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La cravatta torna protagonista del guardaroba maschile e femminile

Un accessorio che ha saputo reinventarsi oltre la convenzione, la provocazione e il genere. Da quella in seta tufté a quella ipercolorata, c'è spazio per le sperimentazioni artistiche

di Livia Di Vincenzo

Da sinistra, cravatta in lana tricot, CANALI (130 €); in seta tufté, HERMÈS (310 €); in seta a righe, “signature”, PAUL SMITH (130 €); in twill di seta a micro stampa, SALVATORE FERRAGAMO (180 €); in seta jacquard, ETRO (190 €); in versione femminile, in seta stampata a fiori, LOUIS VUITTON (305 €).

3' di lettura

A chi volesse sapere se un accessorio maschile è finalmente tornato di moda (e non è più solo un obbligo da boardroom), basta guardare le sfilate femminili. È lì che si muovono le antenne più sensibili di creativi, trend hunter e stylist ed è lì che il piacere, la voglia e la leggerezza nel portare qualcosa prevale sulla necessità e crea una tendenza. Ma attenzione, la proposta - da Louis Vuitton a Dior nella prefall 2022 fino al look di Zendaya al party degli Oscar - non è un diktat, ma il risultato di un'abilissima capacità di captare il sentimento delle nuove generazioni riguardo al dato accessorio. Lo si vede in passerella perché è nello Zeitgeist, ma dalla passerella arriva più velocemente al consumatore.

In Spatriati di Mario Desiati, vincitore del Premio Strega, Claudia - protagonista con l'amico Francesco di questa storia di formazione e di straniazione - al liceo porta la cravatta, simbolo di un anticonformismo congenito che si dipanerà nel corso delle pagine. Quello che su un uomo è sinonimo di convenzione, sulla donna diventa quasi provocazione. Oggi, in un sistema molto meno prono ai generi, la cravatta non è più né l'una né l'altra cosa: è semplicemente una possibilità. Non è raro vedere feste di ventenni che comprendono nel parterre ragazzi in T-shirt e bermuda e altri con camicia e cravatta, portati con la stessa nonchalance. Ma una volta che la cravatta rientra dall'arco di trionfo delle sfilate, le maison non si lasciano sfuggire l'occasione per sperimentare e dare un'interpretazione nuova a un classico.

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A sinistra, TRICOT Morbida e destrutturata, la cravatta in maglia di seta, lavorata a punto grana di riso, esprime al meglio il lato informale di questo accessorio, TOM FORD (167 €, su Mr Porter). A destra, SENZA STAGIONE In seta jacquard leggerissima, lavorata a telaio, con il classico disegno geometrico bicolore bianco e blu (210 €), camicia in popeline. Tutto CHARVET.

 

Da Hermès, per la prima volta, la cravatta 7 centimetri è in seta tufté, ovvero lavorata col metodo tuffetage (punto tappeto) e dotata di rilievi 3D. Per Salvatore Ferragamo la ricerca meticolosa del colore si muove di pari passo con la scelta di motivi originali che mescolano pattern grafici con elementi del mondo naturale come piante e animali. Se il contesto generale è mutato, e dunque la tendenza pare al momento più rilevante dell'etichetta, rimane una certezza: la cravatta completa l'abito con la precisione di un punto fermo in fondo a un discorso. Designer e maison come Tom Ford e Canali, che hanno ridato slancio all'abito da uomo nella sua accezione più sartoriale, non hanno mai rinunciato a questo segno di interpunzione, ma ne aggiornano di continuo la sostanza: le versioni più recenti sono in maglia di seta, per una sensazione confortevole.

 

Il contenuto del discorso formulato attraverso abito e cravatta, però, è tutt'altro che unico. Il critico d'arte e ¬¬curatore Milovan Farronato li indossa nel video di Matteo Domenichetti, Clever Dogs to Stay Out of the Sun! parte della serie PompeiCommitment, commissionati dal Parco Archeologico di Pompei, in cui viene enunciata la pratica di dissidenza digitale del “profile swapping”, ovvero dello scambio di profilo IG tra amici al fine di confondere, beffare e rendere vano l'algoritmo che “termo-regola” la nostra esistenza virtuale, ghettizzandoci in contenuti sempre uguali e la cui ridondanza ci ottunde (@canis_in_somno). Per farlo, assume anche lui diversi connotati, vestendo un abito in cui raramente lo si vede, e giocando sulla libertà prodotta dall'ambivalenza.

Milovan Farronato in un fermo immagine del video “Clever Dogs to Stay Out of the Sun!”.

 

Una cravatta per evadere dalla propria identità digitale, tautologica e priva di evoluzione, è quasi un segno di sfida al mondo contemporaneo. Un simbolo di prestigio e di qualità è invece una cravatta di Charvet Paris, in seta jacquard con effetto iridescente. Il sarto Gaetano Aloisio, presidente dell'Accademia Nazionale dei Sartori, propone una scelta inimitabile. Per i suoi clienti, che includono reali, esponenti dell'alta finanza e presidenti, fa creare da un setificio di Como tagli unici, jacquard o stampati, usati per produrre solo due cravatte gemelle, da abbinare all'abito ordinato dal cliente. Due, per avere la possibilità di sostituirla, in caso di incidenti di percorso (macchie). E se il cliente ne volesse un'altra? Impossibile recuperare motivo e tessuto. Che sono da sempre delizia di chi li indossa e divertissement di chi li crea, da Paul Smith a Etro. Mix di motivi pop, grafici e fantasie assicurano che il punto che si vuole mettere al discorso possa essere anche esclamativo.

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