FIERE & EVENTI

La Fiera di Firenze punta al rilancio con l’alta gamma

di Silvia Pieraccini

2' di lettura

Nel mondo delle fiere e dei convegni ormai la strada è tracciata: non c’è alcuno spazio per attività guidate da logiche pubbliche. Per questo il decollo di Firenze Fiera, da anni annunciato e rimandato, «potrà avvenire solo se la società diventa un’azienda commerciale e di mercato». È un cambio di mentalità «dei soci, ma anche della città» quello invocato da Alessandro Castellano, da meno di un anno presidente di Firenze Fiera, alla vigilia del rinnovo del consiglio di amministrazione (l’assemblea è fissata il 12 maggio) della società fieristico-congressuale controllata dalla Regione Toscana (31,8%), dalla Camera di commercio di Firenze (28,7%), dalla Città Metropolitana e dal Comune di Firenze (9,2% a testa) e dal Comune di Prato (7,2%).

Castellano, una lunga esperienza (dal 2004 al 2016) in Sace prima come direttore generale (ha gestito la trasformazione da ente pubblico in spa) e poi come amministratore delegato, guarda alle esperienze di società fieristiche quotate come Fiera Milano o in via di aggregazione come Rimini-Vicenza, così come alle esperienze estere, per indicare una sola soluzione: «Alle aziende va dato la possibilità di operare in maniera privatistica: non è un problema di azionariato pubblico o privato, semplicemente i soci devono trovare una governance che assicuri il funzionamento».

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Quel funzionamento che Firenze Fiera – un fatturato ormai da anni fermo intorno a 15 milioni di euro e un bilancio dal 2015 non più in rosso – insegue senza bussola. «Eppure le potenzialità ci sono – sottolinea il presidente – c’è un piano di ristrutturazione del polo espositivo della Fortezza da Basso che è stato approvato dalla Soprintendenza, c’è una location unica a due passi dal centro. Nel mondo fieristico, Firenze ha bisogno di posizionarsi sull’alta gamma, non può competere sulle quantità: e allora bisogna tirar fuori idee nuove, come sta avvenendo in Grandi Stazioni acquistata da un imprenditore illuminato, e creare posti di lavoro e redditività per diventare un volano economico della città».
Le alleanze, però, si devono fare da un punto di forza, è l’opinione del presidente. E allora «sono premature per Firenze, e ci si dovrà pensare solo dopo i lavori di restyling della Fortezza da Basso».

Quella di Castellano potrebbe apparire come una ricandidatura alla presidenza di Firenze Fiera, per la quale i giochi non sembrano ancora fatti, anche se lui spiega: «Escludo di fare auto-candidature, ho solo dato la mia disponibilità a fare il presidente l’anno scorso». Nell’attesa che si sciolga il nodo del nuovo consiglio, Castellano ha sospeso la ricerca del direttore generale di Firenze Fiera: «Essendo figura fiduciaria, aspetti di eleganza impongono che la scelta venga effettuata dal nuovo consiglio di amministrazione».

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