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La Francia vince il Bocuse D’Or con l’entusiasmo di Macron, Italia solo decima

Conclusa la Coppa del mondo dei top chef

di Vincenzo Chierchia

(EPA)

I punti chiave

  • Vince la Francia
  • Italia decima
  • Il commento di Crippa

3' di lettura

L’entusiamo del presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha trascinato alla vittoria il team della Francia al Bocuse D’Or ovvero la Coppa del mondo dei top chef. Italia solo decima anche se il team azzurro ha vinto la Coppa del mondo della pasticceria al Sirha di Lione. Comunque per la Francia l’alta cucina è un valore nazionale (da secoli) e così è sceso in campo Macron che puntualmente riceve all'Eliseo i grandi chef transalpini.

Al secondo posto, con il Bocuse d’argento, la Danimarca. Al terzo posto, con il Bocuse di bronzo, la Norvegia. Ma per il team guidato da Alessandro Bergamo, comasco, classe 1989, sous chef di Carlo Cracco al ristorante Cracco di Milano e finalista nella prossima San Pellegrino Young Chef, è il coronamento di un sogno come sottolinea una nota Ansa. «Per me essere riuscito a vivere l’emozione di una finale Bocuse d’Or significa aver esaudito un desiderio che tenevo nel cassetto da una vita. Eravamo consapevoli del fatto che sarebbe stata difficile spuntarla ma ero altrettanto sicuro che avremmo fatto un buon lavoro» ha detto Bergamo. Insieme a lui, a vivere il grande incontro, il commis Francesco Tanese e lo chef coach Lorenzo Alessio membro della Federazione Italiana Cuochi, che nei mesi precedenti la gara si sono allenati duramente per tenere testa alle restanti 20 nazioni partecipanti. Il team è stato supportato negli allenamenti dallo chef Filippo Crisci (vice coach), Noel Moglia (commis) e gli helpers Graziano Patanè e Andrea Monastero.

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Quel che ha permesso agli azzurri di arrivare così competitivi in finale è stata anche la vicinanza della Bocuse d’Or Italy Academy, del presidente Enrico Crippa (ristorante Piazza Duomo, Alba), del vicepresidente Carlo Cracco e del direttore Luciano Tona, che hanno studiato il vassoio e il piatto. L’edizione di quest’anno, nel testare l’abilità degli chef in concorso ha tenuto conto dei cambiamenti portati dalla pandemia, dedicando una prova al take away, con tanto anche di premio, andato alla Svezia.

«Il nostro compito è innovare sempre, pensare alle tendenze. Il take away è stata l’unica soluzione durante la crisi e ha permesso di scoprire tecniche leggermente diverse» ha detto lo chef tre stelle e presidente del comitato organizzatore, Régis Marcon. Le competizioni del Bocuse d’Or si sono svolte all’interno del più grande salone internazionale per il settore Horeca d’alta gamma, il Sirha, un segnale di ripresa che inaugura una nuova stagione per la ristorazione post-Covid. In gara presenti 21 squadre provenienti da tutto il mondo giudicate da 24 chef divisi in due gruppi da 12, più la giuria di presidenza composta da due dei più importanti chef al mondo e da Jerome Bocuse.

Tema principale del vassoio stato il cappello del prete di manzo Charolaise accompagnato da due contorni vegetali, poi il “Take Away”, piatto che ha visto come ingrediente principale il pomodoro ciliegino. Per la prima prova l’Italia ha presentato una “Brasé à la Milanaise”, spalla di manzo brasata alla milanese, arricchita da salsa ai funghi, erbe aromatiche, croissant di patate, con foglie di alloro, accompagnato da ragù di giardino biodinamico. Un piatto con cui la squadra italiana ha voluto raccontare la storia gastronomica di Milano, rivisitando il manzo Charolaise, ingrediente cardine previsto dal regolamento. Nella seconda, ha presentato un’Insalata di pomodoro ciliegino, l’Arancina di ciliegino e gamberi black tiger ed una Tartelletta di gelato al ciliegino, basilico ed olio vergine di oliva.

«Siamo molto felici del lavoro fatto dai ragazzi, tutto il merito va ad Alessandro Bergamo, al commis Tanese e al coach Alessio che in così poco tempo hanno fatto dei progressi pazzeschi». Il Presidente della Bocuse d’Or Italy Academy Enrico Crippa, commenta soddisfatto la prestazione del Team italiano al Bocuse d’Or di Lione. «Noi in Academy, dall’altra parte ci siamo concentrati sullo studio del vassoio e del piatto insieme alla designer Astrid Luglio, anche lei giovanissima. Spero che in tanti si siano fatti un’idea di cosa significa partecipare ad una competizione come il Bocuse d’Or e quanto difficile sia arrivare su quel podio. La Bocuse d’Or Italy Academy ha bisogno di un appoggio importante da parte di enti, associazioni, partner e sponsor, solo così potremo crescere e migliorare sempre di più le nostre prestazioni».

Riproduzione riservata ©

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