La cultura aspetta il 2 per mille ma senza decreto nessuno firmerà
Applicata solo nel 2016, la quota Irpef devolvibile alle associazioni è tornata col decreto Agosto: manca però il provvedimento di attuazione
di Valentina Melis
I punti chiave
3' di lettura
Due per mille dell’Irpef alla cultura bloccato ai nastri di partenza. La possibilità per i contribuenti di destinare una quota dell’Irpef alle associazioni culturali è stata reintrodotta per il 2021 (dopo un anno di applicazione nel solo 2016) ma, rimasta senza decreto attuativo, è ancora in stand-by. Significa che, pur andando verso la campagna fiscale di quest’anno, le associazioni interessate non hanno né le regole per iscriversi nell’elenco degli aspiranti beneficiari, né possono avviare le campagne di sensibilizzazione dei contribuenti, per aggiudicarsi il contributo.
La cifra a disposizione è di 12 milioni, ma dopo la pandemia, con il lungo stop alle attività culturali imposto dalle norme anti-Covid e con le donazioni che si sono concentrate per la maggior parte sul settore sanitario, qualsiasi aiuto è provvidenziale per le associazioni.
Il ripristino dell’aiuto
È stata la legge di conversione del Dl Agosto (articolo 97-bis del Dl 104/2020, convertito dalla legge 126/2020) a reintrodurre la possibilità di destinare il due per mille della propria Irpef, per il 2021, a un’associazione culturale. Nel modello 730/2021, il relativo riquadro si trova proprio sotto quello del due per mille ai partiti politici. Le due scelte non sono alternative: il contribuente può destinare il due per mille dell’Irpef a un’associazione culturale e, contemporaneamente, destinare un due per mille della sua Irpef anche a un partito politico. Allo stesso modo, si può continuare a esprimere una preferenza sulla destinazione del cinque per mille dell’Irpef al non profit, alla ricerca o ai Comuni, e sulla destinazione dell’otto per mille a una confessione religiosa o allo Stato.
Manca il decreto di attuazione
Il due per mille alle associazioni culturali, però, per partire, necessita di un decreto di attuazione che sarebbe già dovuto arrivare entro il 13 novembre 2020: per la precisione, un Dpcm da adottare su proposta del ministro per la Cultura, di concerto con quello dell’Economia. Il decreto deve definire le modalità di iscrizione delle associazioni in un elenco ad hoc, che servirà ai contribuenti per scegliere l’ente da «premiare». Il ministero della Cultura, interpellato dal Sole 24 Ore, fa sapere che l’emanazione del decreto avverrà in tempi brevi, ma non indica ancora una data.
Tetto fissato a 12 milioni
Il due per mille dell’Irpef vale oltre 380 milioni (dato 2019), ma il tetto di spesa per quest’anno è stato fissato a 12 milioni. La possibilità di destinare il due per mille alle associazioni culturali è già stata applicata nel 2016: la legge di Bilancio per quell’anno aveva fissato il tetto di spesa a 100 milioni. Dati i criteri prescelti dalla norma istitutiva, che lo destinava alle sole associazioni, escludendo ad esempio le fondazioni, e dato anche il ritardo del decreto attuativo (che anche allora arrivò in piena campagna fiscale), gli importi destinati dai contribuenti si fermarono a 11,4 milioni, per 1.130 associazioni culturali beneficiarie. I contribuenti che hanno espresso una scelta sul due per mille alla cultura sono stati comunque 891mila.
Cosa possono fare le associazioni
«Sarebbe un peccato non dare attuazione immediata a uno strumento che già esiste - spiega Nicola Bedogni, presidente dell’Associazione italiana fundraiser (Assif) - e che potrebbe dare un aiuto importante, anche se con risultati negli anni a venire, alle associazioni culturali, messe a dura prova dalle misure contenitive della pandemia. Lo stanziamento - continua - è passato da 100 milioni del 2016 a 12 milioni nel 2021, ma resta un valido aiuto per il settore». Le organizzazioni che volessero sensibilizzare i contribuenti in vista della presentazione del 730, che scade il 30 settembre, dovrebbero muoversi per tempo, e soprattutto sapere se hanno diritto o meno di iscriversi alle liste dei potenziali beneficiari.
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