IL TRAVAGLIO DEL PD

Pd allo scontro finale, Renzi prepara la scissione. Zingaretti: vedremo con Mattarella la soluzione migliore

L’ex premier va avanti con il progetto di un nuovo partito: potrebbe chiamarsi “Azione civile”

di Mariolina Sesto

Weekend di crisi: Salvini contestato al Sud, il Pd si spacca

2' di lettura

Il deflagrare della crisi di Governo ha messo tutti i partiti di fronte a un bivio ma ha, al momento, soprattutto provocato una profonda divisione dentro il Pd. L’idea sostenuta con forza dall’ex premier Matteo Renzi di puntare su un governo “salva-conti”, di transizione, che traghetti verso elezioni nel 2020 non piace al segretario dem Nicola Zingaretti e al suo entourage.

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E di fronte a questa posizione, Renzi starebbe meditando di uscire dal partito insieme agli esponenti a lui vicini, accelerando con la formazione del nuovo partito di cui si fa già il nome: “Azione civile”.

Intanto il segretario, che alle 14 ha visto i capigruppo, detta la sua linea: «Non credo sia possibile e credibile un’ipotesi che preveda un governo per fare la manovra da cui questo governo sta scappando per poi andare a votare. Questo sarebbe davvero un regalo a quella destra pericolosa che tutti vogliamo fermare. Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella
quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l’Italia».

ANALISI / I 4 scenari per uscire dalla crisi

Il no di Zingaretti e l’accelerazione di Renzi
Il no di Nicola Zingaretti a un esecutivo che tenga assieme dem e 5 Stelle per salvare gli italiani dalla «botta» dell’Iva e approvare il taglio dei parlamentari, ha allarmato i renziani e convinto Renzi ad accelerare verso lo strappo. L’ex premier non ha la minima intenzione di recedere e potrebbe chiedere una riunione della direzione del partito e un voto nei gruppi parlamentari. Forte del fatto che, sia alla Camera che al Senato, la maggioranza di deputati e senatori sta con lui. In suo favore anche la scarsa voglia di andare a votare che circola negli scranni del Parlamento.

VOTO SI’ VOTO NO / Le posizioni dei partiti

Pontieri al lavoro
Al momento le posizioni di Renzi e Zingaretti appaiono inconciliabili, ma ad avvicinarle potrebbe essere una moral suasion del presidente Mattarella. O almeno, questo sperano dirigenti dem del calibro di Graziano Delrio e Dario Franceschini. In ogni caso, nel partito sono al lavoro i “pontieri” che potrebbero quanto meno avvicinare il punto di visto di segretario ed ex premier. Nelle ultime ore qualcuno parla di uno Zingaretti pronto ad accettare un governo ma solo se fosse di legislatura, con scadenza 2023. Nulla però, al momento, di ufficiale. In prima fila tra i pontieri c’è Goffredo Bettini, uomo vicinissimo al segretario Pd e governatore del Lazio. «O si dà vita ad un governo di lungo respiro, con una maggioranza chiara e un programma condiviso, o è meglio andare a votare, come ha detto Zingaretti» ha aperto Bettini. Proprio a queste dichiarazioni è appeso il possibile compromesso Renzi-Zingaretti

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