ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùBig data

La formula dello shopping: Michael Chalhoub spiega quello che i clienti vogliono

Non è una questione di impulso. Nel web3, gli acquisti di moda, beauty e décor sono materia di intelligence. Gusti, tendenze e costi: non ci sono segreti online e offline.

di Silvia Paoli

5' di lettura

Quando parla della clientela di lusso, Michael Chalhoub, presidente joint ventures, strategia, crescita, innovazione e investimento per Chalhoub Group, il gruppo di retail più grande del Medio Oriente, usa il “lei”. E non è una forma di cortesia, ma la mera constatazione che il 75 per cento dei suoi consumatori è donna, che è dotato di una sensibilità e di un'attitudine all'acquisto in evoluzione e che, analizzata e registrata, dà la possibilità al gruppo di crescere, colmare lacune di mercato e anche di inserire nuovi modelli di business. Una velocità di ascolto e reazione sbalorditiva, basata sul fattore umano e tecnologico, esemplare di come il retail possa prosperare nell'epoca digitale.

«Penso che sia estremamente importante per noi cercare di conoscere il nostro cliente il più possibile. Abbiamo un team di intelligence-consumatori che raccoglie informazioni sull'acquirente, su cosa preferisce, su qual è la variabile cruciale nell'acquisto (il prezzo? Le nuove tendenze nei consumi? Il proprio gusto personale? ndr) e su come rispondere a questa variabile. Si va ad affinare la ricerca a un livello che definirei “granulare”, inserendo il Pim - la spiegazione a fine virgolettato - nei prodotti per capire meglio il colore che preferiscono, il materiale e ogni dettaglio possibile, in modo da riferirlo poi ai marchi per capire se c'è un gap nel mercato, o addirittura spingendoci a creare noi nuovi brand, dal nulla, per accontentarli».

Loading...

Michael Chalhoub, presidente di Chalhoub Group, il maggiore gruppo di retail del Medio Oriente.

Il Pim (Product Information Management) è un sistema di gestione dei cataloghi prodotto che permette di convogliare in un unico “recipiente” tutte le informazioni che arrivano da punti vendita, e-commerce, fornitori e avere dunque, come si dice, la risposta pronta all'eventuale domanda (esempio: questa borsa ci è stata chiesta x volte in rosso… ergo, fatela rossa). «Il team di intelligence», continua Chalhoub, «produce i cosiddetti rapporti sui consumatori, dedicati al cliente moda, beauty e a quello orologi e gioielli e lo fa non solo con i nostri brand. Siamo molto grati di lavorare con i nostri concorrenti e i nostri partner in modo trasparente. Di solito sono disponibili ad aprirci i loro “libri”, per avere la possibilità di leggere meglio il mercato attraverso i nostri report».

Il gruppo, oltre a partnership con le maison di moda e beauty più famose al mondo (Louis Vuitton, Fendi, Sephora), ha creato dei propri concept store in diverse aree merceologiche, dal make-up alle fragranze, all'home decor. In collegamento da Dubai, su uno sfondo di grattacieli griffato col logo del gruppo, Michael Chalhoub racconta quel viaggio chiamato acquisto nel mondo del web3, quello della blockchain e della decentralizzazione: «La nostra è una cliente omnichannel. Abbiamo rimosso dal nostro vocabolario la dicotomia digitale/fisico, online/offline perché ci siamo resi conto che è raro che la cliente faccia un viaggio che non includa entrambi: viene attratta verso un prodotto da un marketing digitale, poi si prende del tempo per andare al negozio, ma a livello di prezzo è molto più consapevole, perché sa - mentre è in negozio a Dubai - quanto costa la stessa cosa a Milano. Magari acquista online e poi però scopre che la scarpa le va grande e allora torna in negozio, oppure scrive al customer service o scambia messaggi WhatsApp con l'addetto vendite. Ora, non pretendiamo di sapere dove la cliente sta andando, ma le stiamo molto vicino durante il percorso equesto ci ha portato a nuovi modelli di business, come il programma Pre Loved (pezzi di lusso che cambiano proprietario) e all'inserimento di NFT nei prodotti di seconda mano (la spiegazione a fine paragrafo)». Si definisce NFT, Non Fungible Token, un sistema di autenticazione blockchain unico e irriproducibile che assicura, specie nel mercato di lusso second hand, che quel prodotto sia veramente autentico, come si fa con le opere d'arte. In un sistema di retail che registra le tendenze di acquisto e le fa proprie, è uno strumento per distinguersi e posizionarsi un tassello sopra anche in questa fascia di mercato.

Lo store di Faces, riferimento nella regione per il beauty da 23 anni, all'interno del Place Vendôme Mall, inQatar.

