La formula di BB Holding per una vera inclusività sul lavoro
L’azienda di Firenze specializzata in accessori, metallici e non solo, per le aziende della moda e del lusso, è fondata su un modello di accoglienza e valorizzazione delle diversità e delle disabilità
di Giulia Crivelli
2' di lettura
Uno degli aspetti incredibili delle persone eccezionali, o almeno di alcune, è che non si sentono eccezionali. Immaginare e fare cose che ad altri sembrano impossibili o fuori da ogni logica “assodata” a queste persone riesce naturale e non potrebbero concepire la loro vita in modo diverso. Come accade a Marco Bartoletti, fondatore e presidente della BB Holding, azienda di Firenze specializzata in accessori, metallici e non solo, per le aziende della moda e del lusso. L’eccezionalità della BB, oltre alla qualità della produzione, è l’inclusività, quella vera: «A Firenze siamo in 230 e poi abbiamo una sede produttiva a Klagenfurt, in Austria, dove lavorano altre 50 persone – racconta Bartoletti –. Ho sempre pensato che a una disabilità fisica o mentale non debba corrispondere una disabilità al lavoro. Basta costruire il tipo di lavoro e l’ambiente in cui si svolge in modo sartoriale, per così dire. A misura delle necessità che ogni persona ha: può sembrare difficile, ma noi ci siamo riusciti e l’azienda è sana, cresce, non ha bisogno di sostegni esterni. Nel 2022 avevamo chiuso con un fatturato di 50 milioni e quest’anno prevediamo di arrivare a 60».
La visione e l’impegno di Bartoletti sono stati ripetutamente premiati: «I riconoscimenti fanno piacere, ma il mio sogno sarebbe che colleghi imprenditori avessero il nostro approccio, perché dal mondo delle imprese e dall’impegno dei singoli possono arrivare i segnali concreti che spingano anche le istituzioni ad agire, per cambiare alcune regole e leggi che rendono difficile l’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro».
Il fondatore di BB fa riferimento sia ad aspetti pratici, sia ad aspetti burocratici: «Dovrebbero essere persone in carrozzella a spiegare ad architetti e progettisti come costruire una postazione di lavoro adatta a chi non può alzarsi, ad esempio. Dobbiamo imparare ad ascoltare, a metterci davvero nei panni degli altri. Con il Comune di Firenze abbiamo avviato un progetto che prevede la visita agli uffici o altri luoghi pubblici, come le stazioni, di persone che lavorano da noi e sono in carrozzella. Solo loro possono indicare quali siano le barriere architettoniche e come potrebbero essere annullate – conclude Bartoletti –. C’è molto da fare anche sul fronte normativo: una persona affetta da Sla, ad esempio, per legge viene definita inabile al lavoro e non può essere assunta. È un’assurdità, nella mia esperienza: è ovvio che si dovrà organizzare il lavoro a misura delle necessità della persona, ma si può fare ed è un vantaggio per tutti».
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