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La funzione del Procurement nella strategia di scelta delle energie rinnovabili

Occorre valutare la difficoltà di reperire le materie prime per la realizzazione degli impianti e arrivare a un equilibrio tra sostenibilità e costi

di Fabio Gironi *

(AP)

3' di lettura

Gli scenari energetici modificati dal conflitto in Ucraina spingono ad importanti decisioni sulla necessità di cambiare l’approvvigionamento energetico a livello mondiale: non si tratta più di autonomia da Paesi più o meno “amici” per il rifornimento di energia qualsiasi essa sia, si deve raggiungere una indipendenza totale da forniture subordinate a fenomeni politico economici che cambiano radicalmente e repentinamente. Ci è voluta nuovamente una guerra, con devastanti conseguenze economiche ed umanitarie, a risvegliare il mondo dal torpore che lo aveva pervaso in quanto era comodo proseguire cautamente verso la transizione energetica, perché, come cercherò di illustrare in seguito, ci sono dei risvolti che non soddisfano tutti i portatori di interessi.

Modificare la composizione delle fonti di energia per il sostentamento di una nazione significa cambiare la mentalità delle persone, l’energia non è un costo che aumenta nella fattura che il nostro fornitore ci addebita e solo se questo aumenta riduciamo i consumi, l’energia è un bene comune, non va sprecata; è stata fatta una campagna sullo spreco di acqua, perché non trattare l’energia alla stessa stregua dell'acqua? La scarsità di precipitazioni ha portato un impoverimento delle riserve idriche, ci si sta impegnando nel contenimento dello spreco di acqua e la ricerca sta studiando tecnologie nella zootecnia ed agricoltura per ridurre l’utilizzo della risorsa idrica con risultati uguali, se non superiori.

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Il futuro dell’energia passerà attraverso un sempre più esteso utilizzo dell’elettricità per ogni attività umana, dalla mobilità alla industria a tutta la catena informatica e di comunicazione e, non ultimo, per la produzione dell’idrogeno, un prodotto innovativo per la energizzazione sia per impiego immediato che per lo stoccaggio e successivo uso secondo le necessità degli utilizzatori.

Se nel 1973 la prima crisi petrolifera portò all’applicazione di politiche di rigore e misure drastiche per limitare il consumo di energia e rappresentò per la prima volta per l’Occidente l’occasione di riflettere sull’uso delle fonti rinnovabili in alternativa ai combustibili fossili, ora dobbiamo affrontare anche il tema dell’inquinamento ambientale.Il ricorso a fonti energetiche rinnovabili e un’adeguata crescita della responsabilità collettiva nei confronti dei consumi, forniranno un significativo contributo alla soluzione di entrambi i problemi e alla creazione di nuovi posti di lavoro.

In Italia entro il 2030 si dovranno installare almeno 70 GW di potenza da fonti rinnovabili per rispettare gli obiettivi fissati a livello europeo che prevedono, in tale anno, una riduzione del 55% delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 e una fornitura per la parte elettrica da energie rinnovabili pari al 72% del fabbisogno.

Il Procurement deve quindi affrontare diversi problemi per essere di indispensabile supporto alle decisioni aziendali di adottare fonti energetiche rinnovabili e ai progetti di ingegneria che ne conseguono. Pertanto il Procurement deve valutare, oltre quanto suddetto, la attuale difficoltà di reperire le materie prime necessarie alla realizzazione degli impianti, dai pannelli, agli aerogeneratori, alla componentistica di corredo per la connessione in rete, per arrivare ad un equilibrio tra sostenibilità e costi.

Si trova di fronte a mancanza di regole certe e chiare in grado di dare sicurezze agli investitori, a discrezionalità nelle procedure di valutazione, a norme regionali non coordinate cui si aggiungono diatribe tra istituzioni allungando drasticamente i tempi medi per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di un impianto, rischiando di dover richiedere inevitabilmente una variante sul progetto autorizzato.

A questo si affiancano casi di intralcio indipendenti dalla qualità del progetto che nascono nei territori e che bloccano l’approvazione degli impianti da parte delle amministrazioni locali per non perdere consenso pregiudicando quindi sempre più spesso le fonti rinnovabili.

La stretta collaborazione degli Acquisti con le altre funzioni aziendali come ingegneria, finanza, qualità, sostenibilità, permette di elaborare efficaci piani strategici di transizione progressiva verso l’adozione di energie alternative quali il fotovoltaico. Da un uso iniziale di lastrici solari esistenti su grandi capannoni industriali e di logistica, a impianti di taglia medio piccola evitando di depauperare il territorio di suoli usufruibili per la produzione agricola, allo sfruttamento efficace delle reti di distribuzione esistenti, in attesa del potenziamento delle principali dorsali di distribuzione a valle della realizzazione dei grandi parchi, eolici e fotovoltaici, realizzati dai giganti dell’energia.

Il bilanciamento tra una generazione di energia rinnovabile diffusa e le grandi produzioni in aree non di interessamento antropico sarà la sfida dei prossimi anni per una strategia energetica che non ci consente più di aspettare.

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