ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl 1° luglio il Gran Départ

La Danimarca del Tour de France: tutto sul regno scandinavo delle bici

Il Grand Départ del Tour quest’anno parte da Copenaghen: ecco percorso, gli altri cicloitinerari da non perdere e molte altre curiosità

di Enrico Marro

5' di lettura

«Vuoi capire che cos’è la bicicletta per i danesi? Vai a Copenaghen e piazzati di fianco al Dronning Lo Bro, il ponte della Regina Luisa - sorride James Thoem, direttore di Copenhagenize, studio di design specializzato in infrastrutture urbane ciclabili - . Ogni giorno da quest’“autostrada per bici” costruita nel 1887 passano oltre 40mila persone con le loro due ruote». Un fiume a pedali infinito: rapido, silenzioso, disciplinato, che scivola dal cuore della città a Nørrebro e viceversa. E questa è solo la punta dell’iceberg.

Sul ponte della Regina Luisa, a Copenaghen, ogni giorno transitano 40mila ciclisti (foto Giuseppe Liverino)

I numeri del Regno delle bici

La Danimarca è una monarchia fondata sulle due ruote. Il piccolo Paese scandinavo da 5,8 milioni di abitanti, secondo il World Happiness Report 2022 il secondo più felice al mondo, si prepara a ospitare le prime tre tappe del Grand Départ del Tour de France (dal 1° al 3 luglio). E mai scelta di luogo fu più azzeccata.

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Qualche numero? Nove danesi su dieci hanno una bici, il Paese vanta 12mila chilometri di piste, a Copenaghen ci sono cinque biciclette per ogni auto e i cittadini della capitale ogni giorno coprono 1,4 milioni di chilometri pedalando (oltre 400 volte la lunghezza del Tour de France), che diventano otto milioni di chilometri se consideriamo l'intera Danimarca.

A Copenaghen ci sono cinque biciclette per ogni auto (foto Astrid Maria Rasmussen)

Gli investimenti

Capitolo finanziamenti. Solo a Copenaghen - dove il 44% degli spostamenti tra casa, lavoro e scuola avviene in bici - negli ultimi dieci anni sono stati investiti oltre 200 milioni di euro in infrastrutture ciclabili. La prima venne inaugurata nel lontano 1892. Ma è nel 2022, proclamato “l’Anno della Bici” dal ministero dei Trasporti, che gli investimenti prendono il volo: su scala pluriennale sono stati stanziati 458 milioni di dollari, 64 milioni dei quali verranno già spesi quest’anno.

Il famoso “serpente”, uno dei ponti ciclabili più famosi di Copenaghen (foto Daniel Rasmussen)

Una vita a pedali

I danesi pedalano per tutta la loro vita, dalla culla alla bara. Provare per credere: sulle piste ciclabili scorrazzano le cargo bike con i neonati, i bambini imparano a muoversi sulle ciclabili urbane grazie a parchi tematici come il Traffic Playground di Fælledparken, a Copenaghen.

In bici si va al lavoro, si va in vacanza, ci si innamora, ci si sposa (è possibile farlo, sempre al Fælledparken, durante il festival FestiVélo, in bianco o semplicemente in lycra). Si va a spasso con la famiglia, e poi di nuovo in coppia quando si è anziani.

Anche nella quarta età la bici è una seconda pelle. Ogni anno il progetto “Cycling without age” porta 30mila ospiti delle case di riposo all’aria aperta con comode cargo bike dalla capote rossa: quest'anno gli anziani ripercorreranno alcune tappe del Tour de France, compreso il ponte di Storebælt.

Ogni giorno i danesi percorrono otto milioni di chilometri in bici (foto Destination Sønderjylland)

Persino l’ultimo viaggio è a due ruote: a Copenaghen c’è un’impresa specializzata di pompe funebri gestita da donne (si chiama Sille Kongstad) che trasporta le bare con una bicicletta da carico personalizzata. Accompagna i suoi passeggeri nel loro ultimo viaggio verso una chiesa, un crematorio o un luogo di sepoltura, carichi di fiori, con il corteo funebre a sua volta a due ruote.

La cultura delle due ruote

La bicicletta, insomma, è parte integrante della cultura danese. A partire dall’architettura ciclabile, ovvero da una progettazione urbana particolarmente attenta alle due ruote: con ponti specializzati per le biciclette, semafori temporizzati dedicati e, naturalmente, piste separate dalle strade principali. In molte città vengono installati contatori che indicano il numero di ciclisti in transito su ogni strada.

Coh&Co, uno dei più famosi laboratori artigianali di produzione ciclistica di Copenaghen (foto Mellanie Gandø)

Le biblioteche di biciclette

Nel piccolo Paese scandinavo capita anche di trovare scaffali di libri intervallati da rastrelliere delle due ruote: nella ciclobiblioteca di Odense, per esempio, i cittadini possono provare cargo bike e bici per vedere cosa è più adatto a loro, mentre ad Aarhus un progetto di mobilità intelligente offre due ruote pieghevoli per pendolari ed e-bike in prova gratuita per una settimana, onde promuoverne l’uso quotidiano.

L’Ambasciata del Ciclismo

Non poteva mancare l’Ambasciata del Ciclismo, nata per incoraggiare l’uso della bicicletta in tutto il mondo: un centro di know-how e consulenza utilizzato dai responsabili dei piani urbanistici e delle politiche di mobilità in tutto il mondo.

A Copenaghen il numero di incidenti gravi a ciclisti è diminuito di due terzi in dieci anni (foto Thomas Rousing)

Dimenticavamo: lo sforzo sul fronte della sicurezza ciclistica ha dato i suoi frutti. «A Copenaghen le persone di ogni età viaggiano in bici non solo perché è sicuro, ma anche perché ti fa sentire sicuro - spiega Thoem - . L’anno scorso nella capitale ci sono stati appena 81 incidenti gravi, un terzo rispetto a quelli di dieci anni fa. E i sondaggi confermano come tre quarti dei cittadini della città della Sirenetta si sentano perfettamente tranquilli quando pedalano».

La prima tappa del gran Départ sfilerà nel cuore di Copenaghen (nella foto di Jacob Hansen, la Gliptoteca)

Prima tappa: Copenaghen (13 km)

Ma vediamo più in dettaglio le tre tappe del Gran Départ, cercando di percorrerle in anteprima. Venerdì 1° luglio si inizia a Copenaghen: 13 chilometri nel cuore della capitale più bike friendly del mondo, passando attraverso il mitico ponte della Regina Luisa e sfilando accanto al castello di Amalienborg e a Nyhavn (qui una mappa animata del percorso).

La capitale danese trabocca di esperienze uniche per famiglie, come la pista da sci (anche estivo) sull’inceneritore alto 87 metri, il parco giochi di Fælledparken con semafori e segnali stradali per imparare fin da piccoli a muoversi su due ruote in città, le gite con le barche elettriche Go Boat tra i canali.

Ma per i ciclisti purosangue c’è il percorso The Lakes, quello più lungo di Harbour Circle (13 km) o il trail running di Dyrehaven, un bellissimo parco di cervi appena fuori città. Da non dimenticare il tragitto escursionistico di 24 chilometri di Amarminoen, che inizia nel quartiere di Ørestad e corre verso Dragor, con opzioni di alloggio davvero particolari come un rifugio galleggiante, punti di ristoro all’aperto e agricoltura urbana a Øens Have e Banegaarden.

La seconda tappa si articola su quasi duecento chilometri, tra Roskilde e la Fionia (foto Daniel Villadsen)

Seconda tappa: da Roskilde a Nyborg (199 km)

La seconda tappa parte di fronte alla cattedrale di Roskilde e prosegue con uno sprint sul Great Belt Bridge, prima dell’arrivo a Nyborg, nell’isola “centrale” della Danimarca, la Fionia.

Uno splendido itinerario di 199 chilometri (qui l’animazione) che però non è l’unico della zona: ci sono per esempio i 220 chilometri del Sentiero dell’arcipelago nella Fionia meridionale, oppure la parte orientale della N8 Baltic Sea Cycle Route e la nuovissima Castle Route aperta il 1° maggio, un percorso di 665 chilometri che collega la maggior parte dei maestosi castelli fiabeschi della Fionia con le grandi residenze private.

La terza tappa inizia a Vejle, la città nel cuore dello Jutland famosa per l'”Onda”, il futuristico complesso opera dell'architetto Hening Larsen (sullo sfondo nella foto di Elliott Hope Studio)

Terza tappa: da Vejle a Sønderborg (182 km)

La terza tappa del Gran Départ parte domenica 3 luglio dalle colline di Vejle e continua verso le storiche Pietre runiche di Jelling, toccando l'intrigante Christiansfeld, patrimonio mondiale dell’Unesco, per poi concludere in volata verso il traguardo a Sønderborg, nella parte meridionale della panisola danese al confine con la Germania (182 chilometri in tutto).

Al di là dell'itinerario del Tour, anche in queste zone le opportunità per i cicloturisti non mancano. In particolare nell’area di Vejle, tra paesaggi modellati dalle glaciazioni, ma anche sulla Baltic Sea Cycle Route e la Flensburg Fjord Route, due lunghi itinerari che attraversano la parte orientale delle terre di confine, passando per le attrazioni più visitate della zona.

La ciliegina sulla torta è il rail biking, che consiste nel percorrere in bicicletta le vecchie rotaie dei treni, da Haderslev ad Aabenraa. Tutto è possibile, in Danimarca, se hai pedali, fantasia e voglia d’avventura.

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