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La Fed taglia i tassi di un quarto di punto al 2-2,25%: prima volta dal 2008. Trump «deluso» da Powell

La Banca centrale Usa ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli al 2-2,25%, dal 2,25-2,50% deciso a dicembre con l’ultimo rialzo della precedente fase di “normalizzazione” della politica monetaria. È la prima volta dal 2008. Ma a Trump non basta

di Riccardo Sorrentino

3' di lettura

La Federal reserve non delude le aspettative. La Banca centrale Usa ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli al 2-2,25%, dal 2,25-2,50% deciso a dicembre con l’ultimo rialzo della precedente fase di “normalizzazione” della politica monetaria. È la prima volta dal 2008. La Fed ha inoltre interrotto, con due mesi di anticipo, la politica di riduzione degli assets acquistati con le tre fasi di quantitative easing, riprendendo il reinvestimento dei titoli in scadenza. È però stata relativamente chiara sul futuro: non si tratta dell’inizio di una lunga serie di tagli. Un annuncio che ha deluso Donald Trump, il quale preme da tempo per una serie di tagli.

Aspettative di inflazione basse ma ferme
La decisione è stata presa «alla luce delle implicazioni degli sviluppi globali delle prospettive economiche e delle attenuate pressioni inflazionistiche». La banca centrale, quindi, «monitorerà molto da vicino» i dati macroeconomici e «agirà nel modo appropriato per sostenere l’espansione». Ulteriori tagli non sono quindi esclusi. Secondo la Fed, le misure di mercato delle aspettative di inflazione, però, «sono rimaste basse»■mentre a giugno erano «calate». L’indebolimento sembra quindi essersi fermato. Anche se la crescita dei salari non sostiene sufficientemente la dinamica dei prezzi.

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MERCATI / Powell esclude lungo ciclo di tagli, Wall Street non gradisce

Una misura di risk management
Il vero timore - ha allora spiegato in conferenza stampa il presidente Jerome Powell - è che «un’inflazione continuamente sotto l’0biettivo possa portare a un preoccupante calo nelle aspettative di lungo termine, difficile da contrastare». Il taglio, quindi, vuole essere una assicurazione «contro i rischi al ribasso derivanti dalla debole crescita globale e dalle incertezze sul piano commerciale». È quindi, come ha confermato lo stesso presidente, una misura di «risk management».

«Non è l’inizio di una lunga fase di tagli»
C’è, da parte della Fed, l’intenzione di contenere le aspettative di mercato di ulteriori tagli (che non sono del tutto esclusi): il presidente ha invitato a vedere questa riduzione dei tassi come una decisione presa «a metà di un ciclo» di politica monetaria, e non l’apertura di una fase nuova: è diverso quindi da un misura che dia inizio a un «lungo ciclo di tagli». «Non ho detto che sarà solo uno, o cose del genere», ha aggiunto Powell che ha però ricordato altri episodi di correzione “in corsa” della politica monetaria: «Altri cicli molti lunghi hanno a volte comportato che la Fed abbia interrotto i rialzi, abbia tagliato i tassi e sia tornata ad alzarli». La diagnosi sullo stato dell’economia è del resto molto buona, il ritmo di creazione di nuovi posti dovrebbe, ha aggiunto il presidente, essere superiore al livello che permetterebbe di mantenere il tasso di disoccupazione stabile.

Incertezza «sulla» Fed
L’appiattimento della curva dei rendimenti, subito dopo l’annuncio della decisione, e il rapido rialzo del dollaro sull’euro segnala che gli investitori hanno immediatamente colto il messaggio. Durante la conferenza stampa è stata però più e più volte espressa la difficoltà di capire come la Federal reserve «risponda» all’evoluzione dell’economia. Powell ha ripetuto il suo approccio “pragmatico” (ma poco incisivo perché rinuncia a plasmare le aspettative sui tassi futuri): la Fed guarderà e «imparerà» dai dati. «Mi piacerebbe essere più preciso», ha aggiunto - desolato, si potrebbe dire - il presidente.

Due voti contrari
La decisione non è stata unanime: due governatori avrebbero preferito mantenere i tassi fermi. Sono Esther L. George della Fed di Kansas City ed Eric Rosengren della Fed di Boston.

Riprende il reinvestimento dei titoli
La Fed è andata anche oltre il taglio dei tassi; suscitando in questo senso il sospetto che si sia adeguata alla volontà di Donald Trump. Ha interrotto la riduzione del bilancio. Dal 1° agosto la banca centrale riprenderà a investire i titoli in portafoglio scaduti, destinando fino a 20 miliardi al mese ai Treasuries, in modo da replicare la duration dei titoli di Stato attualmente sul mercato. La quota in eccesso ai 20 miliardi sarà invece destinata a mortgage-backed securities di Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie statali attive sui mutui immobiliari. Si è trattato, si è limitato a dire su questo punto Powell, «solo di una questione di semplicità e di coerenza».

Trump deluso da Powell
Donald Trump, come di consueto, non ha fatto mancare il suo disappunto. «Come al solito - ha scritto su twitter il presidente - Powell ci ha deluso, ma almeno ha interrotto la stretta. Stiamo vincendo comunque ma certo non sto avendo un grande aiuto dalla Federal Reserve!». «Quello che il mercato voleva sentire da Jay Powell e dalla Federal Reserve - ha scritto in un secondo tweet - era l'inizio di un lungo e aggressivo ciclo di taglio dei tassi che avrebbe tenuto il passo con la Cina, l'Unione Europea e altri paesi del mondo».

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