La fotografia araba alla fiera Abu Dhabi Art
Dal 21 al 23 novembre nella capitale degli Emirati molte proposte. Le anticipa la direttrice artistica Dyala Nusseibeh
di Silvia Anna Barrilà
4' di lettura
Dal 21 al 23 novembre si svolge ad Abu Dhabi la fiera Abu Dhabi Art , nella quale la fotografia araba ha un ruolo sempre più importante come mezzo per ricontestualizzare il passato, parlando il linguaggio del futuro. Ne abbiamo parlato con la direttrice artistica Dyala Nusseibeh.
Qual è il ruolo della fotografia araba nell'attuale mercato dell'arte in Medio Oriente e a livello internazionale?
Il mercato dell'arte in Medio Oriente sta maturando, con un numero crescente di acquirenti che partecipano alle vendite internazionali e investono nei propri mercati. La crescita di istituzioni e musei nella regione ha anche assicurato che gli artisti arabi siano più riconosciuti a livello globale. Le fiere nella regione, tra cui Abu Dhabi Art Fair e Art Dubai , e la Biennale di Sharjah , hanno contribuito a garantire che gli artisti arabi si posizionassero più centralmente nelle conversazioni globali sull'arte.
In questo contesto, la fotografia tende ad essere più accessibile ai collezionisti più giovani o nuovi, quindi mi aspetto che questo segmento si sviluppi ulteriormente negli anni futuri. Il grande punto di svolta è ovviamente l'abbondanza di smartphone e l'impatto dell'era digitale nel trasformare il modo in cui le persone vedono il mondo e lo inquadrano: la fotografia è per molti versi un linguaggio condiviso per il futuro. Di conseguenza, i giovani collezionisti sono più in sintonia con la fotografia d'arte. Anche i prezzi aiutano: puoi acquistare una fotografia di un artista affermato per 10.000 dollari, ad esempio, mentre l'equivalente in termini di lavoro di un artista di livello intermedio nella pittura sarebbe di 60.000 dollari.
In una prospettiva globale, non direi che la fotografia araba giochi un ruolo importante nel mercato di altissimo livello ed è improbabile che vi penetri improvvisamente. Penso, invece più probabile che crei valore nella regione nei prossimi dieci anni e, quindi, che uno o due artisti entrino nelle aste internazionali. Quando un artista diviene “internazionale” piuttosto che specificamente “arabo”, i suoi prezzi ovviamente aumentano.
Quindi la fotografia araba non arriverà subito in asta?
Ritengo sia più adatta a entrare nelle aste dedicate alla fotografia contemporanea delle varie case d'aste internazionali, meno esposte alla volatilità del mercato contemporaneo, e con prezzi molto più modesti e stabili. Rappresenta una potenziale opportunità d’investimento sul lungo termine. Ma il mercato non è tutto: è importante aumentare la ricerca sui fotografi arabi, il loro riconoscimento istituzionale già assegnato da istituzioni come il British Museum , il Victoria & Albert Museum , il LACMA per citarne alcuni, sta spianando la strada. Le case d'aste dovranno aspettare a lungo per vedere come questo influirà sul mercato su scala globale, ma questo non è un male per gli artisti.
I collezionisti del Medio Oriente apprezzano la fotografia? E in particolare gli artisti della loro regione che lavorano con la fotografia?
Sì, assolutamente, e penso che, visti i cambiamenti politici e storici nella regione, a cui spesso si ispira la fotografia araba, sia un mezzo espressivo con una voce davvero unica e avvincente. Allo stesso tempo l'idea della fotografia araba è relativamente nuova, essendosi affermata negli ultimi 20 anni. Pioniere come Rose Issa e Venetia Porter e istituzioni guidate da artisti come la Arab Image Foundation hanno svolto un ruolo importante nel portare la fotografia araba in primo piano a livello locale e internazionale. Il Louvre Abu Dhabi ha tenuto un'importante mostra di opere fotografiche all'inizio di aprile, riunendo oltre 250 scatti storici tra il 1842 e il 1896. In prestito c'erano importanti opere del Musée du Quai Branly . Uno degli highlight era una fotografia dell'ingegnere dell'esercito egiziano Muhammad Sadiq Bey del Santuario e della città della Mecca, scattata nel 1881. Nel 2012/2013 a Londra il Victoria & Albert Museum ha organizzato una mostra fotografica dedicata al Medio Oriente con oltre 90 opere di importanti artisti contemporanei della regione. Con questo livello di riconoscimento istituzionale per la fotografia storica e contemporanea del Medio Oriente, il mezzo viene sicuramente riposizionato e rafforzato nella regione.
Chi sono gli artisti mediorientali che lavorano con la fotografia che hanno acquisito maggiore visibilità negli anni passati? Quali sono i loro prezzi?
Alcuni artisti contemporanei con opere dalle 5.000 ai 25.000 sterline sono: il marocchino Hassan Hajjaj, il palestinese Tarek Al Ghoussein, le marocchine Lalla Essaydi e Leila Alaoui, l'iraniana Shirin Neshat, l'egiziano Youssef Nabil, le palestinesi Larissa Sansour e Raeda Saadeh e il palestinese Taysir Batniji. Aggiungerei anche il palestinese Hazem Harb, che di solito incorpora la fotografia con altri mezzi espressivi, l'artista saudita Ahmed Mater, che spesso (anche se non sempre) usa la fotografia nelle sue opere, l'artista saudita Manal Al Dowayan, che attinge anche alla fotografia (tra gli altri mezzi) e negli Emirati l'artista Mohammed Kazem, che pure ricorre spesso anche la fotografia.
Chi sono i giovani artisti mediorientali che lavorano con la fotografia che suggerisce di seguire? Quali sono i loro prezzi?
Penso che gli Emirati Arabi Uniti abbiano alcuni fantastici artisti emergenti e a metà carriera che lavorano nel campo della fotografia, tra cui Farah Al Qasimi, Lamya Gargash, Ebtisam Abdulaziz, Alaa Edris. Si possono trovare loro opere per meno di 10.000 dollari.
Ci sono gallerie nella regione che sono particolarmente interessanti per la fotografia araba?
Sfeir Semler a Beirut e The Third Line a Dubai lavorano con alcuni dei fotografi più interessanti.
Ci saranno fotografie di artisti arabi in offerta alla prossima edizione della fiera?
Sì, la 1x1 Gallery di Dubai mostrerà nuove opere di Alaa Edris, Tabari Art Space di Dubai esporrà una bellissima serie di Hazem Harb e abbiamo usato le fotografie di Ebtisam Abdulaziz come parte della nostra campagna visiva per la fiera di quest'anno. Sono intitolate “Life in a Bag” e comprendono una serie di scansioni di borsette iniziata nel 2009. Ogni istantanea è concepita come un ritratto. Per la serie “Abu Dhabi Art” sono state scansionate le borse dei visitatori della fiera dell'anno scorso nella serata di inaugurazione. La fotografia è sempre più presente ad Abu Dhabi Art: nel 2017 abbiamo utilizzato anche lavori fotografici di Tarek Al Ghoussein per la nostra campagna visiva ed è stato molto importante per la fiera. Quest'anno il nostro curatore della mostra Gateway Paolo Colombo ha anche commissionato nuove opere fotografiche di Lamya Gargash relative a manufatti storici nel Museo Al Ain con l'idea della fotografia come mezzo per ricontestualizzare il passato, parlando il linguaggio del futuro.
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