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La Finlandia entra nella Nato, Mosca reagisce: pronti a rafforzarci a Nordovest

Una cerimonia al quartier generale della Nato a Bruxelles ha sancito l’ingresso formale di Helsinki, 31esimo membro dell’Alleanza atlantica

di Michele Pignatelli

Aggiornato il 4 aprile 2023, ore 1830

Stoltenberg: «Domani la Finlandia diventa membro della Nato»

2' di lettura

Archiviata la svolta a destra sancita dalle elezioni di domenica - con la vittoria dei conservatori della Coalizione nazionale davanti al Partito (populista) dei Finlandesi - per la Finlandia è già tempo di celebrare lo storico ingresso nella Nato.

Durante una cerimonia al quartier generale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles a cui ha preso parte anche il presidente finlandese Sauli Niinisto, è stata issata la bandiera di Helsinki, suggellando l’ingresso formale del Paese nordico, 31esimo membro della Nato. «Sarà un bella giornata per la sicurezza della Finlandia, del Nord Europa e per la Nato nel suo complesso», aveva dichiarato già alla vigilia il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. «Putin ha intrapreso la guerra contro l’Ucraina con il chiaro obiettivo di avere meno Nato - ha poi aggiunto - e sta ottenendo esattamente il contrario».

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Finlandia e Svezia in effetti hanno presentato richiesta formale di adesione nella primavera scorsa, proprio dopo l’invasione russa. Il percorso di Stoccolma però ha subito uno stop finora insuperabile per il no da parte della Turchia, che accusa la Svezia di non fare abbastanza contro il terrorismo, vero o presunto, di matrice curda, nonché di non aver vietato azioni oltraggiose contro l’Islam come l’incendio del Corano da parte di un estremista di estrema destra nel gennaio scorso a Stoccolma. Ma l’ingresso svedese deve ancora essere ratificato anche dall’Ungheria.

Il via libera alla Finlandia è invece arrivato la settimana scorsa e la Nato ha poi bruciato le tappe degli ultimi adempimenti.

Mosca ha subito reagito in maniera aggressiva, almeno a parole, come forse era prevedibile. «Rafforzeremo il nostro potenziale militare a Ovest e Nordovest - aveva detto lunedì il vice ministro degli Esteri Alexander Grushko -. Nel caso in cui le forze e le risorse di altri membri della Nato vengano dispiegate in Finlandia, adotteremo misure aggiuntive per garantire in modo affidabile la sicurezza militare della Russia».

In concomitanza con la cerimonia di adesione sono poi arrivate dichiarazioni ancora pioù minacciose dal ministero degli Esteri, che ha parlato di errore storico dei finlandesi, dal Cremlino (il portavoce, Dmitry Peskov, ha definito l’ingresso nell’Alleanza «una violazione della nostra sicurezza e dei nostri interessi nazionali», che costringerà la Russia a prendere contromisure) e dal ministro della Difesa, Sergej Shoigu, secondo il quale questa mossa «rischia di far allargare il conflitto».

Per Matti Pesu, a capo della ricerca dell’Istituto finlandese affari internazionali su Nato su sicurezza nordeuropea e Nato, la mossa della Finlandia era ormai sostanzialmente obbligata perché, anche se avesse mantenuto formalmente il suo status di Paese non allineato, non sarebbe stata immune alla minaccia russa. Il ricercatore si attende che ora i russi «cercheranno di ricostruire le loro forze e il loro potenziale in Nord Europa, ma attualmente sono indeboliti dall’impegno in Ucraina».

Quanto alla Nato, si troverà ora a difendere un confine aggiuntivo di ben 1340 chilometri - a tanto ammonta la lunghezza della frontiera tra Finlandia e Russia - ma riceverà dall’ingresso di Helsinki, forte di un esercito ampio e di un’aviazione efficiente, indubbi benefici, soprattutto nella regione artica e nell’area strategica area del Mar Baltico.

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