La gentilezza di essere scurrili
Somebody somewhere. Sam è costretta a tornare da New York nel Kansas, dove è nata, e a fare i conti con il conformismo locale.
di Gianluigi Rossini
2' di lettura
Nel panorama televisivo attuale siamo sempre più abituati a vedere storie con grandi poste in gioco, che investono questioni di vita o di morte quando non la salvezza della specie umana tout court. È una piccola rivoluzione, quindi, una serie come Somebody somewhere, di cui negli Stati Uniti sta uscendo in questi giorni la seconda stagione (in Italia è inedita anche la prima, purtroppo).
Hannah Bos e Paul Thureen
I creatori sono Hannah Bos e Paul Thureen (già sceneggiatori dell’apprezzato film Driveways), ma nel mix finale contano molto due altre presenze: da un lato i fratelli Duplass (The puffy chair, Togetherness) come produttori, dall’altro Bridget Everett come interprete della protagonista Sam, la cui storia è in parte ispirata alla biografia dell’attrice stessa.
Manhattan: “la piccola mela”
Everett si è fatta conoscere per gli sfacciati spettacoli comici in cui esibisce senza remore il suo corpo abbondantemente in sovrappeso, i suoi dilaganti appetiti sessuali e la sua potente voce da mezzo soprano, cantando canzoni con titoli come Tette, Metti via il tuo uccello o Leccala. Nel suo repertorio è molto presente anche la cittadina del Kansas rurale in cui è nata, che si chiama, ironia della sorte, Manhattan: “la piccola mela”, scherzano i locali.
Al contrario di Everett, la Sam di Somebody somewhere è stata costretta a tornare a Manhattan, Kansas, e ha passato la prima stagione a fare i conti con un lutto, il conflitto con la sorella Tricia e l’acolismo della madre, aiutata da una piccola comunità di persone non allineate allo schiacciante conformismo locale e in particolare da Joel (Jeff Hiller), con il quale ha creato un’amicizia profonda. In questa nuova stagione Sam e Joel hanno deciso di andare a vivere insieme (senza nessun legame romantico, Joel è omosessuale), e lui continua a investirla con tutta la gentilezza possibile per un essere umano. Sam prende lezioni di canto, e passo passo cerca di trovare la sua modalità di espressione. La trama è fatta di piccoli eventi, che tuttavia assumono una grande importanza grazie all’empatia che i personaggi sono in grado di suscitare: quel che funziona è la giustapposizione tra momenti gioiosamente scatologici (si parla volentieri di sudore, diarrea, fluidi corporei vari) e una generale delicatezza dello sguardo, che rappresenta tutti con grande tenerezza.
Hannah Bos, Paul Thureen
Somebody somewhere
HBO, inedita in Italia
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