ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLe sfide della tecnologia

La formazione chiave per avere robocolleghi e nuovi posti di lavoro

Una sfida senza precedenti emerge all’orizzonte; un cambiamento radicale nel mondo del lavoro

di Leonardo Becchetti e Claudio Becchetti

(Adobe Stock)

4' di lettura

Una sfida senza precedenti emerge all’orizzonte; un cambiamento radicale nel mondo del lavoro. Secondo le previsioni della società di consulenza Gartner, entro il 2026, almeno 100 milioni di persone lavoreranno fianco a fianco con “robocolleghi”, cioè assistenti virtuali avanzati. Alcuni lavori per umani scompariranno perché svolti meglio e più rapidamente dai robocolleghi. Tuttavia, emergono anche nuove opportunità: il bilancio tra posti di lavoro creati e persi si prospetta positivo. Gartner prevede la creazione di mezzo miliardo di nuovi posti di lavoro destinati agli esseri umani entro il 2033.

La rivoluzione, che avrà un impatto maggiore rispetto all’avvento dell’elettricità o dei pc, riguarderà tutti: anche e soprattutto i lavori creativi e intellettuali. Con l’arrivo dei pc, era evidente che stavamo per assistere a grandi cambiamenti, anche se i contorni non erano chiari. Poi, sono comparsi strumenti come i word processor, i fogli di calcolo, i motori di ricerca e le app che hanno modificato il nostro modo di lavorare e la struttura del nostro quotidiano. Alcune professioni, come quella delle dattilografe, sono scomparse, perché certi software sono diventati più abili degli esseri umani in determinate attività.

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Oggi, viviamo una rivoluzione di portata ancor maggiore con una rapidità senza precedenti. Mentre i pc e poi gli smartphone con le relative app hanno impiegato un decennio per affermarsi, fornendoci il tempo di riadattarci e di riorganizzare le professioni, oggi la situazione è diversa. Il tempo a disposizione è ridotto considerato che i robocolleghi evoluti (ChatGPT, Google Bard, Microsoft Copilot, … ) sebbene disponibili da soli 9 mesi, hanno già raggiunto un adeguato grado di maturità con le prime applicazioni in campo: la trasformazione si finalizzerà nei prossimi pochi anni.

Gli assistenti virtuali avanzati non si limitano ad automatizzare attività come la redazione di documenti o l’invio di email al nostro posto. Sono capaci di svolgere compiti tradizionalmente umani con più efficienza, quasi istantaneamente e a un costo quasi nullo. Pochi hanno preso piena coscienza di questo cambiamento.

“Elabora una strategia”, “riassumi questo video in tre slide”, “producimi contenuti e un video in un’altra lingua per questa idea”, “analizza e decifra questi volumi di dati”. O: “progetta un software”, “traduci per comunicare in altre lingue”, “revisiona il contratto”, “identifica la possibile malattia da questi sintomi” come in un recente caso di malattia non diagnosticata da umani.

Questa evoluzione tecnologica porta con sé rischi e sfide che abbiamo poco tempo per comprendere e gestire. Emergono problemi legati alla privacy, al controllo eccessivo da parte della tecnologia, manipolazione dell’informazione e divulgazione di notizie false. La situazione è simile all’avvento di un “super coltello”: prezioso per la sua versatilità ma che può diventare pericoloso se usato in modo improprio, specialmente quando l’essere umano rinuncia a controllarlo.

Le sfide sono considerevoli, ma i benefici potenziali sono altrettanto grandi se sapremo sfruttarli. Ora, la pubblica amministrazione ha una carenza media del 35% nel suo organico rispetto al fabbisogno, un deficit che potrebbe toccare il 70%+ nei prossimi tre anni per i pensionamenti, a meno che non si intraprenda un ampio programma di assunzioni. I robocolleghi possono offrire risposte concrete, occupandosi autonomamente di certe mansioni e supportando i dipendenti pubblici nelle attività che necessitano della componente umana, amplificandone così la produttività.

Nel campo dell’istruzione, gli studenti conoscono le potenzialità di ChatGPT, in grado di svolgere i loro compiti meglio di loro. Un iniziale divieto in alcune scuole si è rivelato impraticabile e controproducente (almeno per i compiti a casa), dato che gli studenti hanno libero accesso a ChatGPT e non esistono strumenti affidabili per distinguere un lavoro svolto da umani o da robocolleghi.

Alcuni studenti ritengono che, poiché la scuola ha il compito di prepararli al futuro, non abbia senso proibire l’uso di strumenti che sono parte del mondo del domani, così come risulta poco logico resistere a tecnologie capaci di migliorare la produttività delle organizzazioni. Si può solo impegnarsi per integrare queste opportunità

Dopo tali obiezioni, alcune scuole stanno rivalutando il divieto e cercando modi per integrare ChatGPT nel contesto educativo. La questione è se sia necessario acquisire competenze per compiti che una macchina può svolgere efficacemente. Alcune competenze diventano obsolete, come nel passato il guidare una carrozza con l’avvento delle auto. Il progresso tecnologico apre però la porta a nuove possibilità e compiti più complessi come, per esempio, la creazione di motori di ricerca e piattaforme social che, all’epoca dell’introduzione del computer, erano inimmaginabili. La chiave sta nell’affrontare la realtà con pragmatismo, accettando il cambiamento e abbracciando le nuove opportunità offerte dalla tecnologia anche nel mondo del lavoro.

In un’era di evoluzione tecnologica, siamo al crocevia tra opportunità e sfide. Mentre alcuni mestieri scompaiono, nuove possibilità emergono. L’equilibrio tra tecnologia e umanità è cruciale. L’adattamento, la formazione e la visione orientata al futuro sono essenziali per navigare con successo questo nuovo panorama.

Inutile dire quali siano le implicazioni per le politiche economiche nel campo del lavoro. L’imperativo sarà quello della formazione e riallocazione della manodopera. Il saldo tra i posti creati e quelli distrutti sarà positivo ma dipenderà da queste politiche se ciò si tradurrà in un aumento di occupazione perché il grave rischio è che i lavoratori restino in mezzo al guado in un mondo pieno di disoccupati e di posti di lavoro vacanti.

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