Borse in rosso con la frenata dell’economia
Wall Street riapre (dopo l'Independence Day) e perde terreno. Rallenta a sorpresa il settore dei servizi a Pechino, l'indice Pmi composito indica una contrazione per l'Europa
di Flavia Carletti
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - “Quasi tutti” i banchieri della Fed erano favorevoli a tenere i tassi fermi, con alcuni invece a sostegno di un rialzo di 25 punti base. “Quasi tutti” anche favorevoli ad altri rialzi dei tassi nel corso dell’anno. È quanto emerge dai verbali relativi all'incontro del 13-14 giugno del Fomc, l'organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti. Al termine di quella riunione, il Fomc ha annunciato la decisione di tenere i tassi d’interesse al 5%-5,25%, dopo dieci rialzi consecutivi.
Nel marzo 2022, la Banca centrale statunitense aveva annunciato il primo rialzo dei tassi d’interesse (di 25 punti base) dal dicembre 2018. In quell’occasione, la Fed ha comunque messo in conto di alzare i tassi in altre due occasioni, prima della fine dell’anno, per contrastare l’inflazione, ancora lontana dall’obiettivo del 2%. Nei verbali si legge che l’inflazione “core”, quella che non tiene conto di prezzi energetici e di generi alimentari, non è diminuita a sufficienza dall’inizio dell’anno. Inoltre, si legge che i banchieri credono ancora possibile una recessione “lieve” nel corso del 2023, seguita da una ripresa “moderata”. A proposito di banche, “le condizioni sono migliorate rispetto all’inizio di marzo”, quando si era manifestava una crisi nel settore delle banche regionali.
I timori per un rallentamento dell'economia globale, dopo i dati Pmi servizi di Cina ed Eurozona, hanno messo il freno alle Borse europee che chiudono la seduta vicine ai minimi della giornata, complice anche l'andamento negativo di Wall Street che ha riaperto dopo la festa per il giorno dell'Indipendenza. A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso lo 0,59%, a Parigi il Cac40 lo 0,8% e a Francoforte il Dax40 lo 0,6 per cento. Il Pmi servizi cinese è stato peggiore delle attese: anche se ancora sopra i 50 punti è in deciso rallentamento e nella zona euro a giugno è sceso a 52 punti dai 55,1 punti di maggio, facendo peggio delle previsioni.
Wall Street in calo
Segno meno per gli indici a Wall Street, nella prima seduta completa del mese, del terzo trimestre e del secondo semestre dell'anno. Lunedì 3 luglio, al termine di una giornata caratterizzata dall'orario ridotto e chiusa alle 13 (le 19 in Italia), alla vigilia dell'Independence Day (4 luglio, mercati chiusi), gli indici avevano chiuso in lieve rialzo. Lo S&P 500 è reduce dal miglior mese da ottobre e dal quarto mese di fila in positivo, così come il Nasdaq Composite; il Dow Jones ha registrato il mese migliore da novembre. Per lo S&P 500, terzo trimestre di fila in positivo, così come per il Dow Jones. Il Nasdaq ha registrato il miglior primo semestre dal 1983, con un rialzo del 31,7%, per lo S&P 500 è stato il migliore dal 2019.
Intanto, ha deluso il dato sugli gli ordini alle fabbriche negli Stati Uniti a maggio, aumentati meno delle attese. (+0,3% a 578 miliardi di dollari, dopo il +0,3% di aprile, rivisto dall'iniziale +0,4% e contro attese per un rialzo dello 0,7%). Al netto dei trasporti, il dato è diminuito dello 0,5%. Escludendo la difesa, un'altra categoria volatile, il dato ha guadagnato lo 0,8%.
A Piazza Affari sale Leonardo, soffre il risparmio gestito
Tra i titoli, a Piazza Affari, hanno resistito alle vendite Leonardo (+1,79%) e Saipem (+1,13%). Segno opposto per Finecobank (-2,45%). Poco mossi i titoli della galassia Fininvest aspettando indicazioni sulle volontà di Silvio Berlusconi dopo l'apertura del suo testamento: Mfe A +0,38%, Mfe B invariate e Mondadori +0,7 per cento. Andamento contrastato per il comparto bancario: hanno chiuso in rialzo Unicredit (+1,04%) e Mps (+0,52%), con Banco Bpm sulla parità (+0,09%) mentre hanno terminato le contrattazioni in calo Intesa Sanpaolo (-0,48%) e Bper (-0,51%). Tra i finanziari, più penalizzati i titoli del risparmio gestito e delle assicurazioni: Azimut -1,62%, Banca Generali -1,58%, Generali -1,3%, Unipol -0,77%, Banca Mediolanum -0,83%, con fuori dal segmento principale Unipolsai -0,53 per cento. Seduta in rosso anche per energia e utility: Hera -2,34%, Enel -2,04%, Terna -1,72 per cento.
Spread in calo a 169 punti base, rendimento al 4,16%
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund. Nelle ultime battute della giornata il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata si è attestato a 169 punti base, cinque in meno rispetto ai 174 punti base del closing di ieri e dell'apertura di oggi. In calo anche il rendimento del BTp
decennale benchmark che si attesta in chiusura al 4,16% dal 4,19% del riferimento precedente.
Euro scende sotto 1,09 dollari, petrolio torna a salire
Sul mercato valutario, la moneta unica passa di mano a 1,0873 dollari (questa mattina oscillava sulla soglia di 1,09 da 1,0914 ieri in chiusura) e a 157,145 yen (157,63 e 157,43). Il rapporto dollaro/yen si attesta a 144,519 (144,6 e 144,44). Sul fronte dell'energia, inversione di rotta sul finale per il prezzo del petrolio: il contratto consegna Settembre sul Brent sale dello 0,55% a 76,67 dollari al barile e quello scadenza Agosto sul Wti dello 0,9% a 71,96 dollari al barile. Il prezzo del gas ad Amsterdam, infine, è in calo a 34,35 euro al megawattora (-3%).
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