Le risorse a disposizione per ottenere questi risultati sono diverse. «Il personale in prima linea, il team di intelligence, i focus group che facciamo costantemente attorno a temi chiave, come quello dei prezzi o dei nuovi modelli di business. Non possiamo fingere di essere tutti Steve Jobs e indovinare cosa vuole la cliente prima che lei sappia di volerlo. Ma quello che possiamo fare è cercare le tendenze che stanno esplodendo in Europa e negli Stati Uniti e introdurle nel modo più rapido possibile. Ed è per questo che, ad esempio, abbiamo un team di innovazione aziendale che ha aiutato alcuni dei nostri direttori generali a lanciare il loro NFT, oppure, nell'ambito dell'home decor, il programma di noleggio posate: abbiamo rilevato che, in questo settore, la cliente preferisce noleggiare piuttosto che possedere e conservare e abbiamo inserito questo modello. Cerchiamo di soddisfarla nel miglior modo possibile».

Tanagra, concept dedicato all'interior design, è presente negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita, Kuwait e Qatar.

Variabili di prezzo, variabili di taglie, variabili di gusto personale. Per tutto c'è una risposta. E se non c'è, bisogna crearla. «Abbiamo lanciato una startup insieme a un ex dipendente che fornisce uno stylist a seconda del tipo di profilo della persona. Ti piacciono i colori? Noi abbiniamo la cliente a uno stylist che è abituato a gestire i colori con i marchi che sono specializzati proprio nei colori. Nomi emergenti e marchi famosi: non proviamo a vestire la cliente dalla testa ai piedi con lo stesso brand, come si faceva un tempo». La pandemia ha creato un mutamento di mentalità nel modo di acquistare, anche nel lusso. Dall'aspetto quando si indossa un certo abito, a come ci si sente ad averlo addosso. Se il benessere è l'obiettivo, il mezzo però non è cambiato.

Level Shoes, che celebra la calzatura ai massimi livelli, segue un modello ibrido: fisico e sui canali social con contenuti in inglese, arabo e cinese.

«Durante la pandemia la moda ha rappresentato una categoria fiorente per noi, in particolare quella ultra lusso. Una maggiore attenzione alla casa ha portato poi alla crescita del settore décor. Siamo molto orgogliosi del successo del marchio con cui abbiamo collaborato per la prima volta 67 anni fa, Christofle (era Christofle il primo negozio aperto dai fondatori del gruppo Widad e Michael Chalhoub a Damasco nel 1955, ndr), e che nel 2017 abbiamo acquisito. E ci stiamo espandendo anche verso nuove categorie. Con le giuste collaborazioni, siamo entrati in quella degli orologi e gioielli, che hanno avuto ottimi risultati, e in quella degli occhiali. Sono i nostri primi passi, tra qualche tempo potrò dire, dati alla mano, se abbiamo fatto bene».

Ghawali, brand del gruppo Chalhoub specializzato in essenze orientali di nicchia, ha inaugurato il nuovo flagship store al Nakheel Mall di Riyadh.

Per sapere come sia possibile tutto questo, basta ripassare la job description di Michael Chalhoub in testa a questo articolo, e poi proseguire nella lettura. «Il nostro Dipartimento innovazione è diviso in tre rami. Il primo è quello che chiamo Innovazione esterna. Sotto l'ombrello della cosiddetta Green House, abbiamo lanciato un concorso per aiutare alcuni dei nostri colleghi a concretizzare le loro aspirazioni imprenditoriali. Nell'ultimo anno abbiamo invertito il modello e ora lavoriamo con il team di strategia sulle priorità, quindi troviamo gli uomini giusti, all'interno o all'esterno dell'azienda, per avviare la startup in questione. L'anno scorso ne abbiamo lanciate sette. Poi abbiamo l'Incubatore di bellezza, chiamato Beauty Lab, dove ogni anno coinvolgiamo cinquecento businessmen della regione per accelerare la loro attività attraverso la nostra rete di vendita al dettaglio. Lo stesso facciamo con il Fashion Lab, presentando alcuni di questi marchi emergenti ai nostri clienti. Grazie a tutte queste esperienze abbiamo creato un nostro marchio di make-up, che si chiama Wow Beauty Forward. Nel corso dell'anno ne presenteremo uno di prodotti per capelli che si chiama Twisted. Infine, c'è il settore di Innovazione aziendale, che aiuta i manager delle attività già esistenti a inserire nuovi modelli di business nei loro negozi. È così che è nato Pre Loved, all'interno del concept store di scarpe Level. Oppure il modello di noleggio con il nostro marchio di articoli per la casa, Tanagra. Ed è proprio grazie al ramo Innovazione aziendale che stiamo lanciando un nuovo concetto entusiasmante, in ottica web3, sulla moda». Al momento è ancora top secret. Appuntamento alla Blockchain Week, a Parigi, dal 21 al 23 marzo.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...
Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti