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La digitalizzazione avanza tra bar e ristoranti: raggiunta una quota record

La pandemia ha accelerato la transizione per pagamenti e delivery offerti da quasi un esercizio su due. Il nodo delle recensioni e nelle prenotazioni a rischio “no show”

di Enrico Netti

2' di lettura

Quasi la metà di bar e ristoranti hanno fatto passi verso la digitalizzazione, in particolare dei pagamenti e dei servizi di consegna. Il post pandemia vede un aumento di 20 punti percentuali del servizio di delivery e l’aggiunta di altri 14 punti percentuali tra coloro che pagano con smart money. In entrambi i casi si arriva a una quota vicino al 50%. È quanto è emerso durante la tavola rotonda «La sfida digitale per bar e ristoranti: come cambia la gestione delle imprese» organizzata da Fipe-Confcommercio, che si è svolta oggi in occasione di Host, la fiera mondiale dedicata al mondo dell’accoglienza e della ristorazione in corso a Milano. Al centro del confronto i percorsi della transizione digitale all’interno delle aziende della ristorazione: un processo che ha assistito a una forte accelerazione con l’avvento della pandemia spingendo bar e ristoranti a ricorrere velocemente agli strumenti digitali per ridefinire nuovi modelli di servizio per rispondere ai cambiamenti della domanda. Un’altra evidenza riguarda l’introduzione dei sistemi di prenotazione online, oggi assai diffusi tra le imprese. Uno strumento che agevola sia i ristoratori, che possono gestire più facilmente l’agenda, sia i clienti, e che è funzionale al contrasto del cosiddetto no-show, ossia di clienti che prenotano e non si presentano. Un fenomeno in crescita che i ristoranti provano ad arginare chiedendo la carta di credito o addirittura una caparra a garanzia al momento della prenotazione, in genere il 10% del totale, con una penale in caso di mancata presentazione al tavolo.

Il nodo delle recensioni

C’è poi il capitolo delle recensioni a volte teatro di battaglia improvvisato tra esercenti, clienti e blogger. Un tema spinoso quando i due terzi dei clienti sceglie un locale orientandosi con le recensioni e i commenti dei clienti. C’è Tripadvisor sul gradino più alto del podio seguito da Google e TheFork. La digitalizzazione dell’esperienza del cliente coinvolge anche la funzione di condivisione: secondo i dati Fipe, infatti, il 69,3% dei clienti pubblica la foto dei piatti che consuma al ristorante sui propri profili social. Un fenomeno che ha un forte impatto sull’immagine e sulla reputazione delle attività, che non è più veicolata solamente dai gestori dell’esercizio, ma che oggi è sempre più costruita e filtrata dal giudizio del cliente. «La transizione digitale che osserviamo oggi in tutte le sfere della società ha avuto un impatto molto forte sul settore della ristorazione - spiega Matteo Musacci, Vicepresidente di Fipe-Confcommercio -. I grandi avvenimenti degli ultimi anni, su tutti la pandemia, hanno accelerato questo passaggio, costringendo le aziende a rinnovarsi per necessità, con il conseguente rischio di affrontare una trasformazione affrettata o incompleta. Con questo incontro abbiamo voluto fermarci a ragionare sull’entità e l’impatto a lungo termine di questi cambiamenti, che necessitano di una nuova consapevolezza riguardo l’applicazione delle tecnologie digitali, dall’adozione dei software al rapporto con i nuovi attori del settore, come le aziende di delivery e le piattaforme di recensioni e booking online. Serve dunque inquadrare i nuovi modelli di business che si stanno delineando, perché il modo migliore per beneficiare delle innovazioni è saperle governare appieno».

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