ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCrescita in forse

La crescita di Pechino rischia di arenarsi sui consumi interni

La NDRC, braccio armato del Partito comunista, ammette il rallentamento del primo semestre, ma il vero nodo è la stagnazione a livello locale

di Rita Fatiguso

2' di lettura

La crescita cinese c’è, ma la strada è in salita. Lo conferma il braccio armato del partito sulle riforme, la National and development reform commission (NDRC), che ha reso noto nella conferenza stampa di metà anno l’andamento del primo semestre dell'economia cinese. La NDRC interviene, a ruota, dopo la diffusione del dato del Pil del secondo trimestre che conferma il rallentamento della crescita: +7,9% nel secondo trimestre, Pechino torna alla normalità dopo l’esplosivo +18,3% dei primi tre mesi del 2021.

He Lifeng, a capo della NDRC

Una partita giocata a livello locale

Ci sono molti punti oscuri, soprattutto a pochi giorni dal primo taglio dei ratios alle riserve bancarie da un anno a questa parte.

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Ma, ancora una volta, la NDRC non scende dal macro al micro. La partita cinese si gioca tutta a livello locale. L'elemento critico è quello dei consumi interni, considerati un driver cruciale per la ripresa cinese e che, invece, in alcuni casi si dimostra meno forte della crescita industriale e della bilancia commerciale.

Alcune province e città strategiche, in testa Wuhan, epicentro del Covid-19, non reagiscono sul fronte della crescita, e si dimostrano disallineate rispetto al criterio nazionale.

Tra queste alcune che nel 2021-2019 avevano dimostrato di reggere all'impatto del Covid-19: Guiyang (Guizhou) aveva registrato un +12,3%, Yinchuan (Nigxia) -2,8%, Shijiazhuang (Hebei) -2,8% e -2,3% Wuhan (Hubei).

Ma è il confronto del 2021 sul 2020 a incassare una trafila di dati negativi: rispettivamente, -14,3, -07, -4,9, -6,8.

Su 28 capitali provinciali ben quattro nei dati dell'Istituto di statistica hanno mostrato un calo, in maggio, sullo stesso periodo dell'anno scorso.

La Banca centrale cinese

I nuovi problemi all’orizzonte

Brutto segnale, senza cambiamenti, il prossimo trimestre sarà devastante. I dati regionali sono spesso negletti, come pure i fabbisogni.

Oggi la Banca centrale, come ogni 20 del mese, si concentra sui tassi LPR della clientela prime. Un taglio si aggiungerebbe a quello dello 0,5% dei ratios delle riserve bancarie, operativo dal 15 luglio. Ma è sufficiente inondare il mercato di liquidità?

“Il Pil nazionale può fornire un'idea dei punti di forza e di debolezza relativi di alcune delle economie provinciali e della loro dipendenza dal continuo indebitamento per il raggiungimento degli obiettivi di crescita - si legge nel 12esimo Rapporto La Cina nel 2021 del Cesif-Fondazione Italia Cina, che viene presentato a Milano. Ogni anno c’è una sostanziale discrasia tra il Pil nazionale e la somma dei vari Pil di ciascuna provincia. Le 31 realtà provinciali sono classificate insieme agli obiettivi di crescita dichiarati per il 2021 e alle stime del debito. In passato, i valori medi di target e crescita effettiva del Pil provinciale superavano di gran lunga la media nazionale, ma negli ultimi anni si è riscontrata una convergenza con il dato nazionale”.

Nel 2021, addirittura, potrebbero scendere largamente al di sotto.


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