazione del VARA, ma soprattutto per il risconocimento dei diritti morali agli artisti di strada. Nel 2017, il tribunale di prima istanza– dopo aver negato qualsiasi misura cautelare (TRO e preliminary injunction) richieste dagli attori per impedire la distruzione del fabbricato preferendo rimandare la questione a processo – aveva rimesso la decisione alla giuria che aveva ravvisato una violazione del VARA per 28 dei 49 lavori con precedente riconoscimento del cosiddetto “recognized stature” previsto dal § 106A(a). Infine, il giudice Block – a cui spettava la determinazione dei danni - aveva concluso che parte attrice aveva fornito “una pletora di prove e, nel dettaglio, testimonianze di esimi esperti del settore tali che anche sotto il più severo regime probatorio si sarebbe dovuto riconoscere la levatura artistica di quasi tutti i lavori degli artisti in causa”. I danni liquidati dal giudicante al tempo ammontavano a 545.750 $ di danno emergente (il danno effettivo) e 651.750 $ di statutory damages, ossia danni legali previsti dallo Statuto cioè ex lege. Nella motivazione finale della decisione della Corte Distrettuale veniva riconosciuta la levatura aristica di 45 opere su 49.

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La sentenza
Lo scrutinio della Corte d'Appello sulla precedente decisione è stato contraddistinto da una devoluzione piena, ossia una valutazione de novo nel merito e nella legge applicabile. Il giudice Parker D. Barrington, a pagina 13 della sentenza, fornisce una definizione di “recognized stature” creando un test giurisprudenziale desunto da Carter v. Helmsley-Spear Inc.: “concludiamo che un'opera d'arte ha una riconosciuta levatura artistica quando è di alta qualità (high quality), status, e calibro ed è così riconosciuta da una comunità di rilievo [...] la componente più importante della statura dell'opera è la sua qualità artistica. Con comunità di rilievo si intende la comunità artistica, comprendente storici dell'arte, critici d'arte, curatori di musei, galleristi, artisti preminenti e altri esperti”. La Corte chiosa sul punto definendo il concetto di riconosciuta levatura artistica come un concetto “fluido”, e fa un esempio dicendo che anche un'opera minore di un artista noto, come Monet, merita una protezione sotto l'ombrello del VARA qualora venga distrutta, “perché è nell'interesse pubblico proteggere la cultura di questa nazione”.
La consacrazione delle opere di Street Art arriva, infine, quando il giudice Barrington cita un passo della dottrina tratto da un articolo di Richard Chused comparso sul Columbia Journal of Law & the Arts definendo l'arte di strada, sebbene temporanea, come una delle più importanti categorie del Contemporaneo e sul punto è citato Banksy e la sua «Girl with a Balloon» battuta all'asta da Sotheby's per 1,4 milioni di dollari. Secondo la Corte d'Appello se il legislatore avesse voluto proteggere solo opere “permanenti” sotto il VARA avrebbe certamente incluso una definizione restrittiva nel Titolo in commento. Nella decisione è citato a più riprese l'intervento di esperti di Street Art, tra cui Renee Vara, che sono stati chiamati dalla difesa degli artisti per testimoniare in favore dell'importanza delle opere. Interessante è stato l'utilizzo, in udienza, di social media, come Instagram, per provare la diffusione delle opere, si tratta di un unicum per un cosiddetto “VARA case”.

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